Capitolo 44

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Ero di nuovo lì. Legata alla sedia. La faccia di Alberto aveva un ghigno disegnato sopra, rideva mentre affondava il coltello nella mia pancia. Mi faceva male, un male tremendo. Ma non riuscivo a parlare. Ero ferma, immobile, inespressiva. Non riuscivo a fermarlo. Il mio volto era livido, ero morta.

Mi alzai di scatto, completamente sudata. Mi guardai intorno in preda al panico fino a che non riconobbi la radura, il rumore dell'acqua mi calmò all'istante.

Sentii un frusciare indistinto nel folto del bosco e vidi Edoardo arrivare da me di corsa.

-Che è successo?- chiese lui preoccupato, poggiandomi una mano gentile sulla guancia.

-Niente, dov'eri?- chiesi io, sicura del fatto che si fosse allontanato e trasformato.

-Mi sgranchivo le zampe- rispose lui, guardandomi sempre fisso negli occhi, come se potesse leggermi dentro la verità.

-Voglio solo che tu stia bene.- aggiunse dopo qualche attimo, continuando a guardarmi.

-Lo so.- non risposi che stavo bene.

******

Eravamo in albergo, sdraiati sul letto a guardare il soffitto. Il suo corpo nudo emanava calore accanto al mio, questo mi confortava, scacciava via gli incubi.

-Stavo pensando- dissi io, tastando il terreno-vorrei tanto avere le mie amiche al mio fianco alla cerimonia dell'Unione.-.

Sentii Edoardo trattenere il respiro e poi sbuffare.

Mi voltai verso di lui, i suoi occhi celesti mi stavano squadrando.

-Vuoi metterle a conoscenza di ciò che sono?- chiese lui estremamente serio.

-Si.-dissi io sicura.

-Mi sembra una scelta egoista.- disse lui, girando di nuovo gli occhi al soffitto.

Riflettei sulle sue parole. Non mi ero mai considerata una persona egoista. Effettivamente però avrei stravolto il mondo delle mie migliori amiche solo perché volevo che facessero parte del mio nuovo universo.

Mi voltai sul fianco, dando la schiena ad Edoardo e chiusi gli occhi cercando di addormentarmi. I miei pensieri continuavano a girarmi intorno. Pensai di uscire per fare una passeggiata e schiarirmi le idee ma subito venni volta da un brivido.

L'ultima volta che avevo avuto questa fantastica idea non era andata a finire affatto bene. Edoardo, da quando eravamo andati alla radura, era parso scocciato, quasi distaccato. Sapevo che si stava comportando in quel modo perché non mi ero aperta con lui.

Come facevo a dirgli che per colpa sua e del suo mondo non riuscivo a dormire se lui non era a un passo da me? Mi svegliavo sudata nel cuore della notte con un grido soffocato in gola. Se lui era con me rimanevo comunque tormentata nei sogni ma almeno di solito non mi svegliavo.

-Edo?- sussurrai piano.

Il suo respiro accelerò leggermente, segno che si era svegliato.

Mi voltai verso di lui, poggiai la mano sinistra sopra ai suoi stupendi addominali e mi feci più vicina.

Il suo respirò accelerò nuovamente, ma sentivo che rimaneva distaccato, aveva messo un freno.

-Mi dispiace.- dissi io, era già un inizio.

-Per cosa?- chiese lui, la voce leggermente più viva.

-Quando non dormo con te mi vengono gli incubi.- sussurrai io, quasi non riuscivo a sentire le mie stesse parole.

Mi strinse tra le braccia, il suo calore mi pervase all'istante e mi fece sentire subito debole. Cadde completamente il muro che avevo costruito dopo il rapimento.

Delle lacrime mi scorsero lungo le guance e finirono sul petto di Edoardo, accarezzandolo.

-Io...io sogno Alberto- al solo nominarlo un brivido mi percorse la schiena- e sono legata alla sedia, lui mi tortura.

Le parole mi uscivano in maniera affettata, sussurrate tra le labbra che non volevano lasciarle uscire. Quello, quello sì che mi sembrava egoismo.

-Sei qui con me ora, sei qui con me.- la sua voce ansiosa, ridotta ad un sussurro.

Continuai a piangere abbracciata a lui, le mie lacrime si mischiavano alle sue mentre piano piano il dolore ci abbandonava.

Mi svegliai riposata per la prima volta in due settimane, da quando mi avevano rapita. Ero ancora stretta nel suo abbraccio. Lo guardai a lungo, le sue bellissime ciglia scure gli rendevano i lineamenti più dolci. Sembrava quasi un bambino.

Dopo poco si svegliò anche lui, strizzandomi tra le sue braccia mentre un grandissimo sorriso gli sfiorava le labbra.

-Stringi meno- dissi io quando riuscii a recuperare il fiato -che mi scappa la pipì.-.

Lui si mise a ridere ma mi lascio andare. I segni che avevo sul corpo, ricordo di quei giorni di prigionia, se ne stavano lentamente andando. Mi rifugiai in bagno e decisi anche di fare una doccia già che c'ero.

Una volta uscita dal bagno notai che Edoardo aveva già fatto entrambe le valigie. Molto efficiente.

-Andiamo a fare colazione tra mezz'ora con Lucia e Michela.- disse Edoardo, con il mio telefono in mano.

Io gli sorrisi riconoscente, se me ne fossi andata senza salutarle me la sarei vista davvero brutta.

-Così magari puoi dire loro qualcosa.- buttò li il ragazzo-lupo.

Lo guardai interrogativa mentre si infilava i pantaloni sopra i boxer.

-Se vuoi parlare loro di noi, puoi farlo. Voglio solo che tu rifletta sul fatto che una volta che sapranno la verità non potranno tornare più indietro.- disse serio.

-Come faccio a sapere se sia la cosa giusta. Noi ci siamo dette sempre tutto, qualsiasi cosa! Io so, so per certo, che se sapessero tutto ciò mi strangolerebbero per non averglielo detto prima. Ma non so come reagirebbero in generale.- dissi sedendomi sul letto, avvolta nel candido telo dell'albergo.

-Da quanto ho capito voi tre siete estremamente legate, un legame del genere ha bisogno di sincerità. Marghe non sono in grado di scegliere io per te, però sappi che se glielo dirai avrai il mio supporto.- disse concludendo il discorso, mentre si infilava la maglietta scura.

Io sbuffai continuando a stare seduta sul letto. Edoardo mi gettò addosso i miei vestiti con in faccia un'espressione che mi invitava a sbrigarmi.

Mi vestii in pochi secondi, pantaloni neri e maglietta rosso scuro, sopra una felpa di pile nera e il giacchetto.

-Sei molto colorata oggi!- disse il ragazzo lupo sarcastico.

Io alzai gli occhi al cielo e lo spinsi dentro all'ascensore. Ero ancora tormentata dalla scelta che dovevo fare.

-Non ti preoccupare, farai la scelta giusta.- disse lui sentendo i miei pensieri.

Lupo di mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora