Capitolo 5

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Era arrivato il ragazzo di Michela. Luca aveva deciso di farle una sorpresa e arrivare qualche giorno prima della nostra gita in montagna. La nostra città distava poco più di 3 ore dal mare e così lui era partito la mattina presto con la macchina per raggiungerci in tutta comodità. Quella mattina avevamo deciso che avremmo preso il gommone e saremmo andati a girarci un po' di spiagge e calette intorno al nostro campeggio.

Mi ero svegliata verso le 5 e, incapace di addormentarmi, mi ero messa il costume e avevo deciso di andare a farmi una passeggiata e magari anche un bagno. Facendo attenzione a scendere in spiaggia con la poca luce dell'alba riuscii a raggiungere la sabbia incolume. Subito mi tolsi le ciabatte per sentire l'umidità della notte raffreddarmi i piedi.

Nonostante non facesse troppo caldo, in tenda si soffriva un po' comunque, soprattutto per la mancanza di ventilazione. Ci si risvegliava perciò inevitabilmente accaldati.

La sensazione della sabbia fresca ancora non scaldata dal sole mi fece quindi sorridere. Era così invitante che mi sdraiai in terra, come in trance.

Chiusi gli occhi e dopo appena una decina di minuti cominciai a intravedere la luce dell'alba farsi piu abbagliante. Presi immediatamente il telefono in mano, mi alzai e cominciai a scattare foto al sole che sorgeva dinnanzi a me.

Secoli che le genti osservavano il sole nascere, anni che lo facevo io, e continuava sempre a mantenere il suo fascino. Era come se ogni volta fosse una cosa inaspettata, come se si temesse che dopo la notte il sole potesse non tornare più. Il cielo si tinse di un rosso violento, che quasi faceva male agli occhi, ma che era impossibile non guardare proprio per la sua bellezza.

Fu per questo che inizialmente non mi accorsi di alcune ombre sulla spiaggia. Queste catturarono il mio sguardo a causa dai loro strani movimenti. Sembravano cinque o sei cani enormi che si azzuffavano sulla spiaggia. Quando me ne accorsi mi ritirai ancor di più nella nicchia che avevo scelto per fare le foto.

Anni prima avevo avuto una sorta di trauma a causa di alcuni cani liberi che avevano aggredito il mio è quindi sentii immediatamente il mio cuore palpitare.

Questi si avvicinarono, continuando a rincorrersi e giocare. Riuscii quindi a vederli meglio e notare che non si trattasse affatto di cani. Erano lupi, dei fottutissimi lupi giganteschi che si inseguivano giocando sulla sabbia come dei cuccioli di Labrador.

Neanche il tempo di realizzare cosa stesse succedendo che poco più lontano, su un'altura verdeggiante che dava sulla spiaggia scorsi un lupo ancora più grande degli altri. Era assolutamente immenso. Aveva un manto rosso-marrone davvero stupendo. A differenza degli altri che mi avevano intimorito alquanto questo mi attirò a se'.

Mi sentivo come una falena attirata inevitabilmente alla fiamma ma sapevo bene che fine faceva la falena in quella storia. Cercai di riscuotermi da quell'intorpidimento ma quando i suoi occhi incontrarono i miei mi paralizzai. Sue pozze di un blu profondo si fissarono nei miei timidi occhi verde oliva.

Levò il muso verso l'alto e ululò, neanche mezzo secondo dopo tutti i lupi sulla spiaggia cominciarono a risalire di corsa l'altura per raggiungerlo e scappare via insieme.

******

-Margherita! Ma che hai fatto sulla pancia sei piena di tagli.-mi fece notare Luca, mentre aspettava che Michela si mettesse il costume.

Avevo deciso di non raccontare niente ai miei amici per non fargli credere che fossi impazzita. Già bastavo io a pensarlo. Era impossibile che io avessi visto dei lupi nella spiaggia, impossibile.

-Quella peste- dissi indicando il mio cane bianco candido- quando nuota ti graffia con quelle affilatissime unghie-.

Sicuramente le sue unghie non erano niente in confronto agli artigli che avevo visto sfoderare a quelle bestie al mare.

Lui si mise a ridere e si avvicinò ad Athena che subito si lanciò su di lui per farsi fare le coccole. Mi avvicinai anche io e cominciammo a farle i grattini contemporaneamente sulle orecchie e sulla pancia.

Chissà come sarebbe stato accarezzare loro. Il manto sembrava morbidissimo da lontano e la gorgiera era talmente folta che neanche si sarebbe riuscita a toccare la pelle sottostante.

-Certo, poi quando ti chiedo di farli a me non hai mai voglia.- disse Michela sfoggiando un bellissimo costume color magenta mentre usciva a fatica dalla tenda.

Ci mettemmo tutti a ridere e poi cominciammo a prendere il necessario per la nostra piccola gita. Documenti, chiavi e salvagenti toccavano a me mentre loro si occupavano di telo, cibo, acqua e ombrellone.

Sentii il mio pastore svizzero abbaiare nervoso così cercai con lo sguardo cosa potesse averla agitata, fino a quando non vidi Edoardo dirigersi a passo spedito verso di noi. Michela si voltò confusa verso di me ma quando vide la sua espressione riflettersi sul mio volto comprese che neanche io sapessi la motivazione di quella visita.

L'abbaiare continuò di Athena mi riportò alla mente l'ululato di quella mattina, come se stesse accadendo di nuovo. Dovevo smetterla di fare paragoni tra il mio cane e ciò che avevo visto in spiaggia. Soprattutto dato che mi stavo sempre di più convincendo che non li avessi visti veramente, magari erano stati solo frutto della mia immaginazione.

-Possiamo parlare un secondo?- mi chiese sottovoce Edoardo, nervoso.

-Buongiorno anche a te!- risposi io infastidita.

Mi prese per un braccio e mi allontanò dai miei amici. Cercai di protestare ma la sua presa era talmente salda che non riuscii a liberarmi fino a che non mi lasciò lui.

-Dì un po', ma ti sei fumato il cervello? Non ci siamo mai rivolti la parola per ben sette anni e...e- balbettai incapace di continuare. E cosa? E da mezzo ubriaco mi aveva detto che ero carina turbandomi profondamente, e mi aveva strattonato via dai miei amici?

-Volevo solo dirti che sarebbe meglio non uscire oggi con il gommone, c'è un po' di mare e potreste trovarvi in difficoltà.- disse con voce atona, come se stesse leggendo le previsioni del tempo.

Non persi neanche tempo a rispondergli, non gli avrei dato la soddisfazione di vedermi adirata con lui. Mi voltai e me ne andai, ma lasciare quegli occhi color ghiaccio mi fece provare un enorme peso al petto. Come se fare qualcosa che lui non approvava mi facesse sentire male. Questo mi diede ancor più fastidio e con maggior velocità raggiunsi i miei amici facendo finta di niente.

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Ciao ragazz*!

Come procede la lettura? Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Chi saranno mai le strane creature che ha visto Margherita in spiaggia?

Non vedo l'ora di pubblicare il prossimo capitolo!

❤️❤️

Lupo di mareWhere stories live. Discover now