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taehyung si trovava alla villa comunale quella mattina, aveva promesso a suo figlio che avrebbero trascorso la mattinata al parco e jimin era con loro

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taehyung si trovava alla villa comunale quella mattina, aveva promesso a suo figlio che avrebbero trascorso la mattinata al parco e jimin era con loro.

l'omega sentiva la necessità di confidarsi con il suo migliore amico, per cui aveva approfittato della situazione.

-che dovevi dirmi?- domandò il corvino con nonchalance, ignaro del caos che si sarebbe scatenato di lì a poco.

taehyung si sistemò sulla panchina prima di aprir bocca, torturando con le dita il lembo della camicetta che indossava, cosa che non passò inosservata all'alfa.

-devo preoccuparmi?- chiese infatti.

il biondo scosse la testa rispondendo tacitamente a quella domanda, per poi inspirare profondamente e confessando ciò che jimin bramava di sentire.
-credo di aver trovato il mio compagno- quelle parole furono come un taglio netto per l'altro, nonostante egli avesse già previsto una conversazione simile col suo migliore amico.

-è chi penso che sia, non è così?- domandò quasi tentennante.
-il ragazzo del supermercato? l'hai rivisto?-

taehyung annuì impercettibilmente in risposta, il capo chino a fissare le sue dita ancora impegnate a tormentare il tessuto.

-non ci crederai mai, ma l'ho incontrato a quel fanmeeting-

jimin incurvò le sopracciglia dubbioso.
-era qualcuno dello staff...un fan? un-- aspetta, non dirmi che...- spalancò gli occhi quando finalmente giunse alla realizzazione di ciò che taehyung era in procinto di dirgli.
-è...è jeongguk?!- esclamò sconvolto, per poi annusare velocemente l'aria in attesa di risposta.
-ora che ci penso sento l'odore di jeongguk su di te-

-è vero, papi! odori come googie!- la vicina di storm giunse all'orecchio di entrambi, intromettendosi nella conversazione nel momento in cui il piccolo si arrampicò fino a sedersi comodamente sulle gambe del padre e nascondere il viso nel suo petto, al che taehyung portò istintivamente le mani ad accarezzargli la schiena.
-è così buono il suo odore mischiato al tuo! sei andato da lui senza di me?- si rattristò al pensiero.

-no, certo che no stormy! papà l'ha solo incontrato al supermercato, sì?- il padre tentò di rassicurarlo il meglio che poté, rendendosi conto di non poter raccontare nulla a suo figlio, almeno per il momento.
-oh, guarda, quella non è la tua amichetta di classe? perché non vai a salutarla?- indicò con il dito l'altalena del parco, sulla quale dondolava dolcemente una bambina, che effettivamente era amica di storm e che taehyung ringraziò mentalmente per avergli fatto da diversivo.

stormy non attese un secondo di più per correre verso la bimba, lasciando nuovamente soli suo padre e il suo migliore amico.

-quando vi siete incontrati?- dopo qualche attimo di silenzio jimin parlò nuovamente, chiedendo risposte ai suoi dubbi, non nascondendo la sua curiosità.

-non ricordo quasi nulla ma sabato sera sono tornato con lui e siamo andati a casa sua e mi sono svegliato nel letto con lui...quasi nudi-

il corvino spalancò gli occhi una seconda volta a quell'informazione appena ricevuta.
-voi...voi avete...?-

taehyung scosse prontamente la testa.
-no...non credo almeno. lo saprei, vero? è il mio compagno dopo tutto, dovrei sentirlo-

-sei davvero sicuro che lo sia?-

i due giovani adulti condividevano una specie di legame platonico che possiamo dire si trovasse a un gradino più in basso rispetto al legame tra compagni, dunque jimin poteva sentire le preoccupazioni del suo migliore amico, ma in maniera più ridotta rispetto a come le avrebbe percepite un compagno.

riusciva a sentire l'ansia e l'angoscia che affliggevano il povero omega, sentimenti che taehyung tendeva sempre a celare dietro un sorriso volto al suo bambino, ma jimin lo sentiva, e odiava vederlo così.
taehyung ne aveva passate veramente tante e tutto ciò che avrebbe voluto era vederlo finalmente felice.

attraverso quell'uragano di pensieri riuscì ad udire dei singhiozzi soffocati che fuoriuscivano dalle labbra dell'omega, al che jimin si voltò con una rapidità inumana per scorgere il suo migliore amico piangere sofferente, col corpo scosso dai continui singulti e non esitando nell'accoglierlo tra le sue braccia.

-cosa farò, jimin?- timore traspariva dal suo tono tremolante mentre si stringeva al corpo dell'alfa, che preoccupato lo accarezzava dolcemente.

-andrà tutto bene, taetae- lo rassicurò il corvino.
-jeongguk è una brava persona, non ti rifiuterà solo per storm, anzi- parlava con uno tono rassicurante, tentando di infondergli calma, e quando vide le sue spalle lentamente smettere di sobbalzare capì di aver avuto, almeno in parte, successo nel suo intento.

-e se invece non lo facesse? io morirei, jimin. morirei se mi rifiutasse. ovviamente la mia posizione di omega doveva incidere anche su questo, eh? questa stupidissima gerarchia- jimin quasi si lasciò scappare una risata alle sue lamentele, che effettivamente avevano però un fondo di verità.

-non ti ha marchiato, tae. non sei ancora suo. e se non si è approfittato di te quella sera, sono sicuro che è affidabile. lo conosco abbastanza bene da poterne essere certo. e io non mi sbaglio ma-- ancora una volta l'alfa venne interrotto bruscamente dal piccolo mostriciattolo che era corso in soccorso del suo papà.

-papi! papà perché piangi?! che succede?! jiminie hyung che succede al mio papà?!- stormy era corso impanicato verso la panchina sulla quale erano accomodati i due adulti, ancora abbracciati l'uno all'altro, quasi con le lacrime agli occhi alla vista del suo papà così mal messo.
-ti mancano i nonni, papi? ti manca googie?! ti prego, non piangere più, papi- tornò a posizionarsi sulle gambe dell'omega come pochi minuti prima, prendendogli le guance con le mani e banciandogli sonoramente il naso, per poi gettarsi teatralmente tra le sue braccia e stringerlo forte, facendo sorridere i due migliori amici.

taehyung ricambiò la stretta, posando anch'egli un bacio tra i capelli al figlio, pensando che se mai qualcosa fosse andato storto, almeno avrebbe sempre avuto il suo piccolo stormy, e come già si promise anni addietro, non avrebbe mai lasciato che nessuno ostacolo lo separasse da storm, mai e poi mai.

-sai, stormy, credo proprio che a papà manchi googie- scherzò jimin, facendo scuotere la testa al biondo in una mezza risata, evidentemente si era tirato su di morale.
-perché non venite oggi pomeriggio a farmi visita in studio, eh? ci sarà anche il vostro caro googie. sei d'accordo?-

-sì! così potrò portargli anche il disegno che avevo dimenticato! ti prego, papi, andiamo!- storm lo implorò, sfoggiando l'espressione più tenera che fosse capace di metter su.

-va bene, dai. però a casa devi fare il bagnetto-

storm non si risparmiò affatto un sonoro e lungo "uffa".

author's note
capitolo un po' di passaggio
la quiete prima della tempesta o la tempesta prima della quiete?
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slow hands ; kvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora