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il sogno nel cassetto di taehyung era sempre stato quello di avere un bambino

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il sogno nel cassetto di taehyung era sempre stato quello di avere un bambino. certo, era un ragazzo e puntava anche a viaggiare in tutto il mondo, avrebbe voluto fare fortuna ed ottenere il lavoro dei suoi sogni, ma più di tutto, taehyung avrebbe voluto avere un figlio. sin dalla tenera età, i primi segnali di un possibile "istinto omega" avevano iniziato a manifestarsi: i suoi genitori li vedevano accudire i suoi peluche e le sue bambole quasi come se il piccolo tae li amasse come un genitore e quando a sedici anni si presentò come omega non potete immaginare i salti di gioia che fece al solo pensiero di avere un figlio tutto suo. taehyung amava i bambini, l'idea di accudirne uno, di comprargli tanti vestitini e scarpine, di insegnargli a parlare e a scrivere, ma onestamente forse rimanere incinto a diciotto anni non era nei suoi piani.

taehyung voleva lavorare nel mondo della moda, i suoi genitori lo avevano cresciuto insegnandogli a rincorrere i propri sogni fino alla fine, lo avevano sempre appoggiato in tutte le sue decisioni e lo avevano aiutato a compiere i suoi progetti. ma quando appena raggiunta la maggior età mostrò il test di gravidanza al suo ragazzo pensò che quello sarebbe stato solo un cambio di programma, tuttavia non si aspettava che il suddetto ragazzo avrebbe raccattato le sue cose per poi sparire nel nulla.

per un momento taehyung vide la sua vita distruggersi in mille pezzi davanti ai suoi occhi.

per dirlo ai suoi gli ci erano volute settimane, la paura di essere giudicato male da loro lo aveva mangiato vivo per giorni, il possibile rifiuto da parte loro lo terrorizzava, così come il pensiero che l'avrebbero cacciato di casa e che avrebbe dovuto cavarsela totalmente da solo o che lo avrebbero obbligato ad abortire.

invece, per sua gran gioia e sorpresa, sua madre e sua padre non si permisero di giudicarlo, e con la promessa da parte sua che avrebbe fatto tutto il possibile per crescere un figlio, loro non esitarono a dargli tutto l'aiuto necessario: lo aiutavano economicamente, lo avevano invitato a rimanere sotto il loro tetto e dopo una serie di insistenze taehyung aveva accettato.

per cui ora si trovava a vivere un altro giorno come tutti gli altri: si svegliava, preparava suo figlio e lo accompagnava a scuola, per poi correre a lavoro. certo, i suoi gli avevano promesso un aiuto economico ma taehyung non avrebbe mai lasciato a loro tutte le spese.

-stormy, è ora di svegliarsi- bisbigliò all'orecchio del bimbo dormiente, in attesa che egli schiudesse gli occhi.

si lasciò scappare una risata quando il piccolo si voltò dal lato opposto, borbottando qualche lamentela nel mentre.

-su... non ti va di far vedere ai tuoi amichetti la maglietta nuova? scommetto che gli piacerà un sacco-

all'udire quelle parole, storm mormorò qualcosa che taehyung non riuscì a comprendere perfettamente, ma dopo poco lo vide mettersi a sedere, segno che fosse riuscito a persuaderlo.

-buongiorno, orsacchiotto- sorrise il ragazzo con gli occhi splendenti d'amore che cercavano contatto visivo con quelli assonnati di suo figlio.

-'gionno, papi- borbottò strofinandosi gli occhi come per scacciare via il sonno.

-scendi a fare colazione, okay? ci sono i nonni. intanto papà ti prepara i vestiti da mettere, mh?- spiegò accarezzandogli una guancia, lo sguardo ancora fisso su quell'adorabile raggio di sole che gli aveva migliorato la vita.

il piccolo annuì e si alzò dal letto, per poi indossare le pantofole e dirigersi al piano di sotto.

taehyung sapeva che quella sarebbe stata una giornata stressante, come lo erano tutte da quattro anni a questa parte, ma la presenza di suo figlio, la persona a cui teneva di più, gli faceva dimenticare tutti i problemi della sua vita.

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slow hands ; kvWhere stories live. Discover now