Capitolo 21

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-Fermo.- dissi io con pochissima convinzione. Era qualche minuto ormai che ci stavamo baciando, la mia sanità mentale era tornata e gridava a gran voce che io ero arrabbiata con lui.

Mi sentivo davvero bene, tra le sue braccia al sicuro. Non dovevo pensare a niente, veniva tutto automatico come se ci conoscessimo da sempre. Ma era quello che mi faceva paura.

-Aspetta.- dissi con più fermezza questa volta, mentre la sua bocca si divertiva a mordicchiarmi la carne morbida nell'incavo del collo.

Lui si staccò da me, riluttante. Sul suo viso era dipinta un'espressione beata, con un sorriso lascivo che mi faceva fremere.

-Questa cosa della Compagna...-cominciai io, volevo essere certa di volere davvero quello che stava accadendo- influenza le mie decisioni?-.

Lui si fece serio e pensieroso per un attimo e poi mi disse:

-Non credo, penso che influenzi solo me e solo in parte. Ma non dovrebbe toccare te.-.

Indietreggiò di qualche passo ed estrasse il suo cellulare dalla tasca. Dandomi le spalle digitò un numero e inviò la chiamata.

-Alfa, sono Edoardo...Si, le ho parlato. Sono con lei al momento. Lo so che non dovevo. No, non posso. Non la lascio...Credo di poterglielo chiedere, ti faccio sapere.- chiuse la telefonata e si girò verso di me.

-Quando ti ho detto che il mio Alfa ti potrà spiegare tutto intendevo proprio questo. Vorrei che venissi giù con me, per qualche giorno.- disse accarezzandomi la guancia.

Io annuii contro la sua mano. Sentivo la necessità di risposte e non volevo che si mettesse più nei guai di quanto già non fosse.Ma avevo bisogno di superare prima la mia incontrollabile paura.

-Devo chiederti una cosa.- dissi evitando il suo sguardo.

-Dimmi.- disse lui interrogativo.

-Vorrei vederti di nuovo, l'altro te...- lasciai la frase a metà perché non sapevo come continuarla.

Lui mi guardò interdetto e poi si guardò intorno.

-Sei sicura?- chiese premuroso.

Io annuii. Mi prese per mano e mi condusse nell'altra parte del giardino, quella che dava sul bosco ed era protetta da sguardi indiscreti, anche se gli unici vicini che avevamo erano in vacanza quindi nessuno lo avrebbe potuto vedere.

Si allontanò da me e mi guardò fisso negli occhi, prima di emettere un grido strozzato. Il grido si trasformò in ululato, esattamente come era avvenuto nel bosco la sera del falò. Rabbrividii e indietreggiai difronte all'enorme creatura dal pelo rosso.

Lui si accucciò e comincio ad emettere dei mugolii che volevano essere un incoraggiamento ad avvicinarsi. Ricordandomi che potevo sentirlo se lo toccavo mi feci forza e feci qualche passo nella sua direzione. Poggia una mano sulla sua testa, tra le due grandi orecchie a punta e chiusi gli occhi.

-È tanto brutto?- sussurrò la voce nella mia testa.

Io scossi la testa mentre delle lacrime si liberavano dai miei occhi nonostante fossero fermamente serrati.

-Margherita, non piangere ti prego.- disse lui, mentre sfuggiva un piagnucolio dalle fauci del lupo.

-Perché ti sento solo quando ti tocco?- chiesi io per distrarmi.

-Perché sei la mia Compagna, ma non ci siamo ancora Uniti.- mi spiegò lui.

Io annuii, dovevo ancora comprendere molte cose di quel mondo ma dovevo aspettare di parlare con chi di dovere. Ora era necessario che io aprissi gli occhi e affrontassi la realtà.

Poggiai entrambe la mani sul manto soffice del grande lupo e cominciai ad accarezzarlo. Dalla sua espressione dedussi che non se lo aspettava ma che gli piaceva.

Così ci presi gusto anche io e cominciai a fare dei lenti movimenti circolari, presi le orecchie e cominciai a fargli i grattini. Scoppiai a ridere quando lo vidi tirare fuori la lingua e ansimare come un cagnolone.

-Ti piace, eh?.- dissi io.

-Non sai quanto.- mi rispose lui.

Una volta tranquillizzata lo vidi alzarsi e spingere il suo naso contro il mio volto, aprì la bocca e con una lingua piena di bava mi diede una gigantesca leccata.

-Che schifo.- dissi io ridacchiando.

-Ehi, così mio offendi.- rispose lui.

-Avrei bisogno di un favore ora.- mi disse- dovresti trovare qualcosa di tuo fratello che io mi possa mettere, dato che i miei vestiti si sono appena distrutti.-.

Io lo guardai basita e mi affrettai a dire:

-Non provare a ritrasformarti davanti a me, non ho intenzione di vederti nudo.-.

Non ancora per il momento, pensai. Mi diressi in casa lasciando fuori quel lupo gigante che si era seduto come un cucciolo in attesa che tornassi.

******

Eravamo seduti sul divano, dopo che avevamo cenato e che avevo chiamato le mie amiche per dire loro che avevamo effettivamente chiarito. Avevo dovuto chiudere la chiamata prima che Lucia mi mettesse in imbarazzo.

-Edo, ti ho detto che verrò giù con te ma preferisco aspettare che i miei tornino prima di andare, se per te non è un problema. Saranno qui tra due giorni.- dissi io girandomi per guardarlo.

-Non è un problema, ma non potrai farmi ulteriori domande.- disse lui categorico.

-Pensavo...- mi interruppi per cercare le parole e per convincermi a non arrossire- pensavo che potresti restare a dormire qui a casa mia.- dissi in fretta prima di perdere il coraggio di farlo.

Lui mi prese il mento e mi costrinse ad alzare lo sguardo su di lui.

-Questo lo avevo dato per scontato, dato che non ho intenzione di separarmi da te mai più.- disse lui estremamente serio.

-Ehm, in che senso scusa?- chiesi io estremamente confusa.

-Niente domande, ricordi?-.

-Si, ma no, mi spieghi in che senso non ci separeremo più?- dissi io cominciando a scaldarmi.

-Nel senso che tu sei la mia Compagna e io ho intenzione di andare fino in fondo e da quello che ho visto oggi lo sei anche tu.- rispose lui semplicemente stringendosi nelle spalle.

Lasciai cadere l'argomento, non avevo voglia di litigare con lui. Mi alzai dal divano e mi misi a chiudere tutte le persiane delle finestre. Edoardo si alzò e mi seguì piano piano per tutta casa.

-Non c'è bisogno che tu chiuda tutto, ho un ottimo udito.- mi disse lui, punzecchiandomi.

-Beh, mi fa piacere ma lo faccio lo stesso.- risposi stizzita, stava di nuovo cominciando a darmi sui nervi e questo mi faceva piacere perché voleva dire che quel bacio era stato autentico e non indotto dal fatto di essere la sua Compagna.

Andai in camera mia e chiusi la porta a chiave prima che potesse raggiungermi, mi dovevo cambiare e non avevo intenzione di farlo di fronte a lui.

Una volta fatto uscii e lo trovai il bagno intento a lavarsi i denti con il mio spazzolino.Lo guardai schifata e andai a prenderne uno nuovo dalla dispensa.

-Non ti facevo così schizzinosa.- disse lui, guardandosi intorno e osservando il mio letto mentre io mi lavavo i denti- è un po' piccolo, mi sa che staremo stretti.-.

Spurai il dentifricio prima che mi andasse di traverso, mi sciacquai la bocca e poi andai da lui con una faccia mielosa.

-Tranquillo, tu dormirai sul letto di mio fratello, così non avremo problemi.- dissi io prima di andare nella camera adiacente alla mia e tirare fuori un pigiama blu scuro in tinta unita.

Edoardo mi guardavo divertito, lo sapevo che stava facendo di tutto per farmi uscire di testa.

-Beh il tuo pigiama con gli unicorni è molto più bello.- disse prendendo in mano il pigiama che gli avevo dato e avvicinandosi a me per bisbigliarmi all'orecchio: -fortuna che tanto io dormo nudo.-

Lupo di mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora