Capitolo 58

1.8K 81 1
                                    

-Edoardo!- dissi entrando in casa velocemente, quasi inciampando sullo scalino d'ingresso.

-Che succede...- disse Edoardo, mezzo addormentato sul divano verde.

-Contatta Piero.- dissi io, eravamo ai ferri vostri per carità. Ma si trattava di questioni molto più importanti dell'orgoglio che ci impediva di parlarci.

Lo vidi chiudere gli occhi concentrato. Gli si formarono piccole rughe di espressione accanto agli occhi e alla bocca bocca mentre utilizzava il legame con il suo branco.

Sbuffò sonoramente mentre riapriva gli occhi, si alzava in piedi e si faceva una crocchia svelta alla base della testa.

-Non ci riesco.- disse quasi ringhiando e mi lanciò uno sguardo truce coronato dal blu profondo dei suoi occhi.

-Melissa dice di aver sentito un grido strozzato e poi un forte dolore- dissi io alla svelta -ho paura che siano arrivati.-.

Un basso ringhio sfuggi ad Edoardo mentre chiudeva nuovamente gli occhi, probabilmente per contattare Cole.

-Non dovrebbero essere già qui, le nostre sentinelle ci hanno detto che avevano ancora due settimane di preparativi. Saremmo stati pronti in quel modo, li avremmo fermati nel bosco.- disse a voce talmente bassa che fu come cercare di capire le parole bisbigliate direttamente dal suo lupo.

-Cosa dobbiamo fare?- chiesi io, pronta a prendere le redini della situazione al suo fianco, così come avevamo deciso.

-Te...- per un attimo il mio cuore si fermò, terrorizzata dalle parole che stavano per uscire dalla sua bocca, aveva cambiato idea, non mi avrebbe fatta combattere - vai da mia madre, chiama Aurora e informale, poi passa da Rebecca e Guido, devono sapere anche loro.- disse secco, avvicinandosi si un passo a me.

Con gli occhi tra il blu e il celeste, più lucidi del normale, si chinò su di me per darmi un bacio gentile.

Compresi l'intensità di quel momento appena lo vidi uscire di casa e trasformarsi davanti ai miei occhi in una bestia ricoperta di folto pelo rosso.

Poteva essere un bacio di saluto così come uno di addio.

"Sarà meglio per te che sia solo un saluto sdolcinato"

Gli urlai attraverso il legame.

Sentii solo un profondo calore, come una mano che mi accarezzava la spina dorsale, come risposta.

Nonostante il calore sprigionato da quel gesto mi vennero i brividi.

******

Non mi concessi di pensare e corsi da Bianca.

-Bianca!- dissi spalancando la porta, quasi senza fiato.

La vidi seduta sulla poltrona, con le mani strette attorno alla cornice di una foto che non riuscivo a vedere.

-Dov'è Aurora?- chiesi sospetta.

-Ha risposto al richiamo di suo fratello, sta andando nel bosco.- disse con tono funereo.

-Cosa...che stai dicendo?- dissi io, avevano attaccato solo un lupo di confine, non poteva essere iniziata la vera battaglia. Dovevamo avere il tempo di chiamare i nostri alleati.

-Edoardo l'ha chiamata tramite il legame del branco, così come ha chiamato tutti i suoi lupi. I branchi nemici sono ammassati sul confine, si preparano per fare la prima mossa.- disse continuando a guardare la foto.

Mi avvicinai poggiandole una mano sul braccio mentre realizzai che mi aveva mentito, per proteggermi sicuramente, ma mi aveva mentito.

Probabilmente la battaglia era già iniziata, senza che io fossi lì. Edoardo era partito ormai da quasi mezz'ora.

-Bianca, resta qui. Torneranno, torneranno tutti e due.- le dissi dandole un bacio sulla fronte.

Quando mi girai vidi la foto che teneva in mano. I due fratelli sorridevano dritto alla telecamera, sullo sfondo le onde del mare di un blu che faceva quasi male.

Ripreso a correre e raggiunsi la casa di Rebecca.

Entrai subito dopo aver bussato, ma in casa non c'era nessuno. Edoardo era un vero bastardo.

"Edoardo che diamine hai combinato, sto venendo li ugualmente, cosa pensi che si sia risolto in questo modo?"

Nessuna risposta, solo un'eco delle mie parole.

Sapevo cosa stava facendo, si stava schermando per evitare che capissi dove si trovasse rintracciandolo tramite il nostro legame. L'avrebbe pagata davvero cara.

Tornai al campo delle mezzane dove non trovai nessuno, nessuno a parte Selene. La cavalla nera era sellata e pronta per essere cavalcata, nonostante un'ora prima al massimo io l'avessi rimessa nel suo box libera da tutto.

Francesca molto probabilmente non aveva gradito l'ordine di Edoardo di lasciarmi fuori dai giochi. La ringraziai mentalmente mentre mi precipitavo all'armeria prima di salire sul dorso dello splendido destriero.

La spinsi al galoppo, ignorando tutte le precauzioni che avevo preso precedentemente. Mentre correvamo nel folto del bosco cercai di richiamare alla mente in che punto del perimetro si trovasse Piero, così da riuscire a localizzare la battaglia.

Spinsi Selene al massimo mentre al tempo stesso cercavo di sgretolare il muro di silenzio che mi divideva da Edoardo. Sapevo che non poteva tenermi fuori, neanche con tutta la sua forza di volontà.

Ero la sua Luna, avevo più potere su di lui di quanto lui pensasse. Il suo lupo obbediva a me.

Mi strinsi in vita la bandoliera con quattro coltelli mentre accarezzavo con le dita le penne delle frecce che tenevo nella faretra stretta sulla schiena. L'arco l'avevo legato alla sella, sul fianco di Selene.

"Edoardo, giuro su dio, se non mi dici dove sei mi metto a urlare a squarciagola per farmi localizzare da Alberto."

"Non ti ci provare"

Lo sentii ringhiare nella mia testa, un sollievo profondo mi pervase. Riuscii a capire dove si trovasse. Era come se avessi ingerito una bussola e adesso questa mi guidasse da lui.

Cavalcai sempre più veloce fino a sentire il respiro freneticò di Selene. Non l'avrei portata in battaglia, avevo solo bisogno che mi portasse fino li. Poi l'avrei lasciata, permettendole di allontanarsi e mettersi al sicuro.

Cominciai a sentire dei rumori che mi fecero raggelare il sangue. Non avevo idea di cosa aspettarmi ma era come sentire un branco di cane che sbanca un preda. Bassi ringhi rendevano il bosco immobile, neanche un uccello cantava. In secondo piano si sentivano urla di persone e oggetti metallici che si scontravano. Le mezzane erano scese in campo.

Appena mi resi conto che ero arrivata abbastanza vicina smontai e presi l'arco con me. Liberai Selene dalle briglie per evitare che potessero intralciarla nel viaggio di ritorno e poi le diedi una forte pacca sul sedere. In pochi secondi non era che un punto lontano nascosto nel folto degli alberi.

Lupo di mareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora