Capitolo 19

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Quella notte fu davvero difficile addormentarsi. Riuscii a dormire si e no un paio d'ore a causa della tensione e delle forti emozioni che avevo provato. Prima di andare a letto avevo scritto un messaggio a Matteo, contro ogni logica, per sapere se stesse bene. Alle 8 del mattino non aveva ancora risposto.

Di li a qualche giorno avrebbero fatto ritorno i miei genitori e quindi ero decisa a comportarmi il più normalmente possibile per non dare loro modo di capire il mio stato d'animo.

Non me la sentivo però di uscire di casa, pensavo che sarei potuta crollare da un momento all'altro e dato che era sabato avrei dovuto trovare una scusa per saltare l'uscita con le mie amiche.

Così scrissi a Michela per dirle che non mi sentivo molto bene e che per quel giorno avrei saltato il nostro solito appuntamento in centro. Ovviamente non mi rispose, era troppo presto perché fosse già sveglia quindi mi rintanai sotto le coperte a rimuginare su cioè che era successo la sera precedente.

Aprii Instagram e cercai Edoardo. Il suo volto sorridente era in estremo contrasto con il viso che ricordavo io. Nella foto che stavo guardando era rilassato, a suo agio, i suoi occhi attraverso la fotocamera erano di un azzurro normale. Quasi non sembrava lui.

Io invece avevo in testa un'immagine ben diversa con degli occhi che passavano dall'azzurro ghiaccio al blu più profondo. Un volto corrucciato, sempre arrabbiato.

Io sono la sua Compagna, pensai. Non era una cosa facile da digerire. Neanche a farlo apposta mi arrivò un suo messaggio.

"Se torni giù con me ti faccio spiegare tutto".

Sbuffai, se pensava che mi sarei lasciata guidare da lui in tutta quella storia era proprio uno stupido. Avevo tutta l'intenzione di ignorarlo fino a quando non se ne sarebbe andato per sempre.

Dopo poco più di mezz'ora sentii bussare alla porta di casa. Pensai subito a lui, non poteva essere. Non lo sopportavo più. Mi alzai di controvoglia e mi misi una vestaglia sopra al pigiama.

Guardai dalla finestra e vidi Michela. Rimasi un attimo interdetta ma poi aprii la porta con una faccia estremamente confusa.

-Miky che ci fai qui?- chiesi un po' scocciata, aveva appena mandato all'aria il mio piano di passare tutta la giornata sotto le coperte.

-Tu, signorina, mi devi dare una spiegazione. Che cosa sta succedendo?-chiese con fare accusatorio, imbronciata.

Entrò in casa senza tanti complimenti e si diresse in camera mia. Non avevo scampo. Edoardo mi aveva detto che ciò che avevo saputo dovevo tenermelo per me e me soltanto. A questo ci ero arrivata anche da sola dato che se ne avessi parlato a qualcuno mi avrebbe portato direttamente in ospedale, pensando a qualche botta in testa.

Anche io mi sarei voluta portare in ospedale e avrei tanto voluto che qualcuno mi dicesse che i lupi mannari non esistevano e che era solo la mia immaginazione. Ma sapevo bene che non era così.

Michela si buttò sul letto e mi fissò senza dire niente.

-Miky, non sta succedendo niente, davvero.- dissi io sperando di sembrare convincente.

-Marghe, sai bene che non sai mentire e inoltre se stessi davvero bene non avresti le mani conciate così e quella faccia smorta.- disse lei indicandomi.

-Okay, hai ragione, non sono al mio meglio. Sono in ansia per l'esame, penso proprio che questa volta non lo passerò. Con tutto quello che è successo giù al mare...- mi interruppi perché non sapevo come continuare.

-Oh, tesoro. Non sai quanto mi senta in colpa per questa cosa. Abbiamo tutti cominciato a correre e io non ci ho pensato. Quando ho visto che tu non c'eri volevo tornare indietro ma i vigili del fuoco ci hanno fermati. Non sai quanto sono stata in ansia quella notte.- disse colpevole, guardandosi le mani giunte in grembo.

-No, non è colpa tua, assolutamente. Hai fatto benissimo ad andare con gli altri. Se ti fosse successo qualcosa per colpa mia.- rabbrividii solo al pensiero.

-Allora spiegami, per favore. Ti comporti in modo strano ultimamente.-

Mi sedetti sul letto cercando di pensare a cosa dirle. Non sapendo mentire avrei dovuto raccontare una storia simile all'originale.

-Davvero, Miky, non è niente di preoccupante. Sono solo un po' confusa sai. Tra Edoardo e Simone non ci sto capendo più niente.-

-Non scordiamoci di aggiungere anche Matteo, ma che gli è preso ieri sera a Edoardo?-.

-Non lo so davvero, non pensavo che avrebbe reagito così, ma a quanto ho capito Edoardo e Matteo hanno dei trascorsi quindi deve essere per questo che hanno reagito così. Non lo so.- dissi io attenta a non tradirmi.

-Mh, può darsi. Comunque non pensare di cavartela con così poco. Adesso ti porto a fare colazione da qualche parte così ti riprendi un po', dopo ieri sera.-

La guardai tra l'esasperato e il grato, mi alzai e aprii l'armadio in cerca di qualcosa da mettermi.

Dopo neanche dieci minuti ero seduta sul sedile del passeggero della 500 blu scuro di Michela, dirette verso un bar del centro, dove ci saremmo incontrate con Lucia.

******

-Mi hanno detto che ieri sera hai fatto spettacolo, mi dispiace essermelo perso.- disse Lucia sventolando davanti alla faccia un croissant alla marmellata di mirtilli mezzo mangiato.

-Eh già, a quanto pare.- risposi io stringendomi nelle spalle, nella speranza di non essere sottoposta nuovamente a un terzo grado.

-Se ti posso dare un consiglio, scegli Edoardo. È davvero un gran figo.- replicò Lucia.

Io mi misi a ridere per dissimulare ma le mie guance mi tradirono e si imporporarono.

In coro le mie due amiche fecero un "oooooooooo".

In quel preciso momento il mio cellulare squillò così potei rifugiarmi nella borsa per cercare di evitare altri commenti. Appena preso il telefono, però, me ne pentii. Era un messaggio di Edoardo che mi pregava di dargli un'altra chance per farsi spiegare.

-Chi è?- chiese incuriosita Michela.

Io alzai gli occhi al cielo e quello basto come risposta.

-Parli del diavolo e spuntano le corna, eh?- commentò Lucia -dai, digli di venire qui così lo conosco meglio!-.

-Assolutamente no, scordatelo. Non c'è niente da conoscere.-dissi io sulla difensiva.

Michela allungo la mano, preoccupata, e strinse una delle mie.

-Che ti ha scritto?-.

-Se possiamo vederci, per chiarire.- risposi io.

-Ma non avete già chiarito ieri?-.

-Beh a quanto pare non molto, dato che l'ho cacciato di casa.- risposi imbarazzata.

-No cioè tu avevi quel dio greco in casa tua, casa tua senza i tuoi genitori, e non hai minimamente pensato a portartelo a letto?-disse Lucia, sfacciata come sempre.

-Lucia!- risposi io sconcertata.

-Beh tesoro lasciatelo dire, ma sarebbe anche ora.-rispose lei, alzando le mani dal tavolo.

La incenerii con lo sguardo e lei si decise a chiudere la bocca.

-Comunque, io una chance gliela darei. È venuto fino qua per te, pensaci bene.- concluse il discorso Michela.

Lupo di mareWhere stories live. Discover now