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jeongguk forse, e dico forse, si era caricato di troppi impegni.

insomma, non è che lui avesse acconsentito direttamente a prendersene carico, ma in parte era obbligato e in parte era lui stesso ad obbligarsi a farlo.

aveva circa un mese per produrre almeno due tracce per il suo nuovo album siccome era sceso a patti con lisa e la sua manager gli aveva fissato un ultimatum: per gennaio doveva avere almeno sei tracce pronte, senza contare il singolo che avrebbe pubblicato a dicembre in occasione del natale.

inoltre l'idea di regalare al piccolo storm una cameretta tutta sua non era stata proprio delle migliori, considerando che l'alfa che era in lui l'aveva spinto a caricarsi di tutto quel lavoro; per di più era sempre più apprensivo nei confronti del suo omega, non riusciva a lasciarlo solo un secondo, e forse, non l'avrebbe mai ammesso, ma essere comandato a bacchetta dal suo omega non stava di certo alleviando il suo stress.

-jeongguk ho aspettato abbastanza- sentenziò si punto in bianco il biondo, mentre si trovava disteso sulle cosce del suo compagno, impegnato a spalmargli un unguento sulla pancia leggermente rigonfia, trovandosi quasi alla fine del primo trimestre.

l'interpellato sollevò le sopracciglia sorpreso e forse un po' impaurito da quel tono così serio.

-p-per cosa, hyung?-

jeongguk lo osservò di sottecchi mentre gli rivolgeva un'occhiataccia e imbronciava le labbra.

-tu...che mi stai nascondendo?- ma l'alfa non rispose, se non con un misero "che dovrei nasconderti?" che decisamente non soddisfaceva il suo omega.
-stai mangiando poco, e sei poco presente, e sei sempre chiuso a chiave nella stanza degli ospiti, che cosa diavolo ci combini lì dentro?!- sbottò un po' spazientito, facendo inconsapevolmente saltare un battito al cuore del più piccolo.

-i-io...mi dispiace, jagi- mormorò jeongguk, un po' sottovoce, una leggera insicurezza nel suo tono, che fece corrugare le sopracciglia al più grande.
-io- io forse non-non sono abbastanza forte per tutto questo, non sono abbastanza--

-frena quella lingua jeon jeongguk- lo interruppe il biondo, pizzicandogli una guancia e tirandolo verso di sé per costringerlo a guardarlo.
-tu? non abbastanza? non voglio mai più sentirtelo dire, hai capito?-

un taehyung era molto convincente, ma un taehyung incinto e con gli ormoni scombussolati era assolutamente peggio.

jeongguk sbatté le palpebre un paio di volte: quell'aggressività nel tono del suo compagno anche nel comunicargli qualcosa di effettivamente dolce, ancora lo sorprendeva.

-tu sei il miglior alfa che ci sia sulla faccia della terra, non ti permetterò di pensare il contrario e ora dimmi cosa c'è che non va e togliti questi pensieri intrusivi dalla testa- concluse, colpendogli leggermente la fronte con il dito.

jeongguk sospirò sconfitto. non voleva vittimizzarsi di fronte al suo compagno, lo faceva già fin troppo spesso e non voleva sembrare debole ai suoi occhi ma ormai non aveva scampo, taehyung non gli avrebbe dato pace finché non avrebbe sentito tutta la verità.

-io...tutto questo...sta diventando un po' troppo per me. so che sono stato io a decidere di regalare a storm una cameretta nuova e--

-hai regalato a storm una cameretta?!-

-lasciami parlare, tae tae-

taehyung si zittì in men che non si dica, tornando a sedersi sulle sue ginocchia ed ascoltando il suo alfa tutto orecchie.

-e so che nessuno mi ha obbligato a caricarmi da solo del lavoro di assemblare il tutto, e so anche che il mio lavoro è abbastanza stressante da sempre ma pensavo...pensavo che sarei riuscito a fare tutto questo e a fare anche il papà-

slow hands ; kvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora