Capitolo 16

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P.O.V. Katherine

Sbadiglio in contemporanea con Elizabeth, non riesco più a reggere la lezione di chimica. Il bello é che é appena passata mezz'ora e manca ancora un'ora e mezza.
"Voglio un letto" dice Beth
"Tu vuoi sempre bisogno un letto"
"Tutta colpa tua, mi hai trattenuto con le tue chiacchiere" dice
"Io? Sei tu che ti sei autoinvitata in camera mia con il pretesto di fare un pigiama party" rispondo, solo ora mi accorgo che la classe ci sta guardando compreso il professore.
"Wood e Cooper, anzi lei Wood. Vuole spiegarmi la legge di Lavosier dato che la vedo molto attenta" il professore di chimica é uno dei più odiati della scuola.
"Certo, é anche nota come la legge della conservazione della massa e afferma che in una reazione chimica la somma delle masse dei reagenti é uguale alla somma delle masse dei prodotti. In poche parole nella reazione non si crea materia nuova e non si distrugge, " rispondo, credeva che non stessi ascoltando la lezione ma si é sbagliato.
"Bene, proseguiamo" dice sorpreso, lo so che volevi farmi cadere ma non ci riuscirai mai.
"Complimenti" sussurra Beth, le faccio l'occhiolino. Chimica, scienze e matematica, le uniche materie dove non puoi cogliermi impreparata. Sono le mie preferite, infatti finito il college voglio studiare medicina. Il professore ci da degli esercizi da fare in coppia.
"Ti prego spiegami come applico la legge di Proust che non ho capito nulla" dice Beth sbuffando.
"Ecco devi fare..." vengo interrotta da qualcuno che bussa alla porta.
"Avanti" dice il professore. Vedo Christian entrare, chissà perché è qui. Dice qualcosa all'insegnante ma essendo indietro non riesco a sentire bene. Esce lasciando la porta aperta
"Wood in presidenza" dice d'un tratto il professore. CHE COSA?! Tutti mi guardano sorpresi.
"Perché?" Chiedo, per quale cavolo di motivo devo andare li? Non ho fatto nulla.
"La vuole il preside, e faccia veloce. Sta fermando la lezione" risponde. Prendo lo zaino ed vado fuori dal laboratorio, Christian é appoggiato sugli armadietti
"Andiamo" dice
"Cosa vuole il preside? Christian che sta succedendo?" Chiedo nervosa, non mi piace questa storia.
"Vieni, ci stanno aspettando" risponde prendendomi per il polso. Mi porta in presidenza senza rispondere alle mie domande. Entriamo nell'ufficio, ci sono tre persone insieme al dirigente. Il padre di Christian e... quando vedo Aaron insieme al padre sento il cuore fermarsi
"Signorina Wood?" Dice il preside, é sorpreso quanto me.
"Buongiorno"
"Prego si accomodi" mi siedo accanto al padre di Christian mentre il figlio rimane in piedi dietro a me.
"Posso sapere... che ci faccio qui?" Chiedo deglutendo, Aaron mi sta fucilando con lo sguardo
"Christian sostiene che Aaron le ha alzato le mani. É vero?" Mi chiede suo padre dandomi del lei. No non posso credere a quello che sta succedendo.
"Digli cos'è successo" dice Christian. Inizio a tremare, le parole mi muoiono in gola. Ho i loro sguardi su di me, vorrei scomparire. Tutto questo... mi sta facendo stare male.
"Non aver paura" dice il preside. Ripenso alle parole di Elizabeth per trovare il coraggio di dire una semplice parola
"Si" rispondo a bassa voce.
"Bugiarda!" dice Aaron alzando la voce, sussulto.
"È questi come li spieghi?" Dice Christian, mi sposta i capelli per scoprire il mio collo pieno di lividi. Sento gli occhi pizzicare quando mi viene in mente ciò che era successo.
"É stato lui?" Chiede il preside. Annuisco, la mia guancia viene rigata da una lacrima sfuggita al controllo
"TUTTE STRONZATE, PENSI CHE TI CREDINO?" Urla Aaron tirandosi su, mi alzo dalla sedia immediatamente terrorizzata e afferro il braccio di Christian. Voglio andare via da qua, non voglio stare qui insieme ad Aaron
"Se fossero tutte stronzate come dici tu, perché ha paura di te?" Dice Christian
"Che cavolo ne so, avrà sicuramente dei problemi" risponde Aaron. Problemi?
"Tu mi hai reso cosi" dico, credevo di averlo detto a bassa voce ma mi sbagliavo. Mi hanno sentito tutti
"É la prima volta che succede?" Chiede il preside, dalla sua faccia capisco che é molto arrabbiato
"No" rispondo. Non so da dove sto tirando fuori questo coraggio ma sono stanca di stare male per colpa sua. Ho subito abbastanza.
"Come puoi vedere... mio figlio non é un bugiardo" dice il padre di Christian al quello di Aaron
"Padre, preside. Tutto questo... é una bugia. Vogliono incastrarmi credetemi" dice Aaron con la voce che trema. Christian si mette a ridere
"Peccato che le prove dicono tutt'altro" dice.
"Voi tre, fuori. Voglio parlare con i vostri genitori. Piú tardi l'aspetto Wood" dice il preside. Usciamo fuori dal suo ufficio.
"Ti avevo detto di tenere quella cazzo di bocca chiusa" dice Aaron venendo verso di me ma Christian si mette davanti
"Non ti é bastata la lezione?" Dice
"Ti rovineró Foster, puoi giurarci. E tu, stai attenta. Quando meno te l'aspetti ti farò pentire di aver parlato" dice puntandomi un dito contro. Se ne va lasciandoci soli. Crollo sul pavimento e scoppio a piangere, non posso credere a ciò che é appena successo. Inizio a respirare rumorosamente, sto per avere un attacco di panico.
"Calmati ragazzina" dice Christian, con le mani mi afferra dalle spalle per alzarmi ma mi ribello
"No tu non capisci, adesso si che sono finita. Lui, Vanessa, tutti. No no, io non posso... ma che cavolo mi é saltato in mente? Mia zia... no lei non deve saperlo... ma lo saprà giá. Sarà preoccupata a morte... no no no..." Non so nemmeno io cosa sto dicendo, sto tremando come una foglia. Ma poi sento due braccia che mi avvolgono la schiena intrappolandomi in un abbraccio. L'aria si riempie con il suo profumo, le mie mani sono appoggiate sul suo petto solido come una roccia. Riesco a sentire il suo battito cardiaco, é tranquillo, niente a che fare con il mio.
"Sshhh... respira" sussurra Christian. Sento i brividi lungo la schiena, é un abbraccio protettivo, posso finalemente sentire la mia mente che si rilassa e il respiro che torna regolare. Lascio uscire le lacrime rimaste. Mi stavo tenendo dentro troppe cose, mi sentivo scoppiare. Ora, quel peso che avevo sul petto man mano diminuisce. Lentamente mi allontano da Christian ma le sue mani mi bloccano dai fianchi. Ci stiamo guardando negli occhi, verde contro azzurro.
"Non ti succederà nulla te lo prometto. Nessuno ti toccherà fin quando io sarò qui. Ne Vanessa, ne Aaron. Nessuno." Sussurra con voce roca. Con il pollice mi asciuga le lacrime. Davvero mi ha fatto questa promessa? Mi sollevo sulle punte dei piedi per raggiungere il suo viso e poso le labbra sulla sua guancia. 
"Grazie, davvero. Grazie per il tuo aiuto, grazie per avermi difesa. Grazie per tutto." Dico, sono sicura di essere rossa dall'imbarazzo. Volevo farlo ieri, ma mi sembrava inopportuno. Adesso invece... non posso crederci che il tenebroso Christian Foster abbia fatto tutto questo caos per me. Il suo viso si illumina con un sorriso, non l'ho mai visto sorridere. Nota la mia espressione da ebete
"Che c'é?" Chiede inclinando la testa
"Dovresti farlo più spesso" dico, solo dopo realizzo cosa diavolo ho appena detto.
"Che cosa?"
"Sorridere" rispondo sorridendo pure io
"Anche tu" dice.
"Scusate l'interruzione. Alexander hai un minuto?" Ci giriamo insieme verso quella voce. Davanti a noi c'è il padre di Christian, mi allontano da lui, avevo ancora le sue mani sui miei fianchi.
"Oh, io vado... Credo proprio che sia il momento di andare. Cioè si... ehm... arrivederci Signor Foster. Christian" balbetto come una stupida.
"Arrivederci signorina Wood" dice suo padre salutandomi. Torno nell'aula di chimica, busso e vado a sedermi al mio posto con il sorriso fino alle orecchie. Elizabeth si avvicina a me squadrandomi, ma poi fa una cosa inaspettata... mi annusa e alza il soppraciglio.
"Dopo mi dici perché hai del profumo maschile addosso" 

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