Capitolo 51

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Guido si trasformò davanti ai nostri occhi, anche lui a suo agio con la sua nudità, si rivestì tranquillamente mentre Rebecca gli porgeva un paio di jeans scuri, sul suo viso era disegnata una smorfia triste.

Edoardo mi prese la mano mentre il suo Alfa si avvicinava a noi. Rebecca si unì al cerchio di umani, dietro a quello formato dai lupi.

-Bene, ragazzo- disse il vecchio lupo rosso -sono fiero di te, del tuo controllo e della tua Unione.-.

Edoardo abbassò la testa e io seguii il suo esempio anche se per Guido esisteva solo il suo successore in quel momento.

Solo allora mi accorsi che tenevo la mano destra stretta sulla catena della colla di Edoardo e che quindi lui era ancora sotto l'influsso della luna.

-Ma ora è il momento di far uscire l'Alfa. È il momento che tutti ti riconoscano non più come loro pari ma come loro capo, come guida.- disse Guido, abbandonando il suo solito fare scherzoso.

Io non avevo idea di cosa dovessi fare, non sapevo se mi dovessi fare da parte e lasciare che Edoardo avesse il suo momento.

Ma lui si girò verso di me, con una pesantezza negli occhi che li per li mi spaventò. Sostenne il mio sguardo e lasciò andare il fiato.

-Tu sei tutto per me, sei la mia Luna. Ma per gli altri questo non basta. Io divento il loro Alfa e tu la Grande Luna. Saremo la guida di questo branco e insieme governeremo sul Patto dei Sette-.

Sentii la sua voce spezzarsi sulle ultime parole, come se non credesse che sarebbe durato ancora a lungo quel patto, non lo biasimavo.

Edoardo lasciò la mia mano, fece un passo indietro e si inginocchiò guardando il cielo, la luna che risplendeva in alto nel buio.

Cominciò a tremare, sentendo il dolore di ogni osso che si spezzava e si ricomponeva mentre il suo corpo mutava.

Non guardavo più Edoardo o il Nuovo Alfa. Di fronte a me si ergeva un lupo enorme, molto più grande di prima. Più grande di un cavallo.

Edoardo era diventato Alfa. Guido si allontanò uggiolando mentre si trasformava e prendeva posto nel cerchio dei lupi, che nel frattempo si erano alzati.

Mi ritrovai da sola in mezzo a quei due cerchi. Da sola accanto al grande lupo rosso che mi fissava intensamente con il suo sguardo blu.

Alzò il muso verso il cielo, stendendo la sua immensa schiena e ululò alla luna. Gli altri lo imitarono con gioia e grazia.

Edoardo battè una zampa sul suolo e cominciò a fissare con uno sguardo di sfida ogni lupo del suo branco. Lasciando sfuggire dalle sue fauci un ringhio basso di avvertimento.

Uno dopo l'altro tutti i lupi si inchinarono abbassando la testa fino a sfiorare l'erba morbida bagnata dalla rugiada della notte. Persino Guido si profuse in un profondo inchino.

Poi toccò agli umani farlo. Si inginocchiarono tutti, distogliendo lo sguardo dal grande lupo che si ergeva con fierezza al centro perfetto di quel branco. Sua madre si inginocchiò con le lacrime agli occhi, persino Michela e Lucia lo fecero, sicuramente redarguite da Erica che non osava alzare il capo.

Fu in quel momento che lo sentii. Come un ronzio continuo che rimbombava nella testa. Cercai di capire cosa fosse e poi compresi.

Era lui, Edoardo. Era li, nella mia mente come io ero nella sua. Provai a dire qualche parola contro quel ronzio.

"Edo?"

Lui si voltò verso di me, con sguardo imperioso e soddisfatto. Chinò il capo fino ad arrivare alla mia altezza e...

...e poi mi leccò la faccia come un cane, lasciandomi fili di bava che mi bagnavano le guance.

Anche con tutto il mio autocontrollo (che non era mai stato molto) non riuscii a trattenermi dal dire:

-Che schifo-.

Facendo scoppiare a ridere metà degli invitati e preoccupare l'altra metà.

Edoardo scosse la testa sbalordito.

"Ti amo" disse chiaramente nella mia testa, mentre quelle parole vennero accompagnate da una sensazione di calore.

"Ti amo" gli feci eco io guardandolo dolcemente negli occhi.

Lui si ritrasformò senza alcun segno della fatica che lo aveva accompagnato prima. Notai subito che i suoi pantaloni erano ancora lì con lui. Lo guardai interrogativa mentre lui mi diceva mentalmente:

"Ora posso farlo"

Accompagnando quelle parole con un sorriso sghembo.

Mi avvicinai a lui lentamente e gli agganciai la collana al collo. Il rubino cominciò a risplendere non appena fu di nuovo in contatto con il petto del proprietario.

Poi successe tutto troppo velocemente perché io potessi capirci qualcosa.

Tutti i lupi si ritrasformarono mentre Edoardo mi teneva tra le sua braccia calde e muscolose, era come se esistessimo solo noi due nella radura.

Cole si avvicinò a me e fece per poggiarmi una mano sulla spalla come per congratularsi ma in meno di un secondo lo sguardo di Edoardo cambiò colore diventando di quel blu possessivo che amavo tanto.

Ringhiò prepotente alla mano che si stava avvicinando a me mentre mi spostava dietro di se protettivo. Sulla mia faccia era dipinta un'espressione a metà tra la confusione e l'orrore.

Cole alzò le mani in segno di resa, abbandonando all'istante l'aria scherzosa che lo aveva sempre accompagnato e chinando la testa di fronte al suo Alfa.

Edoardo ringhiò più forte e si trasformò di nuovo nel lupo rosso immenso. Mi fece salire sulla sua schiena velocemente, spingendomi con il muso sopra le sue spalle e poi sparimmo nel folto del bosco.

"Che succede?"

Chiesi allarmata

"Devo portarti via da lì o comincerò a sbranare chiunque osi toccarti"

Disse la sua voce rabbiosa nella mia testa.

"Che vuol dire?"

"Che i lupi diventano un po' possessivi con le proprie Compagne durante l'Unione fino a che non ci saremo uniti anche con i nostri corpi. Anche dopo farò fatica a condividerti ma...passerà, con un po' di tempo passerà"

Al pensiero di cosa significassero le sue parole mi si scaldò il cuore, e non solo quello in verità. Volevo assolutamente sapere cosa ci avrebbe aspettato quella notte.

"Tieni a bada i tuoi pensieri" mi ringhiò nella testa "niente nella tua immaginazione può descrivere quello che ti farò stanotte".

Lupo di mareWhere stories live. Discover now