Capitolo 19

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Wooyoung's pov

"Buongiorno mamma."
Ricambiai il saluto, nel mentre annodavo un po' di più il grembiule da cucina.

"Cosa stavi facendo?"
Chiese in un sorriso, per poi avvicinarsi a me ed ai fornelli, cingendomi con un braccio.

"Hmm, avevo pensato di fare la colazione sia a te che papà, sono quasi a metà, dammi altri minuti. Sono pancake."
Indicai l'impasto.

Lei era contenta, quindi restò un po' a guardarmi, mentre io provavo a non mandar in fumo tutta la casa, stranamente con ottimi risultati.

"Ti sei fatto proprio un bel ragazzo, sai?"
Constatò dopo un po'.

"Grazie mamma, il merito è tuo."
Finii, finalmente, potendo spegnere i fornelli.

"Tieni, ho finito. Avete fretta?"
Chiesi a puro scopo informativo, di fatto non sapevo quando mio padre sarebbe dovuto andare al lavoro.

"No, oggi comincia il turno alle 10. Sono ancora le sette e mezza, va bene così, siamo in perfetto orario."
Disse, togliendo tutti i presentimenti che avevo.

"Buongiorno a tutti e due."
Entrò poi, mio padre, accomodandosi al tavolo.

"Ti sei messo a cucinare? Il profumo si sentiva fin dentro la camera."
Ridacchiò, poi servendo nel suo piatto uno di quei dolci.

"Purtroppo stasera non sappiamo se io e tua madre torneremo a casa. Perché era in programma una cena di lavoro che non abbiamo potuto rimandare, in nessun modo, quindi non ci aspettare, se ti viene sonno va a dormire senza problemi."
Spiegò mio padre.

"Purtroppo non abbiamo potuto fare nulla, per te va bene?"
Chiese mia mamma preoccupata.

D'altronde mi avevano fatto tornare a casa per star con loro, e poi loro non potevano esserci.
Sarebbe stato infantile arrabbiarsi, e neppure ci sarei riuscito.
Perciò annuii con la testa mostrandomi felice.

"Sì certo, va tutto bene, non preoccupatevi, per me non è un problema."
Dissi, in un vero buon umore.
Avere la casa libera, per me, non sarebbe stato certo motivo di sconforto.

Era mattina, e le strade ancora un po' buie e fresche, io non avevo sonno, ormai ero sveglio.
Decisi quindi di approfittare del clima tanto tranquillo e rilassante, per sgranchire le mie gambe e fare un giro per la cittadina.

Indossai degli abiti più leggeri e comodi, avvisando i miei genitori, poi uscii, semplicemente solo con i miei auricolari bianchi.

Da qualche mesetto stavo lavorando al mio aspetto fisico.
Non che facessi sollevamento peso, o dessi tanta importanza alla massa muscolare, anzi, neppure mi piaceva, però forse condizionato dall'ambiente, dove tutti davano così tanta importanza al movimento e forma esteriore, ci tenevo a migliorarmi.
Lo facevo di sera, generalmente andando nella palestra meno frequentata della scuola, o dopo gli allenamenti delle squadre sportive, e davo mezz'ora del mio tempo alla corsa e riscaldamento.
Ero sempre stato magro di corporatura, ma vedevo i primi risultati grazie al mio addome leggermente più definito.

"Quindi oggi gliela mando."
Dissi, riferendomi alla famosa richiesta d'amicizia, che stavo trattando neanche fosse da considerarsi un bigliettino di san Valentino, o una proposta di matrimonio organizzata alla fine di una partita di football, che a questo proposito, neanche seguivo.

"Chissà a che ora potrei mandargliela senza farmi sembrare un disperato."
Che ragazzina che ero, lo pensavo sul serio.

"Sono un coglione."
Arrivai alla conclusione.

Estrassi il telefono, erano le nove di mattina, il momento perfetto per un "Buongiorno San, mi dispiace che oggi ti sia svegliato. Come va lì a scuola lo sai che mi manchi?"
Che chiaramente non mandai, mi limitai solo a cercar il suo profilo Instagram, che dopo qualche secondo mi apparve.

At School // WoosanWhere stories live. Discover now