𝟏º 𝑪𝒉𝒓𝒊𝒔𝒕𝒎𝒂𝒔 𝑺𝒑𝒆𝒄𝒊𝒂𝒍 🎄

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ATTENZIONE!
il seguente capitolo contiene spoiler

un morbido manto di neve ricopriva le strade di seoul, l'aria era rigida e gelida, le ampie e luminose strade della capitale coreana stavano lentamente svuotandosi dai suoi abitanti: le coppiette si ritiravano con buste pieni di regali natalizi, i giovani riponevano l'ascia di guerra a palle di neve, e i bambini salutavano i loro pupazzi di neve per rintanarsi nelle loro case al caldo.

il cielo si era scurito ormai da un pezzo e la notte aveva sempre rilassato jeongguk, così come lo rilassava guidare e l'odore del suo omega.
per cui, quella sera, trovandosi in auto con taehyung, diretto verso la casa di un amichetto dal quale storm aveva trascorso la giornata, la sua mente era totalmente sgombra di preoccupazioni.

era felice, un po' stanco, ma si trattava di quella stanchezza che incombe al concludersi di una giornata in cui hai pienamente realizzato te stesso, che ci ripensi e sorridi perché non vorresti altro se non questo dalla vita; e be', jeongguk si sentiva molto spesso in quel modo, da qualche mese a quella parte.

non c'era giorno o notte in cui non si fermasse un attimo a pensare a quanto fosse stato fortunato ad incontrare una persona come taehyung nel mentre che lo guardava silenziosamente dormire, o mentre guardava il piccolo storm mangiucchiare biscotti sul divano di casa sua.

non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere, ma non se ne pentiva neanche un po'.

tornò alla realtà quando si accorse di trovarsi di fronte alla casa dove si sarebbero dovuti recare per prendere storm.

diede uno sguardo al suo compagno sul sedile accanto al suo e lo vide dormire, per cui sorrise e decise di non disturbarlo, per poi uscire dall'auto dopo aver parcheggiato.

il freddo lo colpì all'istante, il suo naso prese immediatamente colore e si diresse rapidamente sul portico della casa per suonare il campanello.

strofinò le mani l'una contro l'altra per riscaldarle mentre aspettava che la porta venisse spalancata, e quando ciò successe, una giovane donna gli si parò davanti con uno sguardo perplesso: evidentemente non l'aveva riconosciuto.

-buonasera, sono il-- l'alfa tentò quindi di presentarsi come il compagno di taehyung, ma una vocina squillante dall'interno della casa lo interruppe all'istante.

-è il mio papà googie!- il piccolo storm corse verso la porta ancora spalancata non appena fu in grado di udire quella voce che conosceva molto bene.

papà, aveva detto.
jeongguk aveva perso un battito, improvvisamente tutto ciò che accadde da quel momento in poi rimase in secondo piano mentre nella sua mente quella frase rimaneva come un chiodo fisso.
jeongguk se lo era per caso immaginato? l'aveva sul serio chiamato papà?

-signor jeon? mi sente? se vuole può entrare mentre storm si prepara, fa un freddo fuori!- la donna di fronte a lui dovette agitare la mano davanti ai suoi occhi per riportarlo alla realtà ancora una volta, ma nonostante ciò, il cuore di jeongguk continuava a battere all'impazzata nella sua cassa toracica.

storm gli corse incontro una seconda volta non appena la porta si chiuse alle sue spalle, porgendogli il suo giubbotto, la sciarpa e il cappello.
-ciao papi-

di nuovo quella semplice parolina: un altro salto mortale per il cuore di jeongguk.
stava sognando per caso? doveva essere per forza così.

-ciao tesoro- rispose.
-me lo dai un pizzicotto, stormy?- bisbigliò quindi, giusto qualche secondo dopo.

-no, papi!- e quando il piccolo gli mostrò un tenero broncio, un intero sciame di farfalle cominciò a svolazzare nello stomaco di jeongguk per la terza volta in meno di dieci minuti.

un po' scosso dall'accaduto, jeongguk fece indossare il giubbotto al piccolo, invitandolo a salutare tutti e a ringraziare, per poi andare via.

l'alfa aiutò poi storm a sistemarsi nel suo seggiolino nei sedili posteriori e partì nel silenzio più totale, ben presto riempito dalle piccole russa del bimbo, che se non altro gli scaldavano il cuore e annientavano il gelo dell'inverno.

tutto sembrava andare avanti a rallentatore, sembrava che il tempo si fosse fermato per jeongguk, che mentre il mondo intorno a lui andava avanti la sua mente rimaneva ferma, ghiacciata a rimuginare su quelle parole.

tant'è che quasi non se ne rese neanche conto di essere tornato a casa, di aver portato in braccio il piccolo stormy, e di trovarsi ormai nel letto, in attesa che il suo compagno uscisse dal bagno e lo raggiungesse.

e nel frattempo fissava il soffitto esanime, gli occhi che gli pizzicavano e il cuore che ancora non aveva smesso di corrergli nel petto come un cavallo imbizzarrito.

-amore, stai bene? ti vedo spento. è successo qualcosa?- quelle parole pronunciate con la voce flebile e assonnata di taehyung sembrarono colpirlo violentemente, quasi come una freccia dalla punta acuminata che aveva perforato il guscio che proteggeva il caos che aveva al suo interno, tant'è che le sua labbra cominciarono a tremare e ben presto una serie di caldi lacrimoni presero a scorrergli lungo le gote arrossate.

taehyung sussultò a ciò, una sensazione di improvvisa paura lo pervase ed immediatamente prese posto accanto all'alfa, prendendo il suo viso tra le mani e scacciando via le lacrime con i pollici con fare protettivo.

-hei, jeonggukie? va tutto bene? respira- poggiò la fronte sulla sua, chiudendo gli occhi ed aspettando che il suo respiro affannato si calmasse, in attesa di una risposta ed una spiegazione.

-m-mi ha chiamato papà, hyung. ha detto che sono il suo papà- balbettò per poi lasciar scivolare fuori un'altra serie di singhiozzi e l'omega si intenerì: storm vedeva nel suo compagno una figura paterna, taehyung non poteva desiderare altro.

-ed è per questo che piangi? cosa c'è che non va?- domandò poi dolcemente, continuando ad accarezzargli le guance bagnate ed asciugare la lacrime il meglio che poteva.

il giovane alfa scosse la testa e tirò su col naso.
-io non penso di essere capace, tae tae, io non sono all'altezza...- taehyung lo ascoltò e vide le sue labbra cominciare a tremare ancora una volta.

-hei, jeonggukie, mi ascolti? mi guardi negli occhi?- l'omega chiese ed il suo alfa obbedì, sollevando lo sguardo e mostrando al maggiore i suoi occhi liquidi, il suo naso rossastro e le labbra gonfie dal pianto.
-nessuno è "all'altezza" di fare il genitore, ci si prova. siamo insieme in questa battaglia, io aiuto te e tu aiuti me, intesi? e poi non è che tu sia diventato genitore solo ora che storm ha deciso di chiamarti papà. lo sei stato nell'esatto istante in cui l'hai sentito qui- indicò il suo petto, alludendo al suo cuore.
-sei sempre stato il suo papà da quando hai iniziato a comportarti come tale: quando lo hai accompagnato a scuola, quando lo hai messo a dormire, quando gli hai fatto il bagnetto, quando lo hai aiutato con i compiti. sei un ottimo papà, jeonggukie, ed io sarò accanto a te in qualsiasi occasione, sarò sempre al tuo fianco pronto ad aiutarti, perché so che farai lo stesso per me- concluse, spostandogli una ciocca di capelli dietro l'orecchio mentre lo osservava con occhi innamorati.

dopodiché jeongguk avvolse le braccia attorno al suo corpo ed affondò il viso nel suo petto, borbottando quello che sembrò essere un "sono così felice, hyungie".

-lo sono anch'io, ggukie. siamo una famiglia-

author's note
scusate per questa schifezza, spero di potermi rifare con il secondo speciale
un enorme grazie a mari comunque 💓💓
knjghtmoonbean

slow hands ; kvWhere stories live. Discover now