Capitolo 25

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P.O.V. Elena

"Oggi le stelle sono ben visibili." Dice Katherine. É coricata sullo scivolo mentre io sono seduta sulla panchina. Ripenso a quando era piccola e mi viene in mente un ricordo in particolare, aveva 5 anni.
Oggi ho deciso di portare kat al parco giochi. Sta saltellando sullo scivolo e ogni volta che arriva sopra temo che possa sbattere la testa sull'asticella talmente é presa a giocare. Passa all'altalena
"Zia spingimi in alto! Voglio toccare il cielo!", sorridendo vado da lei
"Ho un idea migliore, ti insegno ad andare sull'altalena da sola" le propongo
"Sii!" Le faccio vedere come si fa e in men che non si dica ha giá imparato. Ritorno sulla panchina e per 10 minuti buoni rimane sull'altalena, si ferma e va da un bambino che é seduto da solo sul dondolo. Li vedo parlare, poi mia nipote lo prende per la mano e iniziano a giocare insieme fino a quando rimaniamo solo io e lei. Nonostante sia da sola corre, saltella e si diverte. D'un tratto la vedo cadere dalle scale dello scivolo. Mi alzo immediatamente e corro da lei preoccupata.
"Tesoro accidenti ti sei fatta male?" Cerco di rialzarla ma lei mi precede, si pulisce dalla terra e guarda la ferita sul ginocchio
"No zia sto bene" dice nonostante sia caduta da una certa altezza
"Fammi vedere il ginocchio" le metto il disinfettante e qualche cerotto, meno male che li porto sempre quando esco con lei. "Andiamo a casa cosi mettiamo un po' di ghiaccio"
"Ma no zia, io sto benissimo. Guarda!" Saltella per farmi vedere che sta bene ma quando la sua gamba tocca per terra fa una smorfia di dolore
"Dai andiamo che sta facendo tardi"
"Per favoreeeee, io voglio ancora giocare"
"Se non vieni con ti compro il gelato al limone come piace a te"
"Uffa... e va bene." É cosi testarda, nonostante si sia fatta male vuole continuare a giocare. E io so che ha male ma non vuole ammetterlo, non vuole farmi preoccupare. La sua manina prende la mia e andiamo in gelateria
Mi asciugo una lacrima, il tempo é volato. Vorrei poter tornare nel passato e rivivere tutto. Sia le cose belle che brutte. Io ammiro mia nipote, é uguale a suo padre. Testarda, generosa, buona e gentile. Guando la guardo mi sembra di vedere Alexander, sarebbe orgoglioso di vedere com'é cresciuta e che donna é diventata. Ha una forza che mi ha messo in difficoltà qualche volte, é carica di energia. Ma ha un difetto, si chiude in se stessa, nasconde i suoi sentimenti e oscura i suoi pensieri. Ed è questo che mi preoccupa, non come reagirà alla notizia e io non ci riesco a dirglielo. Voleva farlo John ma nemmeno lui ne ha la forza.
"Zia perché piangi?" Chiede d'un tratto Kat. Cavolo mi ha visto
"Stavo ricordando... quando eri piccola adoravi passare le giornate a giocare al parco"
"Giá, ora sono diventata pigra" dice ridendo.
"Ora ti faró una domanda e voglio che mi rispondi sinceramente"
"Ehm... okay"
"Sei felice?"
"Devo ammettere che non mi aspettavo questa domanda. Comunque, ora si."
"Ora si?"
"Si, ora che ti ho visto e stai bene si. Ero in pensiero e averti qui... diciamo che mi hai tolto un peso dal petto". Mi sento come se il mio cuore fosse stato infilzato da una lama. Pensava che stessi male, l'ha capito dalle nostre chiamate. E in effetti ha ragione.
"Non sei sola?" Chiedo e credo di sapere giá la risposta.
"Lo ero, adesso ho degli amici. Tipo Elizabeth, William e Brian. Quest'ultimo non l'hai ancora conosciuto"
"Ascolta. Volevo dirti una cosa. Sono veramente fiera di te, della ragazza che sei diventata. Ne hai passate di tutti colori ma sei stata forte. Sii fiera di te e della persona che sei. E io sono la donna piú fortunata del mondo ad averti come nipote, anzi no. Come figlia, perché è questo che sei. Ho cercato di crescerti nel miglior modo possibile, di insegnarti tutto quello che sapevo. Ti auguro tutto il bene del mondo perché te lo meriti. Circondati da persone belle come Elizabeth e una cosa... non tenerti nulla dentro. Te lo chiedo per favore. Avvolte lasciarsi andare con le persone a noi care è la cosa migliore, perció, semmai avessi qualche problema parlane sempre. E sii forte, se stai per cadere chiedi aiuto, non devi fare le cose da sola perché nessuno é mai solo al mondo." Dire queste parole mi sta facendo star male e sto per piangere ma se lei deve essere forte io lo devo essere il doppio. Kat mi guarda a bocca aperta e sembra sconvolta
"Ma zia... perché mi dici queste cose?"
"Perché non sai mai cosa la vita ha in servo per te tesoro. E poi... questo cielo sta tirando fuori la mia poetessa interiore hahaa" cerco di cambiare discorso e di farla ridere perché i suoi occhi sembrano smarriti e preoccupati
"Allora dato che ci stiamo dichiarando... sappi che sono io la piú fortunata al mondo ad averti come zia. Mi hai fatto da madre, padre, fratello e sorella, da zio e zia. Sei la mia famiglia, tutto quello che mi rimane di questo mondo. E so di averti fatto passare giornate brutte, di averti trattato male quando... quando i miei genitori se ne sono andati. Sei e sarai sempre la mia speranza di vita, colei che mi ha tirato su dagli abissi quando stavo annegando. Grazie mamma, per tutto. Ti voglio un bene dell'anima e sempre te ne vorrò" viene da me e mi abbraccia. Ed é in questo momento che le lacrime sfuggono dal mio controllo. Lacrime amare, lacrime per quello che succederá.

P.O.V. Katherine

Le parole di mia zia mi entrano in testa come un treno ad alta velocitá. In altre circostanze mi avrebbero fatto un effetto diverso da quello di adesso. Ho la pelle d'oca, é come se volesse dirmi addio... lei mi sorride per darmi sicurezza ma io non so piú cosa fare. E sono stanca di pensare al peggio, ho una visione sempre negativa delle cose. Ora basta, le dico anch'io quello che penso e l'abbraccio. La sento piangere, é sempre stata una donna dai sentimenti forti e dalle lacrime facili peró questa volta percepisco una certa angoscia in lei.
"Zia..."
"Dimmi cara"
"Me lo compreresti un gelato al limone?" Chiedo. Vedo i suoi occhi illuminarsi e inizia a ridere in modo piacevole.
"Per te, mia cara Kat, comprerei tutta la vasca di gelato al limone"
"Mmmh... no, non mi basta. Io voglio direttamente la gelateria" dico sorridendo
"Pure il gelatiere?"
"Se é carino si"
"Magari é come... aspetta com'é che si chiama?" No ti prego non dirmi che sta parlando di...
"Ahhh Christian!" Ecco, Elizabeth ha contagiato pure lei
"Io sono senza parole. Tu e Beth siete uguali" dico schiaffeggiandomi la fronte
"Se lo dicamo sará perché abbiam visto qualcosa che a te é sfuggito"
"Guarda zia, ci sono molte cose che ultimamente mi stanno sfuggendo. Perció, pensiamo a come comprare la gelateria al posto dei ragazzi."

Per la notte ho deciso di stara a casa mia, prendo la vascetta di gelato, i popcorn e le caramelle e mi butto sul divano accando a mia zia.
"Scegli tu il film" le dico passandole il telecomando. D'un tratto sento bussare.
"Ma chi é a quest'ora?" Guardo la porta preoccupata, sono le 23 ed é veramente insolito.
"Ho invitato un paio di persone" dice mia zia alzando le spalle. Apro e rimango sorpesa nel vedere William e Beth
"Siamo in tempo per il pigiama party?" Dice Beth, è vestita con il pigiama da unicorno mentre William é in pantaloncini e maglietta.
"Dimmi che nessuno ti ha visto cosi" sarebbe troppo imbarazzante
"Tranquilla siamo venuti in macchina, bel pigiama" dice William, solo ora realizzo che ho addosso il pigiama piú imbarazzante. É azzurro con le paperelle e ai piedi ho i calzini di colori diversi.
"Ho trovato solo questo" dico ridendo
"Che fate ancora li, Kat falli entrare"
"Grazie signora Wood per l'invito" dice William
"Giovanotto, chiamami Elena. Ora venite che sta per iniziare il film"

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