Capitolo 24

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Un lupo nero mi inseguiva nel bosco. Io tentavo di scappare ma lui si avvicinava sempre di più. Mi voltavo per guardare dove fosse e non lo vedevo più. Era sparito? No, era difronte a me. Si avvicinava a me ringhiando e scoprendo i denti, affilatissimi. Un bagliore, un orecchino che riluceva di azzurro e poi saltava...

Mi svegliai in preda all'ansia nel mio letto. Strinsi il sottile lenzuolo e cercai di calmare il respiro. Sentii dei passi in corridoio e vidi la luce di un cellulare illuminare la mia camera.

-Marghe, che succede?- mi chiese Edoardo.

-Niente, niente- dissi io- va tutto bene.-.

Lui si sedette sul bordo del letto e si sporse per accendere l'abat-jour poggiata sul mio comodino, illuminando il mio viso bagnato di lacrime.

Lo sentii sospirare rumorosamente mentre scostava le lenzuola dal letto e si sdraiava di fianco a me. Il suo petto nudo riluceva nella stanza, illuminato dalla luce della sua collana.

-Torna di là.- gli dissi io, mi metteva a disagio averlo nel mio letto mezzo nudo.

-Neanche per sogno.- rispose lui con un tono che non ammetteva repliche. Mi fece poggiare la schiena sul suo torace e mi abbracciò forte mentre chiudeva la luce. Mi baciò la testa e mi disse, o forse ordinò, di dormire.

******

-Athenaaaa!- urlai felice di rivedere finalmente la mia cucciolona. Lei si che era delle giuste dimensioni. Corse da me e si fece coccolare tutta.

Erano quasi le 14 e i miei stavano cominciando a scaricare la macchina.

-Mamma, papà, com'è andato il viaggio?- chiesi io mentre mi apprestavo a prendere delle buste dal contenuto ignoto.

-Tutto bene, ci siamo fermati a comprare un po' di cose in montagna. Abbiamo preso tanti formaggi, se vuoi ti diamo qualcosa per il viaggio.- disse mio padre.

Avevo avvertito i miei del mio piano di tornare giù per qualche giorno. O per lo meno avevo detto loro che sarei tornata giù con Lucia, che insisteva per vedere il mare anche solo per una settimana. Non sapevano che sarei andata con Edoardo, anzi, non sapevano neanche che lui fosse in città, e non avrebbero dovuto saperlo.

-Senza che ci aiuti Margherita, vai pure. Preferisco che arriviate presto così almeno vi sistemate.- disse mi madre mentre cercava una ciotola per mettere dell'acqua fresca al cane.

-Va bene,eaffettivamente ho appuntamento con Lucia tra mezz'ora. La passo a prendere e andiamo.- dissi io sperando di non tradirmi.

-Va bene. Però vai piano mi raccomando.- mi dissero i miei in coro.

Così presi la macchina con la mia valigia dentro e uscii di casa, scrissi a Edoardo che ero partita e che sarei stata da lui in cinque minuti. Lo avevo cacciato di casa quella mattina stessa, quando mi ero risvegliata sotto il dolce tocco delle sue dita che scorrevano tra i miei capelli.

Non avevamo più ripreso il discorso di ciò che era successo ma avevo paura che si sarebbe ripresentato a breve. Mi fermai per la strada e lui salì in macchina con agilità, nessun segno era rimasto sul suo polso.

-Come stanno i tuoi?- chiese Edoardo sorridente.

Aveva un paio di jeans scuri corti al ginocchio e una camicia di lino bianca che aveva comprato quella mattina stessa. Con gli occhiali da sole calati sul viso e la barba leggermente allungata sembrava proprio un ragazzaccio.

Lupo di mareWhere stories live. Discover now