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sfilare su una passerella era sempre stato uno dei sogni nel cassetto di taehyung.

era molto alto, fisico slanciato, lineamenti a dir poco perfetti, ed il tutto accompagnato da un portamento da far invidia ad un qualsivoglia nobile del settecento: qualsiasi agenzia di moda avrebbe pagato molto bene perché gli facesse da ambassador.

non a caso, quando jeongguk gliel'aveva presentato, jiye si era senza dubbio innamorata di quell'omega, e sapere della sua dedizione al lavoro, a suo figlio e ad inseguire il suo sogno, non aveva fatto altro che far aumentare la sua voglia di vedere taehyung sugli schermi di times square, sulle riviste di moda più acclamate e sulle passerelle delle fashion week di milano, parigi e londra.

ma ovviamente taehyung doveva iniziare dal basso, lo aveva fatto sfilare a qualche fiera locale, aveva inserito un suo design in una collezione, e be', ora nessuno l'avrebbe fermata dal farlo partecipare ad un evento a cui avrebbero presenziato altri esponenti di importantissime case di moda: occasione che non poteva lasciarsi scappare.

-te la senti di sfilare, taehyung-ah?- quella era infatti stata l'immediata domanda che gli aveva posto non appena ebbero potuto avere una conversazione da soli.

avevano appena trascorso una serata in famiglia tutti insieme in cui taehyung aveva annunciato la sua gravidanza e jiye era sicuramente rimasta entusiasta della cosa, sognando già le cose che avrebbe potuto fare tra photoshoot e tanto altro.

-p-per la tua agenzia? noona...io non penso di essere adatto...-

la donna scosse immediatamente la testa a quelle parole, che francamente aveva già predetto.
-non dire sciocchezze, tae-ah! tu sei un portento! sei nato per fare questo ed io voglio portarti fino in cima, tu lo vorresti? raggiungere finalmente il tuo sogno?-

-lo pensi davvero?- chiese quindi incerto, un po' scosso dalla realizzazione che una stilista di quella portata pensasse certe cose di lui, ma jiye sapeva di averlo già in pugno.

-chiedi a jeonggukie!- esclamò annuendo con entusiasmo.

-ma ciò che dice jeonggukie non vale!- scherzò poi, facendo ridere di gusto la più grande: effettivamente aveva completamente ragione, del resto jeongguk avrebbe trovato impeccabile qualsiasi cosa che il suo omega facesse.

-capisco ciò che dici, ma ti assicuro, taehyung-ah, che hai molto talento in ciò che fai, e ammiro molto la tua caparbietà, per cui, se ti sentissi fisicamente in grado di sfilare, io sarò davvero lieta di presentarti come uno dei miei modelli-

dunque taehyung aveva chiesto a jiye un po' di tempo per pensarci su a quella proposta, ma neanche un giorno che jeongguk ne era già venuto a conoscenza e stava già facendo tutto in suo potere perché accettasse.

e del resto, taehyung era un uomo debole quando si trattava del suo jeonggukie, per cui non ci era voluto molto perché l'alfa riuscisse a portare a termine la sua missione.

————

ebbene, sfilare su una passerella era sempre stato uno dei sogni nel cassetto di taehyung, il giovane papà poteva ancora rimembrare i momenti in cui indossava i vestiti e le scarpe di sua madre e passeggiava lungo i corridoi di casa con quei tacchi più grandi di lui, ma mai più grandi dei suoi sogni.

tuttavia, non era più spensierato come quando era più piccolo, ed il suo corridoio non era sicuramente come la passerella di un evento ufficiale della collezione di una famosissima stilista.

il dietro le quinte non era più la cabina armadio di sua madre e i pennelli delle make-up artist che gli riempivano il viso di cipria non facevano altro che ricordarglielo.

slow hands ; kvWhere stories live. Discover now