Capitolo 11

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Quella sera, dopo essere stati tutto il giorno a camminare in mezzo ai freschi e verdi boschi della montagna avevamo deciso di comunque accordo di incontrarci presto in modo da cenare velocemente e poi andarcene tutti a nanna ad un orario improponibile per dei ragazzi giovani.

Ci eravamo così ritrovati alle 21 al B&B senza altro da fare che non andarsene a letto. L'unico problema per me era che non riuscissi davvero ad addormentarmi così presto.

Per questo decisi di uscire di soppiatto dalla camera per non svegliare le mie amiche, infilandomi sopra la leggera camicia da notte un maglione di cotone blu notte.

Arrivata sul prato fuori dall'edificio mi tolsi le ciabatte e mi misi a camminare scalza sull'erba fresca. Per quanto adorassi la sensazione della sabbia sotto i piedi quella dell'erba era assolutamente imbattibile.

Mi avvicinai al limitare del bosco e mi poggiai con la schiena al tronco di una grande quercia, voltando le spalle al resto degli alberi. Mi misi ad osservare la facciata del nostro piccolo albergo.

Era davvero grazioso, immerso nel verde. La sua architettura si sposava alla perfezione con il paesaggio. Era un basso edificio in legno scuro, con terrazze piccole ed eleganti e finestre ampie e bordate dalle tende bianche candide.

Sobbalzai quando vidi la porta dell'ingresso aprirsi e vidi uscire una figura che subito ricondussi a Simone. Si accese una sigaretta e si sedette a terra a fumare. Nel sedersi toccò per sbaglio le mie ciabatte, così ne prese una in mano e, dopo averla esaminata alla luce dell'accendino alzò la testa di scatto incontrando il mio sguardo.
Si rialzò subito e mi venne incontro.

-Che ci fai qui?- bisbigliò lui sbuffando una folata di fumo all'indietro, ben sapendo che non ne sopportavo l'odore.

Evitando di rispondere alla sua domanda ne feci una io.

-Da quanto hai ripreso?- chiesi incuriosita.

A quanto ne sapevo io aveva cominciato al liceo dopo che la nostra storia era naufragata ancor prima di lasciare il porto ma poi quando aveva cominciato ad uscire con Giulia aveva smesso.

-Non ho proprio ricominciato- disse lui fissando lo sguardo sulla punta delle sue scarpe -ogni tanto ne fumo una, ma non come prima.-.

Probabilmente la fatica, la stanchezza e il dolore alle costole mi avevano dato alla testa per questo allungai la mia mano verso la sua e gli presi la sigaretta di mano. Me l'avvicinai alla bocca e lo guardai mentre scuoteva la testa.

Facevo così al liceo, quando eravamo ancora solo amici lui mi aveva confessato di voler cominciare a fumare e io mi ero fermamente opposta. Così ogni volta che lo vedevo indeciso se farlo o meno prendevo una sigaretta e gli dicevo "se cominci tu lo faccio anche io". Questo gli aveva fatto sempre scegliere di non fumare. Ovviamente fino a quando non avevamo rovinato tutto con il nostro tentativo.

Lui si riprese la sigaretta dalla mia mano, la poggiò sulle labbra e tirò un'altra boccata di fumo. Io mi immaginai quel veleno scendergli prima nella faringe per poi raggiungere la laringe, la trachea e, attraverso i bronchi e bronchioli, andare ad infettargli i polmoni.

-Non funziona più così.- mi disse lui malinconico.

-Simone...- cominciai io, ma non avrei proprio saputo come continuare. Avevo già chiarito il mio punto di vista ma a quanto pareva non gli era bastato.

-Ho lasciato Giulia, Marghe, l'ho lasciata perché continuò a pensare a te.- disse lui guardando prima a terra e poi verso di me. Sembrava quasi disperato. Era quello che mi spaventava e glielo dissi.

-Io vedo quello che provi tu, ma non è quello che provo io!- cercai di fargli capire.

-Provaci, provaci, per favore.- disse avvicinandosi a me, bisbigliando per non svegliare nessuno. Data la mia immobilità, ero ancora attaccata con la schiena al tronco della quercia, lui si avvicinò ancora.

Mise le mani poggiate ai lati del mio viso sulla ruvida corteccia e avvicinò il suo corpo. Io non sapevo come reagire, il mio cuore batteva all'impazzata ma non riuscivo a capirne il motivo.

Capendo la battaglia che imperversava in me Simone poggiò la sua fronte sulla mia, chiuse gli occhi ed espirò.

Rimanemmo fermi così per qualche lungo secondo fino a che lui non si staccò. Io però avevo preso confidenza in quel tocco quindi fu il mio turno di annullare le distanze tra noi.

Guardandolo a fondo negli occhi sospirai:
-Io credo che questo non ci porterà da nessuna parte.-.

Detto ciò spinsi la mia bocca verso la sua. Inizialmente incredulo rimase immobile per poi comprendere ciò che era appena successo. Mi strinse tra le braccia mentre la sua bocca si apriva per accogliere la mia. Le nostre lingue cominciarono a danzare nello spazio creato dalle nostre bocche mentre le sue mani scesero sulle mie natiche per tirarmi su.

Fece qualche passo verso la quercia per appoggiarmi contro il tronco in modo da non dover sostenere tutto il mio peso. Le mie gambe si allacciarono automaticamente dietro la sua schiena mentre le mie mani correvano tra i suoi capelli.

Dopo poco mi staccai da lui per riprendere fiato, adesso il mio cuore batteva ad uno strano ritmo irregolare ma questa volta ero abbastanza certa di sapere il perché.

-Simone...- cominciai io, per dirgli che non volevo che quel bacio significasse niente.

-Shhh, non rovinare il momento per favore. Lo so, lo so.-.

Detto questo mi fece scendere poggiandomi delicatamente in terra. Si voltò e si incamminò verso l'ingresso, andandosene come era venuto.

Io mi lasciai scivolare sul tronco dell'albero fino a sedermi a terra. Sicuramente quel bacio l'avevo voluto e mi era piaciuto, ma continuavo ad avere la sensazione che mancasse qualcosa, che non fosse lui il ragazzo con il quale sarei voluta stare.

Mi rendevo conto di quanto fosse stupido continuare a dargli speranza quando io già sapevo che non sarei mai più uscita con lui. Probabilmente volevo solo indietro il mio amico, quello che mi faceva sempre ridere e che era anche un po' iperprotettivo neo miei confronti. Ma ormai dovevo rassegnarmi al fatto che la nostra amicizia era andata, se entrambi continuavamo a comportarci ferendoci l'un l'altra.

Dopo un po' cominciai a sentire l'umidità della notte penetrare attraverso il tessuto del maglione e così decisi di rientrare e mettermi a letto. Sicuramente ero più stanca di prima, ma anche molto più confusa.

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Ciao!

Sono giunta alla conclusione che per un po' pubblicherò un capitolo a settimana, poiché almeno così spero che aggiornerò con regolarità.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto! A breve succederà qualcosa di moooolto importante, quindi continuate a leggere♥️

Lupo di mareWhere stories live. Discover now