Capitolo 58

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Wooyoung's pov

Le valigie, non erano poi così tanto pesanti, anzi, in realtà, semplicemente degli zaini con i maglioni invernali appallottolati, e per San, magliettine e pantaloni, esattamente ordinati e piegati alla perfezione.
Il suo essere scrupolosamente preciso ed ordinato, o prima o poi, ci avrebbe portato a serie liti, dove –tra l'altro- avrebbe avuto ragione, io non riuscivo proprio a mantenere il suo ritmo di organizzazione.

Il viaggio passava tranquillo, ed erano poche le persone, di conseguenza anche le parole, a tener compagnia, nell'autobus quasi vuoto.
Sarebbe passata soltanto una settimana, prima di ritornare a scuola e partecipare al resto delle attività, ecco perché tutti gli altri nostri amici, compreso Seonghwa, erano rimasti lì.

"Sannie, Sannie."
Richiamai delicatamente, mentre steso sulle sue gambe, non capivo se avesse o meno gli occhi chiusi.

"Hmm?"
Si mosse di scatto, probabilmente non stava dormendo, ma ne era prossimo.

"Guarda che tra meno di dieci minuti arriviamo."
Annunciai, sempre in tono basso e gentile, sarebbe stato altrimenti spaventoso, se si fosse innervosito, come facilmente faceva, appena aperti gli occhi.

Sbadigliò, stiracchiandosi un paio di volte, nel frattempo, avvertivo mia mamma del nostro arrivo.

Si guardava intorno come incuriosito, evidentemente non si era mai spinto tanto nella periferia della capitale, a vedere il paesino così bello e dalle strade curate.
Eravamo qualche passo dopo la fermata, lui dalle gambe leggermente indolenzite, perché vi avevo soggiornato per tutta la durata del tragitto, ed io sorridente, felice di poter vedere la mia famiglia.

"Mi ero scordato di chiedere... Hai fratelli?"
Storsi l'espressione, come scocciato della domanda.
Era ovvio che sapesse la risposta.

"Ah! Certo, come, non te ne ho mai parlato? Due! Più grandi. Dividiamo la camera."
Enfatizzai, ben convinto, mentre spalancava gli occhi, preoccupato, nella mia direzione.

"Ah."

"Ma a loro non ho detto niente di noi, sai... Sono molto gelosi nei miei confronti, temo che dovremo stare il più lontani possibile, oppure..."
Commentai, melodrammaticamente dispiaciuto, notandolo annuire leggermente e riflettere tra sé e sé, senza dire nulla.

"Davvero non ti ho mai parlato dei miei fratelli! Impossibile. Non ricordi mai nulla!"
Sbuffai, costringendolo a seguirmi, mentre rallentava il passo, visibilmente perplesso.

"..."
Senza dire una vocale, si guardava avanti, studiando una per una le casette, e giocherellando con lo spallaccio dello zaino che portava.

Aspettai, dandogli il tempo necessario per ribattere sulla questione fratello, ma, siccome sembrava già aver accettato la situazione, presi parola io.

"Quindi?"
Domandai.

"Quindi cosa?"
Era serio, serissimo, non aveva capito nulla.

"Sono due tipi tosti, eh. Mi chiedo se andrete d'accordo..."
Iniziai buon contatto visivo, per, se non altro, leggere, quello che evitava di dire.

"Choi San, sei in soggezione?"
Chiesi in un sorriso di scherno, quando distoglieva lo sguardo, non avendo intenzione che io potessi guardar oltre.

"No, affatto."
Nonostante le poche parole, se per chiunque altro sarebbe stato indice di arrabbiatura, e freddezza, per San, era soltanto la normalità, e abitudine seria.

"Sei proprio scemo, ma scemo, scemo."
Risi al suo fianco, caldamente, costringendolo ad aggrottare le sopracciglia, e guardami scocciato.

"Non ho fratelli! Secondo te non te l'avrei detto?!
Ti ho giurato che ci saremmo divertiti in ogni modo possibile ed immaginabile, non pensare che io non sappia quanto ti imbarazza stare con chi non conosci..."
Risposi tutt'un fiato, mentre, anche se quasi impercettibilmente, cambiava espressione in una più rilassata.

At School // WoosanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora