Capitolo 58

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P.O.V. Katherine

Apro le persiane per far entrare la luce, adoro l'aria del mattino. Oggi mi sono svegliata presto, devo fare un po' di pulizia. Prima però ci vuole una bella colazione. Nonostante quello che è successo ieri oggi sono positiva, voglio pensare solo alle mie cose. Mi metto I primi vestiti  che mi capitano ed esco per comprare qualcosa da mangiare. A pochi passi da casa mia c'è una pasticceria che fa delle brioches spettacolari. Entro e ne prendo una integrale ai frutti rossi. Torno a casa e mi preparo una bella spremuta di arance. Accendo la TV, giusto per avere un po' di compagnia mentre mangio. Non so perché ma sento un po' di solitudine dentro di me. Mi sono talmente affezionata a Beth e i ragazzi che quando non ci sono loro mi sento strana. In più, colei che mi manca più di tutti è zia Elena. Guardo con nostalgia le nostre foto appese. Se tutto va bene tra qualche giorno dovrei andare a Huston da lei. E non vedo l'ora di abbracciarla e colmare quel vuoto che ha lasciato. Bene, ora sono pronta ad affrontare questa giornata. Mi cambio con qualcosa di più comodo e vado nel garage. Accidenti, non me lo ricordavo così pieno. Devo cercare il tagliaerba, il giardino è diventato una foresta. Lo trovo dietro a una montagna di scatoloni pieni di polvere. Inizio a starnutire come se non ci fosse un domani, fantastico. Metto un po' di ordine così da poter portare dentro il barbecue, i tavolini e le sedie. Guardo il prato, a noi due. Aziono il taglierba, mi metto le cuffie con la musica  e inizio. Aumento il volume così da non sentire questo affare che avrà svegliato tutto il quartiere. È un lavoro noioso ma qualcuno dovrà pur farlo, se dovesse tornare mia zia non vorrei farle trovare la casa in uno stato pietoso.  Dopo una mezz'oretta finalmente ho finito, sembra una cavolata ma è faticoso tagliare l'erba. Prendo un po' di fiato, mi servirebbe un bicchiere d'acqua. Quando mi giro per entrare dentro quasi non mi viene un infarto dallo spavento. Appoggiato sulla porta d'ingresso a braccia conserte c'è proprio colui che ieri mi ha dato buca al nostro primo appuntamento: Christian Foster. Tolgo immediatamente le cuffie, appoggio la mano tremante sul petto.
"Scusa, non volevo spaventarti" dice avvicinandosi a me. Troppo tardi
"Come... come sei entrato?" Chiedo confusa, anzi no, stordita. Mi ha davvero fatto prendere un colpo, avrò perso 10 anni della mia vita.
"Il cancello era aperto, ti fidi così tanto della gente?"
"L'ho... scordato." Rispondo, ho la testa tra le nuvole. Cala il silenzio tra di noi. Mi sta guardando, sbaglio o sembra nervoso? Lo riesco a capire dalla sua espressione tesa. 
"Che ci fai qui?" Chiedo
"Volevo scusarmi per ieri" dice, sta davvero dicendo sul serio?
"E tu pensi che bastino un paio di scuse?" Rispondo, sembro acida lo so però è una cosa che mi ha dato molto fastidio e che mi ha fatto stare male. Mentre lui riflette sulla mia domanda io continuo a lavorare, prendo la scopa per pulire l'ingresso dall'erba.
"Cosa vuoi sentirti dire? Che sono uno stronzo per averti lasciato lì ad aspettare? O che non mi merito di essere qua a parlare con te?" Dice
"No, semplicemente il motivo" rispondo fermandomi
"Questo... non posso dirtelo" risponde, al diavolo lui è i suoi segreti. Mi sono rotta le scatole di rimanere all'oscuro di tutto, se vuole una relazione con me deve esserci sincerità reciproca. In più, è mio diritto sapere perché non si è presentato.
"Va bene" dico, torno a fare le mie cose ignorandolo. Borbotta qualcosa che non riesco a comprendere, ma non mi interessa, mi sento presa in giro
"Katherine per favore, potessi dirtelo l'avrei già fatto lo sai" dice, quindi mi sta dicendo che non si fida di me? Rimango in silenzio, sono profondamente delusa.
"Katherine...", non rispondo. Anche perché non ho più parole. All'improvviso sento una forte presa sulle mie braccia e la mia schiena contro il muro freddo. Il suo viso è a pochi centimetri del mio
"Non mi ignorare cazzo! So di aver sbagliato e l'unica cosa che posso fare è chiederti scusa. Non chiedermi spiegazioni che non ti posso dare perché non riguarda solo me. Cerca di capirmi per favore" dice, i suoi occhi mi stanno implorando mentre i miei stanno iniziando a pizzicare. Non posso forzarlo a dirmi la verità ma così non va.
"Non è la prima volta che ti comporti così..." sussurro
"Lo faccio per il tuo bene"
"Quindi mentirmi dovrebbe proteggermi da chissà che cosa. Che per giunta sai solo tu" dico, ora mi sto arrabbiando.
"Potevo inventarti qualsiasi stronzata ma non l'ho fatto" dice
"Ah quindi dovrei pure ringraziarti per questo? Grazie, ma non dovevi" rispondo, mi libero dalla sua presa ed entro in cucina per allontanarmi da lui. Mi prende dal polso per fermare la mia fuga. Dice tanto che io sono testarda ma nemmeno lui scherza.
"Lasciami"
"Non prima di aver risolto"
"Se tu la smettessi di fare di testa tua per una santa volta e fossi sincero con me magari possiamo anche risolvere!" Dico alzando la voce, sta facendo uscire fuori il peggio di me.
"Devi capire che ci sono cose che non puoi sapere"
"Come per esempio cosa c'è tra te e Xavier? O perché ogni tanto ti presenti con la faccia piena di lividi? Oppure... perchè ieri mi hai lasciato ad aspettare al freddo come una povera illusa?" Dico in preda alla rabbia, Christian invece è troppo calmo, il che è molto strano. "Come pensi che funzioni una relazione eh? Con la sincerità e la fiducia, e qua io non ne vedo" continuo, lui resta in silenzio a guardarmi "quindi, finiamola qua" Mi giro dandogli le spalle, l'ultima frase che ho detto mi ha fatto male. E so che ha ferito anche lui, ma quando si supera il limite della pazienza... succede questo.
"Xavier c'è l'ha con me perché è finito in carcere a causa mia" dice cogliendomi di sorpresa.
"Cosa?!"
"Si voleva vendicare di me per una cosa passata e ha cercato di incastrarmi ma alla fine il suo piano gli si è ritorto contro." Continua, mi ha lasciata spiazzata.
"Io mi fido ciecamente di te Katherine, ma c'è una parte di me che non mi sento ancora pronto a rivelare. Una parte che è stata influenzata dal mio passato. E ti sto proteggendo da questo perché so quanto potrebbe farti stare male" dice, ora mi sento in colpa. Ci sono passata anch'io in questa fase perciò lo capisco. Non gli avrei mai fatto pressione se mi avesse detto così dall'inizio. Mi sarei fatta anche meno domande... detesto dirlo ma devo lasciarlo stare. Sento le sue braccia circondarmi la vita intrappolandomi, il suo viso è appoggiato sulla mia spalla e il suo respiro sul mio orecchio. Chiudo gli occhi.
"Fidati di me per favore, quando sarà il momento giusto saprai tutto. Te lo giuro su mia madre. Non voglio perderti, sei la cosa più bella che mi sia capitata. Basta litigare. l'unica cosa che voglio.... sei te." Dice, le ultime parole me le ha sussurrate facendomi venire i brividi lungo la schiena. Sono stanca di bisticciare e urlare. Voglio dargli questa ultima possibilità, anche perché, fossi al suo posto non vorrei mai che qualcuno mi mettesse alle strette per un qualcosa che non voglio rivelare. Appoggio le mie mani sulle sue
"Va bene, ma che non si ripeti più una cosa del genere, intesi?" Dico girandomi verso di lui.
"Te lo prometto" dice. All'improvviso vedo I suoi occhi illuminarsi e subito mi sento sollevare
"Ma che stai facendo!" Urlo dalla sorpresa, mi ritrovo seduta sul tavolo. Le mie gambe sono ancora avvolte intorno al suo corpo massiccio,
"Direi che abbiamo già parlato abbastanza" dice, non ho neanche il tempo di rispondere che si è già avventato sulle mie labbra. È un bacio pieno di desiderio, come se non mi avesse baciato da tempo.
"Dovremmo litigare più spesso, sei bella pure quando ti arrabbi" sussurra, inizia a baciarmi il collo lentamente mandandomi in tilt il cervello. Le mie mani toccano le sue spalle possenti e le braccia muscolose mentre le sue vagano lungo il mio corpo senza meta. Quando sento le sue labbra avvicinarsi al mio seno lo fermo subito
"No no aspetta" dico a bassa voce, mi vergogno un sacco e... so come andrà a finire. Io non sento pronta, in più... non mi oso... oddio che vergogna! Mi guarda, ha capito perché l'ho fermato.
"Guastafeste" dice scherzando. Si allontana leggermente da me così da permettermi di rialzarmi e scendere giù. Sono stordita e... strana. Per non parlare del mio povero cuoricino che sta per scoppiare. Cavolo, nessuno mi aveva detto che sarebbe successa una cosa del genere. Mai avrei immaginato di ritrovarmi così con Christian Foster, all'inizio anche solo sentire il suo nome mi faceva paura. Come diavolo siamo finiti così?
"Allora... cosa vuoi fare?" Chiede Christian come se non fosse successo nulla
"Eh?" Non capisco che cosa intende
"Abbiamo tutto il giorno quindi..."
"Aspetta, resti?!" Chiedo sorpresa
"Ovvio, dopo tutto devo ancora farmi perdonare" dice. Mi è venuta un'idea
"Bene, mi è venuta un'idea"

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