Capitolo 55

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-Margherita, l'Unione ti ha potenziata tantissimo!- disse Erica, dopo che l'ebbi atterrata per la decima volta nel giro di pochi minuti.

Dal canto mio, la nuova versione di me mi piaceva, e anche tanto. Ero molto più veloce, mi stancavo meno ed avevo un equilibrio pazzesco.

-Tranquilla, accadrà anche a te- dissi io secca ma soddisfatta.

Mi stavo creando il mio posto all'interno di quel gruppo. Non volevo essere la Grande Luna distaccata che non si interessava mai delle sue Mezzane.

Per me era importante essere in mezzo a loro, farmi chiamare per nome. Essere rispettata, certo. Ma solo perche io per prima rispettavo loro e le loro scelte.

Era per questo che avrebbero combattuto tutte, perche era stata la loro prima domanda appena ero tornata dalla notte nel bosco, dopo la mia Unione.

Ne avevo parlato a lungo con Edoardo e alla fine eravamo giunti alla conclusione, tutti quelli che volevano combattere e si sentivano pronti per farlo lo avrebbero fatto.

-Okay, mi sono divertita abbastanza per ora. Voi continuate ad allenarvi, dopo porto qui qualche lupo così vediamo a che punto siamo.- dissi mentre mi asciugavo il sudore dalla fronte con un asciugamano scuro poggiato a terra.

Mi misi a correre diretta verso la casa di Guido, sapevo che Edoardo sarebbe stato li, con Cole, ad aspettarmi per andare da suo padre. L'aria pungente di fine novembre mi stuzzicava i polmoni mentre rilasciavo nuvolette di vapore acqueo.

Arrivata alla porta ero accaldata il giusto da necessitare di entrare velocemente per evitare che mi si ghiacciasse addosso il sudore. Così senza bussare entrai e trovai i tre lupi nel salotto.

-Buongiorno!- dissi io chinando leggermente il capo in segno di saluto.

-Oh, Grande Luna. Finalmente abbiamo la possibilità di vederti!- disse Cole scherzoso venendomi in contro per abbracciarmi.

Un basso ringhio risuonò nella piccola stanza. Alzai gli occhi al cielo e abbracciai con calore Cole, che ridacchiava.

"Calmati"

Dissi mentalmente al mio compagno, che continuò a scoprire i denti come se fosse nella forma animale.

-Okay abbiamo messo abbastanza alla prova il grande capo qui, direi che possiamo anche staccarci ora.- disse Cole divertito dalla situazione.

-Grande Luna, è davvero un piacere vederti. Vorrei solo che le condizioni fossero migliori.- mi disse Guido avvicinandosi a me piano piano e prendendomi una mano tra le sue.

L'apprensione nei suoi occhi disegnava dolci rughe sul suo viso.

-Non è colpa tua Guido, dobbiamo cercare di sistemare questo casino.- dissi io, sorridendogli dolcemente.

Edoardo a quel punto si alzò dalla comoda poltrona di pelle marrone e venne verso di me, baciandomi possessivo.

"Marchi il territorio?"

Chiesi io, ma senza imbarazzo per una volta.

"Mi sembra di doverlo fare, altrimenti tutto il branco verrà qui e ti toccherà"

Mi staccai da lui e alzai gli occhi al cielo platealmente scuotendo la testa, sapevo che stava solo cercando di rilassarsi e evitare di andare a parlare con suo padre.

-Dai andiamo- dissi io, prendendogli saldamente la mano come aveva fatto lui il primo giorno che avevo conosciuto su padre- dobbiamo parlare con lui.-.

Edoardo annuì e mi fece strada verso le scale che portavano al piano di sotto.

Avevano piastrelle differenti, mentre tutto il resto della casa presentava un pavimento con mattonelle dai colori caldi, tra il pesca e l'avorio, le scale che portavano al piano di sotto erano tendenti verso il blu-grigio.

Scendemmo di un piano, arrivando al seminterrato. La luce filtrava da delle finestre poste molto in alto, sembrava di essere in una cantina. C'era una porta di metallo davanti a noi. Edoardo l'aprì e ci trovammo in una sorta di cella. Le pareti erano di pietra e trasudavano odore di muffa nonostante fossero ben pulite.

Storsi il naso, quell'odore mi ricordava troppo i miei pochi giorni di prigionia con Alberto.

Di fronte a noi era presente un piccolo letto di ferro, un lavandino e un water, inoltre su una parete erano appese delle catene di ferro dall'aspetto molto robusto.

Sul letto era seduto Dante. I capelli che una volta dovevano essere scuri come quelli del figlio avevano lasciato il posto al grigio bianco, la barba che gli avevo visto il giorno precedente era stata tagliata lasciando il bel viso scoperto.

Si vedeva una lunga ferita abbastanza fresca solcargli una parte del viso, si era quasi del tutto rimarginata ma conoscendo i licantropi doveva essere stata fatta da molto poco.

Mi avvicinai tenendo stretta la mano di Edoardo e portandolo con me vicino al letto di metallo, presi una delle due sedie poste in un angolo e mi ci sedetti. Edoardo e Cole rimasero dietro di me, come due guardie del corpo letali.

-Dante- dissi con voce gentile -come ti senti?-.

Il suo sguardo era più vivo del giorno precedente ma ancora velato dalla difficoltà di ricordare cosa fosse successo durante la luna piena. Non avendo la collana e non essendoci Bianca al suo fianco, la bestia che era in lui aveva preso il sopravvento.

-Margherita- disse lui con voce velatamente schifata -cosa ci fai qui?-.

Beh, almeno era tornato il vecchio lui.

-Dante, ho bisogno di sapere cosa ti sia successo.-.

-Non voglio parlare con te, è successo tutto per colpa tua, NON VOGLIO PARLARE CON TE.- disse urlando e facendo per alzarsi.

Non fece neanche in tempo a mettere il peso sui piedi che Cole lo immobilizzò sul letto.

-Dante- disse Edoardo, chiamano suo padre per nome -ho bisogno che mi mostri cosa sia successo in questo mese.-.

-Non farò niente finché quella naturale sarà qui.- disse lui, cercando di sputarmi in faccia ma mancandomi clamorosamente.

Edoardo fece un ringhio di avvertimento, snudando i denti.

-Mi dispiace che tu non voglia farlo in sua presenza, ma sai bene le leggi del branco.- disse Edoardo duro -Gli interrogatori dei traditori devono essere eseguiti dall'Alfa e dalla sua Grande Luna, quindi ora ti inginocchierai di fronte a noi.-.

Cole allentò la presa mentre Dante allargava esterrefatto gli occhi, incredulo.

-Tu...tu l'hai fatto, ti sei Unito a lei! Sei un disonore per questa famiglia, il branco contava su di te!- cominciò a farneticare Dante.

Cole, fulmineo, lo colpì sul viso. Uno sguardo duro nei suoi occhi mentre cercava di trattenere la rabbia. Io mi ero alzata e tenevo il braccio di Edoardo per evitare che facesse qualcosa di cui poi si sarebbe pentito.

-Bada a come parli in presenza del tuo Alfa, cane.- disse Cole, con un tono che non ammetteva repliche.

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