Capitolo 47

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Tenevo gli occhi bene stretti, facendo finta di dormire. Evitavo di fare qualsiasi tipo di movimento per non tradirmi.

-Marghe, lo so che sei sveglia.- disse Edoardo passandomi gentilmente la mano sulla guancia, una carezza.

Io continuai imperterrita a fingere di non averlo sentito, di non esistere.

Lui mosse la coperta calda da sopra di me, lasciando scoperta la mia pelle nuda che subito reagì al freddo rabbrividendo.

Scorse con la mano sulla pancia, facendo su e giù con movimenti lenti e leggeri. Non riuscii più a resistere, mi mossi rabbrividendo e ridacchiando. Era il punto dove soffrivo al massimo il solletico, e lui lo sapeva.

-Ah, ah, mi stavi prendendo in giro quindi...beh, penso che per sta volta potremo sorvolare.- disse avvicinandosi a me e lasciando che il suo profumo mi avvolgesse.

-Mmmh- mugugnai io quando finì di scoprirmi e lanciò la coperta in terra.

-Dai piccola, siamo già in ritardo. Cole mi ha scritto che è arrivato già da mezz'ora. O ti alzi e ti vesti o lo faccio venire qui mentre sei ancora nuda nel mio letto.- disse con la voce a metà tra lo scocciato e il divertito.

Mi voltai di scatto a quelle parole e vidi nel suo sguardo un lampo di sfida.

-Va bene- dissi infastidita.

Mi alzai e mi rifugiai in bagno. Non sapevo perché mi mettesse così tanta ansia dover incontrare il suo migliore amico, ma il mio stomaco era stretto e il mio respiro accelerato, il mio corpo di preparava a combattere contro di lui.

Mi lavai e vestii alla svelta. Mi misi un paio di jeans larghi, un maglione nero e quando uscii dal bagno presi dall'attaccapanni un giacchetto sempre nero. Il freddo oramai si faceva sentire bene anche al mare.

Osservai lo sguardo divertito di Edoardo mentre si metteva una felpa sopra la camicia a quadri e mi porgeva il braccio prendendo le chiavi. Alzai gli occhi al cielo apertamente e uscii di casa prima che potesse aprire lui la porta. Sbuffò scuotendo la testa, incapace di comprendere il mio atteggiamento. Figurarsi se potesse riuscirci, non ci riuscivo neanche io.

-Quindi Cole- dissi io persa nei miei pensieri- è un tuo amico d'infanzia?- chiesi, cercando di minimizzare il loro legame.

-È come se fosse mio fratello- disse lui, facendo crollare il mio castello di carte.

Sbuffai rumorosamente, una nuvoletta di condensò subito divino al mio volto.

-E se non gli piaccio?- chiesi io, la voce ridotta a un sussurro.

Edoardo si fermò di colpo, come se lo avessi schiaffeggiato. Mi prese il mento tra le dita, costringendomi a guardarlo negli occhi freddi di ghiaccio.

-È questo che ti preoccupa?- chiese sbalordito.

Io abbassai lo sguardo, le guance rosse per la vergogna.

-Si- sussurrai.

-Dio, Marghe. Hai tenuto il broncio tutti questi giorni per questo? Se non gli piaci? Ma se impazzita? Lui ti conosce già, da anni per precisare. Da molti anni, è stato il primo a sapere di te.- disse a voce alta, alterato.

Io indietreggiai leggermente a quella sua sfuriata, i miei occhi cominciarono a indurirsi.

-Scusa ma io che ne so? Non mi hai parlato molto di Cole, ho saputo da Erika che è la sua compagna e che aspettano la nostra Unione per poter fare altrettanto. Ho scoperto da lei che chi è più piccolo del Nuovo Alfa non può Unirsi fino a che non lo fa lui!- dissi stizzita, mentre tentavo di non far cadere lacrime calde di rabbia, il che mi fece arrabbiare ancora di più.

Lupo di mareWo Geschichten leben. Entdecke jetzt