2.6

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era così strano, così inusuale.

quella sensazione non piaceva affatto a jeongguk, quella sensazione di cambiamento, della fine di qualcosa a cui non avrebbe mai voluto mettere un punto, una situazione in cui non avrebbe mai voluto trovarsi.

era lì, in studio, in piedi davanti a seokjin, che teneva in mano una scatola contenente tutte le sue cose. le ultime cose che avrebbe dovuto portare via dal posto di lavoro, il che non faceva altro che rammentargli che non sarebbe mai più tornato lì.

jeongguk lo guardò. indossava un completo blu scuro, con tanto di giacca e cravatta. più lo guardava e più vedeva la persona che avrebbe sempre voluto essere. colui a cui aspirava, il suo modello di vita, inconsapevole del fatto che seokjin provasse la stessa cosa quando vedeva lui.

jin lo aveva visto crescere, aveva assistito giorno per giorno ai suoi progressi, lo aveva visto superare tutti gli ostacoli ed era fiero di lui come nessun altro, jin gli voleva bene, lo amava come un fratello; il pensiero di doverlo lasciare in mano a qualcun altro lo distruggeva e la prima cosa che gli venne in mente di fare in quella situazione fu abbracciarlo.

jeongguk doveva ammettere che il calore degli abbracci del suo hyung gli era mancato fin troppo in quei giorni.

lo stringeva forte, come se ne andasse della sua vita, come se fosse potuto sfuggirgli da un momento all'altro, come se fosse il loro ultimo abbraccio.

dopo la loro discussione qualche tempo prima jeongguk era stato male, si era sentito come se avesse avuto un pezzo mancante, una scheggia nel dito che non voleva andar via, ma non si era preoccupato neanche un po' di pensare a come potesse essersi sentito seokjin e vedendolo ora, si stava sentendo parecchio in colpa.

-come ti è saltato in mente, hyung, hai perso il lavoro per causa mia- cominciò a blaterare proprio come seokjin immaginava sarebbe successo.

jeongguk tendeva sempre ad incolpare se stesso, in ogni situazione, e anche se non esprimeva questi sensi di colpa, essi rimanevano persistenti a tormentargli la mente e dopo averci trascorso diversi anni insieme, l'altro alfa lo sapeva molto bene.

-non incominciare jeongguk-ah!- lo rimproverò prontamente il maggiore, afferrandogli giocosamente il capo con le mani e scuotendolo leggermente.
-scaccia via questi sensi di colpa. ora va tutto bene ed è questo l'importante, mh?-

il moretto fu costretto ad annuire, cercando disperatamente di obbedire al suo hyung, riuscendoci parzialmente.

-mi sei mancato, lo sai?- ammise, avvolgendogli poi le braccia attorno al corpo e stringendo il più forte possibile, facendo ridere jeongguk, che cercò di ricambiare la stretta ancora più forte.

-anche tu mi sei mancato, hyung- rispose il più piccolo non appena sciolsero l'abbraccio, rivolgendogli un sorriso sincero e più sereno, che fece scaldare il cuore di seokjin, anch'egli contento che il suo piccolo dongsaeng avesse smesso di preoccuparsi inutilmente.

-e ho anche notato due marchi! congratulazioni, gguk-ah!- esclamò felice, cambiando discorso e riservandogli un'affettuosa pacca sulla spalla, facendo arrossire l'altro, che sorrise orgoglioso e borbottò un ringraziamento.
-sapevo che sarebbe andata bene tra voi. taehyung è un ragazzo d'oro, sei fortunato-

il moro annuì felice e perfettamente consapevole della cosa, ma non voleva che seokjin tergiversasse ulteriormente, per cui provò a capovolgere la domanda.
-tu cosa farai ora che non sei più il mio manager?- chiese quindi tornando serio.

allora seokjin rilasciò un sospiro, tentando di fare un elenco di ciò che doveva dirgli prima di aprir bocca, ma lo sguardo di jungkook e la preoccupazione che esso trasmetteva lo opprimevano affinché rispondesse.
-sai, gguk, io ho sempre fatto tutto quello che ho fatto solo ed esclusivamente per ottenere quel minimo di accettazione da parte dei miei genitori- cominciò, ottenendo un cenno affermativo un po' sconsolato da parte dell'altro, per cui pensò di sorridergli per alleviare quel magone che presumibilmente lo affliggeva.
-parlando con taehyung ho capito che...che non ne valeva la pena. non voglio sprecare la mia vita facendo qualcosa giusto per il piacere di qualcun altro. voglio essere soddisfatto. voglio rincorrere il mio sogno- parlò con convinzione, sicuro di sé, ed una nuova voglia, aspirazione, che lo smuoveva dall'interno.
-farò un'audizione venerdì-

slow hands ; kvWhere stories live. Discover now