Capitolo 41

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Wooyoung's pov

Ancora al fresco della sera, eravamo abbracciati lì fuori.

"Ma che ore sono?"
Domandai consapevole che l'orario consentito era stato superato da un bel po'.

"Sono le quattro meno dieci. Torniamo in stanza?"
Domandò lui, forse perchè infreddolito.

"Sì, tanto ormai Seonghwa starà sicuramente dormendo nella mia, a meno che non sia tornato di nascosto... ma ne dubito fortemente."
Saltellando, quasi, mi avviai verso la porta un po' scricchiolante della terrazza, per tornare definitivamente dentro.

Ma la definizione, di quel  frastuono che si produce quando a mano a mano si prova ad aprire una porta, o un pacchetto di patatine, che sia senza fare rumore, esiste?

Sembrava avessi preso a pugni con dei guantoni di ferro, per aprirla.

"Wooyoung!"
Urlò San, dalle mie spalle.

"Stai zitto tu! Già dobbiamo ringraziare il cielo se non ho svegliato tutta la scuola comprese le talpe... E tu gridi?"
Mi nascosi dietro la porta aperta.

"Devi fare piano, cretino! Tu non hai capito che ci sospendono se ci vedono in giro!"
Sbuffò, toccando gentilmente la porta, in maniera silenziosa.

"Io non volevo..."
Entrambi camminando sulle punte, provavamo a non smuovere neanche una molecola rumorosa.

"San!"
Lo afferrai dalla maglia, quando dato il buio stava inciampando contro un gradino più basso degli altri.

"Cazzo, volevano uccidermi..."
Sbuffò di nuovo, facendo più attenzione.

Eravamo ufficialmente scesi all'ultimo piano dei dormitori, se non altro non ci avrebbero sospesi anche beccandoci.

"Non ti sembra di sentire dei passi?"
Chiesi io, ingenuamente alle sue spalle.

"...Mh..."

No, ora tutto tranquillo.

"No?... Facciamo attenzione biondino."
Afferrai la sua mano, perchè il corridoio era ancora buio, e lui sembrava ambientarsi meglio oltre che, insomma... era spaventoso.

Si sentivano rumori tra le stanze che attraversavamo, in realtà la nostra camera era al terzo piano, l'ascensore era fuori discussione, all'andata aveva fatto troppo rumore.

"San... è inquietante..."
Lamentai, attaccato a lui.

"Ora viene il mostro e ti tira dai piedi fino all'inferno..."
Ironizzò, continuando a camminare preciso per i corridoi spaziosi.

Si sentivano ancora passi, e questa volta ero sicuro li stesse sentendo anche lui.

"Biondino abbiamo dei problemi...
Il primo è che in questo piano ci stanno solo responsabili e professori.
Il secondo è che recentemente hanno messo le telecamere per la scuola... E non possiamo accendere nessuna luce."
Cercavamo la rampa per il piano di sotto.

"Che facciamo?"
Domandai con una nota di preoccupazione nel tono.

"Togliti le scarpe e camminiamo piano."
Consigliò.

Non si vedeva nulla ed avevo paura, di inciampare o anche solo paura del buio in uno spazio sconosciuto, io ero salito solo pochissime volte lì.

"San abbiamo fatto una cazzata, tu dici?"
Chiesi timoroso.

"Mh... Ne è valsa la pena, però?"
Rispose con un'altra domanda, come a voler distogliere l'attenzione dalla mia.

"Non voglio un ragazzo che mi risponde alle domande con altre domande."
Sbuffai, ironico.

At School // WoosanTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon