Capitolo 7

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SPAZIO AUTRICE

Finalmente ho pubblicato questa storia, erano mesi che c'è l'avevo li in attesa del momento giusto per condividerla con voi. Aggiornerò una volta a settimana ma se avrò tempo anche due. Spero che vi stia piacendo e mi piacerebbe sapere il vostro parere. Buona lettura💖

P.O.V. Katherine

Ci voleva un bel week-end. Mi sono riposata e sono pronta per affrontare questa settimana. Oggi stranamente mi sono svegliata bene, mi preparo ed esco. Le prime due ore di storia passano tranquille e sono state anche leggere. Ora ho educazione fisica, perciò vado in palestra. Nello spogliatoio ci sono già delle ragazze, mi ignorano e io faccio lo stesso. Vedo Elizabeth entrare e venire da me
"Dunque è questa la palestra." Dice guardandosi attorno
"Già" Rispondo
Dopo esserci cambiate andiamo fuori e aspettiamo il professore. Eccolo arrivare con in mano il solito bloc notes, adesso glielo rubo e cancello tutti i 4 che ho preso. Faccio veramente schifo a ginnastica, non c'è un esercizio che riesca a fare bene.
"Oggi ci sarà un'altra classe associata a noi. Tra 5 minuti dovrebbe arrivare" dice il professore. Già detesto fare ginnastica con i miei compagni, figuriamoci con degli altri. Oggi non mi è ancora successo nulla, il che mi preoccupa da morire. La presenza di Vanessa mi innervosisce; sto sempre in allerta, l'ansia mi sta uccidendo. Tengo sempre la guardia alta con loro perchè quando meno te l'aspetti ti colpiscono. Ed è meglio essere pronti che colti di sorpresa. La porta dello spogliatoio maschile si apre e a momenti svengo. La classe che farà con noi ginnastica è quella di Christian. È vestito con un paio di pantaloncini da basket e una maglia maniche corte che gli fascia perfettamente il torace. I suoi tatuaggi sono messi in risalto dalla maglia bianca. Insieme a lui c'è il ragazzo con cui mi sono scontrata e altri due ragazzi. Christian da un'occhiata veloce a tutti noi ma si sofferma su di me. Le ragazze stanno letteralmente sbavando alla loro vista mentre io vorrei solo scavarmi una fossa e buttarmi lì dentro.
"Bene oggi faremo le basi della pallavolo. Fate delle coppie" tutti si mettono in gruppi da due. Mi guardo in giro, mi sa che mi toccherà fare l'esercizio da sola.
"Come sempre sei l'unica da sola" dice Vanessa ridendo. La ignoro, non ha senso parlare con una persona senza cervello
"Chi ti dice che è sola? " risponde una voce femminile. Beth. Vanessa assottiglia lo sguardo su noi e se ne va. Non è da lei, sono sicura stia tramando qualcosa contro di me.
"Stiamo insieme?" Chiede Beth sorridendo. Sento qualcosa accendersi dentro di me.
"Sì" rispondo contenta. Il professore ci da un pallone per coppia e iniziamo a palleggiare. Un pallone mi colpisce sulla schiena facendomi un po' male
"Cavolo scusami non volevo" dice Vanessa facendo finta di essere dispiaciuta. Lascio stare, e continuo l'esercizio
"Ma perché non le dici nulla?" Chiede d'un tratto Beth
"Perché non ne vale la pena" rispondo.

La lezione è finita, tutti abbandonano i palloni e corrono a cambiarsi. Durante le due ore ho beccato Christian guardarmi, avrei voluto sostenere lo sguardo ma non ci riuscivo. Tutte le ragazze sono giá andate via, le uniche rimaste siamo io, Beth e Vanessa. Mi aspettavo una scenata delle sue e invece niente. Magari avrà finalmente capito che è da immaturi comportarsi così. Però è strano, di solito è la prima ad andarsene. Mi cambio ed esco dallo spogliatoio.
"Wood puoi mettere a posto i palloni per favore?" Mi chiede il professore di ginnastica.
"Ti aspetto in mensa" dice Beth. Annuisco e inizio a raccogliere i palloni. Li metto bene in ordine nell'armadio. Prendo l'ultima palla ma quando entro nello sgabuzzino la porta improvvisamente si chiude lasciandomi dentro. No cavolo non ci voleva!
"Fatemi uscire!" Urlo in preda ad un attacco di panico
"Goditi la tua pausa pranzo sfigata" dice una voce maschile. Aaron.
"Così imparerai a non ignorarmi" dice Vanessa ridendo, ecco perchè ci stava mettendo un secolo a cambiarsi. Lo stava aspettando...
"No no no!" Urlo. Inizio a sentirmi male. Maledetta claustrofobia. Cerco di respirare piano ma è come se le pareti si restringessero sempre di più, schiacciandomi.
"Vi prego aiutatemi!" Urlo tirando i pugni contro la porta. Mi siedo a terra cercando di calmarmi ma mi sento soffocare. Devo immediatamente uscire da qui. Prendo il telefono e chiamo Beth. Meno male che mi ha lasciato il suo numero. Dopo due squilli risponde
"Pronto chi parla?"
"Kat. Ti... prego... ho bisogno....palestra" cerco di dire ma mi escono parole disconnesse. 
"Che sta succedendo?"
Il mio corpo trema, il telefono mi scivola dalle mani. Non posso resistere per molto. D'un tratto sento qualcuno chiamarmi ma non riesco a muovermi
"KATHERINE" la voce è di Beth. Con le poche forze rimaste tiro un calcio contro la porta per attirare la sua attenzione.
"Kat stai bene?" Chiede. Sento che sta cercando di aprire la porta ma è chiusa a chiave
"NO!" rispondo urlando.
"Cazzo non riesco ad aprirla" dice. Dopodiché non sento più nulla.  Inizio a sentire le vertigini, mi aggrappo all'anta dell'armadio provando a fare dei respiri profondi ma soffoco. Improvvisamente sento di nuovo dei colpi. Il respiro si fa sempre più pesante e le gambe più molli. Fortunatamente la porta viene buttata giù appena in tempo e crollo tra le braccia di qualcuno

P.O.V. Christian

Metto i libri che non mi servono nell'armadietto.
"Cavolo Evan, dovevi esserci ieri" dice Brian. Fa ancora i salti di gioia per la vittoria di ieri
"Lo so ma Jessica è stata male e dovevo restare con lei" risponde. Jessica è sua sorella di 4 anni. Quando si tratta di lei non esiste nulla di più importante.
"Sai un uccellino mi ha detto che ora hai la macchina" dice Brian
"Con uccellino intendi William?" Rispondo.
"Ora puoi gareggiare pure tu" dice Evan
"No, io voglio il ring. Non hai nulla per me?" Chiedo. È Evan che organizza i miei incontri e le gare di Brian. Diciamo che è il nostro "manager" e si occupa anche delle scommesse.
"Per adesso nulla, ma tieniti sempre pronto" risponde
Improvvisamente vediamo una ragazza correre verso di noi, la riconosco subito. È colei che ha umiliato Aaron.
"Vi prego aiutatemi. La mia amica è chiusa nello sgabuzzino e non sta bene!" Urla nervosa. Senza farcelo ripetere due volte la seguiamo correndo. Ci porta in palestra e indica la porta
"Vi prego fate qualcosa" dice piangendo.
"Cercate la chiave" dice Brian cercando di aprire la porta.
"Non c'é tempo" rispondo. Tiro un calcio alla porta sfondandola. Ed eccola lì, sul punto di svenire. La prendo appena in tempo, il suo corpo sta tremando e ha la fronte sudata.
"Aria..." sussurra. La prendo in braccio e la porto fuori. E meno male che esistono le porte antincendio. L'appoggio sull'erba. Inizia a tossire e a respirare rumorosamente.
"Cosa le sta succedendo ?" Chiede Brian preoccupato
"claustrofobia" risponde William
"Vuoi andare in infermeria?" Chiede l'amica. Lei fa di no con la testa. Mi inginocchio per guardarla negli occhi.
"Chi è stato?" Domando. I suoi occhi sono rossi dal pianto e spaventati.
"Non... non importa" risponde con la voce che trema. Respiro per trattenere la rabbia, non voglio spaventarla.
"È stata Vanessa, vero?" Dice l'amica
"Voglio... voglio andare in camera" dice cercando di alzarsi ma barcolla. L'afferro dalle spalle, voglio saperlo.
"Dimmi chi è stato" dico serio.
"Basta amico" dice Evan allontanandomi da lei. L'amica la prende a braccietto per sostenerla. Ma prima di portarla via appoggia una mano sulla mia
"Grazie" sussurra. La guardo mentre entra a scuola.
"È proprio fortunata quella ragazza" commenta William.
"Ora che ci penso non è la prima volta che le succede qualcosa" dice Evan. Io e William essendo arrivati da poco non sappiamo come vanno esattamente le cose e sono stanco di tenere le mani in tasca.
"Voi la conoscete?" Chiedo.
"Sì di vista, ne ha subite di tutti i colori. Soprattutto da Jackson" risponde Evan
"Quel coglione..." Borbotto. Sono sicuro che sia stato lui a chiuderla là dentro.
"Se vedete qualcosa lo voglio sapere" dico stringendo i pugni.
"Perché tutto questo interesse?" Chiede William. Vado via senza rispondere. La veritá è che non posso stare a guardare mentre le fanno del male così. È la seconda volta che succede, ma la cosa che mi fa arrabbiare è che non mi ha voluto dire chi è stato anche se i miei sospetti li ho. Lascio lo zaino in camera, oggi ho voglia di allenarmi. Prendo il borsone e vado in garage. Ed ecco la mia bambina che aspetta solo me. La mia Ferrari. Accidenti se mi è mancata. Metto in moto e premo sull'acceleratore per sentire tutti i suoi 720 cavalli. Questa sì che è musica per le mie orecchie. Esco da scuola e vado in palestra.



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