Capitolo 59

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Mi mossi velocemente ma facendo attenzione a non fare troppo rumore. Nonostante non potessi dire di essere stata allenata a lungo il mio corpo rispondeva con grazia ai vari movimenti.

Cominciai a sentire i rumori sempre più forti, così decisi di arrampicarmi su un albero per avere maggiore visuale senza essere individuata facilmente.

Avevo chiuso fuori Edoardo per evitare che si distraesse, doveva condurre quella battaglia in quanto Alfa, non in quanto mio compagno.

Era difficile restare concentrata con i suoi artigli che graffiavano contro il muro che avevo costruito.

"Basta!" Urlai attraverso il legame.

"Dove diamine sei, ti sento"

Deglutii a fatica, ero molto vicina. Salii sull'albero cercando di individuare il punto della battaglia. Sapevo anche che essere lì lo avrebbe reso più vulnerabile. Sarebbe bastato ferirmi per farlo impazzire.

Lo spettacolo che mi si parò davanti era davvero macabro. I due eserciti si stavano scontrando in un'area più diradata, non c'erano molti alberi. Si poteva apprezzare la profonda differenza numerica.

"Dimmi che hai avvertito i nostri branchi alleati."

"Si, ho avvertito i tre alfa minori ma non saranno qui prima di un paio di ore, dobbiamo resistere con le nostre forze."

Scesi dall'albero alla velocità della luce, attirai l'attenzione di un lupo dal pelo bianco candido, Luigi.

Venne da me rapidamente, inchinandosi a distanza di meno di un metro. Era più piccolo di Edoardo ma sempre un esemplare stupendo.

Salii sul suo dorso e entrai in contatto con i suoi pensieri, e con tutti quelli del branco.

Eravamo numericamente inferiori, ma i nostri lupi erano più forti. Inoltre avevamo le mezzane che si battevano con il branco mentre gli altri erano solo lupi.

Tenendomi saldamente al folto pelo del lupo sotto di me mi ritrovai in mezzo al campo di battaglia. Sapevo qual era il mio ruolo.

-Mezzane!- urlai, cercando di sovrastare il rumore delle battaglia intorno a me.

I miei lupi riecheggiarono quel suono, di modo che tutti avessero lo sguardo puntato su di me.

Il mio branco doveva difendermi ma io ero diventata la distrazione dei branchi nemici. Tutti volevano mettere le proprie zampe su di me ma questo li distraeva dal proprio sfidante.

Un tanfo mi raggiunse le narici non appena ci lanciammo verso il campo nemico. L'odore forte e metallico del ferro mi fece quasi venire da vomitare.

Cercai di concentrarmi, inspirando ed espirando e cercando di ignorare la situazione in cui mi trovassi.

Presi un freccia dalla faretra e la incoccai nell'arco di frassino, tendendo la corda al massimo.

Puntai un lupo e scoccai. Quando vidi la freccia fare centro sentii il mio stomaco chiudersi e gli occhi riempirsi di lacrime, mentre la bestia si accasciava a terra e si ritrasformava in umano, un corpo nudo il cui unico segno della sua essenza di lupo era un orecchino viola.

Dopo la prima, le altre furono più facili. Abbattei altri tre lupi mentre i nostri venivano feriti ma questo non gli impediva di continuare a combattere.

A un certo punto Luigi mi fece scendere. Edoardo mi stava chiamando, voleva che combattessi dalla sua schiena, voleva che la sua forza si potenziasse al massimo.

Sfrecciai in mezzo a quella matassa di peli e corpi, calpestando terreno solido alternato a membra. C'erano una dozzina di corpi a terra sulla linea di confine dei due branchi ma non mi fermai a controllare chi di loro avesse una collana che non riluceva più sul petto.

Vidi poco lontano da me Edoardo, combattere a fianco di un lupo dal pelo grigio, Cole.

Erika era poco distante e combatteva contro un lupo marrone con un ghigno malvagio. Era visibilmente in difficoltà ma Cole era alle prese con due lupi e non era in grado di aiutarla. Così cambiai direzione e corsi da lei. Tirai fuori un coltello con una lama lunga quanto un mi avambraccio e sfruttando la sorpresa del lupo appena mi vide glielo piantai dritto dietro un orecchio.

Erika gli diede il colpo di grazia, affondando la sua lama nel morbido collo dell'animale.

Alzò lo sguardo per un secondo su di me annuendo, poi si lanciò contro il lupo seguente.

Mi girai per raggiungere Edoardo e mi misi a correre fino a che non sentii un dolore lancinante alla caviglia e sbattei violentemente contro il terreno polveroso. Mi fuggì un urlo che non sembrava neanche il mio.

"DOVE SEI?"

Il panico nella sua voce mi fece fremere per la necessità di rispondere al mio Compagno. Riuscii a sforzarmi per girare il capo e individuare il lupo più vicino a me.

"Vicino a tua sorella"

In meno di due secondi Edoardo fu su di me, ma non mi fece salire sulla sua schiena prima di aver sbranato la gola del mio assalitore.

Sentii della saliva calda che leccava la mia caviglia e cercai di girarmi per vedere come fosse messa.

"Non guardare."

Disse Edoardo, abbassandosi per permettermi di salire sulla sua schiena mentre il lupo grigio chiaro che era sua sorella, mi aiutava.

-Grazie.- le dissi toccandole il capo prima di stringermi a Edoardo.

Sentivo un dolore sordo alla caviglia destra ma mi impegnai a non guardare, fidandomi del consiglio del mio Compagno.

Incoccai nuovamente la freccia e continuai ad abbattere lupi. Continuai fino a che non ebbi più frecce ma le mie mezzane continuavano ad arrivare per potermene altre.

Continuai per quasi un'ora, con le braccia distrutte e le dita della destra sanguinanti. Continuai comunque, lasciando che la corda dell'arco si sporcasse di rosso.

A un certo punto però, un suono stupendo ci permise di non perdere speranza. Eravamo sempre meno a combattere, per quanto ci impegnassimo perdevamo anche noi i nostri lupi. Edoardo comandava a chiunque fosse troppo ferito di ritirarsi anche se avrebbero voluto continuare tutti.

Però lo sentimmo, sentimmo l'ululato di tantissimi lupi, lo sclapiccio di centinaia di zampe.

I rinforzi erano arrivati, e noi non aspettavamo altro.

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