Capitolo 12

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Mi risvegliai sentendo il trillo acuto della sveglia, o almeno così pensai in un primo momento.

-Siiiiiiii!- gli ultrasuoni che stava emettendo Michela al telefono erano un segno di pura gioia.

Lucia, dietro di lei, cercava di capire qualcosa della conversazione tendendo le orecchie verso il cellulare dell'amica. Non appena mi vide sveglia mi guardò e disse:
-Sta parlando con Luca.- a mo di spiegazione.

Io, con gli occhi pesti di chi ha avuto un sonno tormentanto da sogni stravaganti, mi stropicciai il viso annuendo stanca. Non sapevo cosa significasse ma se quella era stata la sua reazione doveva essere sicuramente una bella sorpresa. Non dovetti arrovellarmi tanto il cervello perché dopo pochi secondi chiuse la telefonata e spiegò.

-Notiziona! I ragazzi stanno organizzando un falò per stanotte.- disse mentre saltellava incapace di trattenere la felicità- Solo dobbiamo fare attenzione perché c'è ne saranno un sacco, davvero tantissime persone hanno deciso di passare la notte qua con i falò. Quindi hanno chiamato la forestale che ci ha dato il consenso.-.

Sospirai soddisfatta, non sopportavo quando facevo cose con non avremmo dovuto fare. Il fatto di avere il consenso da parte della forestale mi rilassò.

-Ma oggi che si fa?- chiesi io, alzandomi a sedere e cercando nella valigia qualcosa da mettermi addosso.

-Oh questo ti piacerà! Facciamo una passeggiata a cavallo.- disse Lucia, con gli occhi a forma di cuore.

******

Stavo accarezzando il bellissimo muso rosso di un sauro altissimo. L'avevo scelto tra i vari cavalli che ci aveva mostrato perché somigliava davvero tantissimo a quello che montavo solitamente io.

-Oriente, Stella d'Oriente per essere precisi.- mi disse il proprietario del maneggio avvicinandosi.

-È davvero bellissimo.- dissi io continuando ad accarezzarlo e toccandogli il bellissimo nasone di velluto.

-Ed è anche molto equilibrato, hai fatto un'ottima scelta.- disse annuendo.

Così mi permise di sellarlo mentre gli altri si facevano aiutare dai ragazzi del maneggio. Una volta finito uscimmo fuori dalla stalla e ci mettemmo in testa il caschetto per la nostra sicurezza.

Montammo sui nostri cavalli e cominciammo ad incamminarci nel bosco, seguendo il tracciato e le indicazioni dei sentieri praticabili dai cavalli.

Un cavallo bianco con le macchie grigie si affiancò al mio, che era decisamente più alto.

-Marghe!- disse Simone, che per una volta in tutta la nostra vita era più basso di me.

Il caschetto gli stava davvero in modo ridicolo perciò scoppiai in una risata fragorosa.

-Simo, ti vedo a tuo agio.- dissi continuando a ridacchiare.

-Ridi, ridi pure ma attenta che se arrivo prima io al punto di ritrovo...- cominciò lui.

-È una sfida?- continuai io.

-Una specie.- disse ammiccando.

-Va bene, va bene cosa si scommette?- ero felice di vederlo spiritoso come al suo solito. Quella mattina non avevo proprio saputo come comportarmi fino a quando avevo visto lui che si atteggiava come sempre.

-Beh, se vinco io, mi concedi una cena fuori non appena torniamo in città.- disse lui e io compresi che non aveva ancora ceduto.

Alzai gli occhi al cielo e ribattei.

-Okay, ma se vinco io stasera offri la cena a tutti al rifugio che abbiamo scelto.-.

Accettò senza riguardi e cominciò a spingere il suo cavallo per andare al trotto, anche se i proprietari ci avevano detto di farlo restare al passo soprattutto in zone, come quelle, in cui c'era una salita scoscesa.

Lupo di mareWhere stories live. Discover now