Capitolo 29

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P.O.V. Katherine

La porta davanti a me viene da un Christian preoccupato a morte. Ci prende sotto braccio e andiamo fuori appena in tempo, un minuto in piú e sarei soffocata. Tossisco per buttare via il fumo dai polmoni, cavolo... non posso credere a quello che é successo. Ero davvero in mezzo alle fiamme per salvare Vanessa? Il mio corpo trema incontrollato, è come se fossi ancora in mezzo alle fiamme. Mi faccio forza per riprendermi dallo shock, non voglio ricordare... Qualcuno mi prende il viso, non mi ero accorta di essere ancora tra le braccia di Christian
"Stai bene?" Mi chiede. I suoi occhi sono preoccupati.
"Si..." rispondo con un filo di voce. Non riesco ancora a respirare bene. Christian dice a William di occuparsi di me e Vanessa mentre lui, Brian e Evan prendono degli estintori. Cosa diavolo pensa di fare??
"Non... non fatelo" dico tossendo ma nessuno sembra aver sentito quello che ho detto. Non possono, é pericoloso! Vengo portata fuori
"Portatele dentro l'ambulanza" dice l'infermiera della scuola. Subito dopo mi mettono l'aereosol e mi fanno sdraiare. Ti prego, fa che non succeda nulla ai ragazzi. Vanessa è coricata accanto a me sul lettino e sembra stare bene, apparte la botta che si é presa cadendo all'indietro. Si volta verso di me e mi guarda con gli occhi pieni di lacrime
"Grazie" sussurra. Sono consapevole di chi ho di fronte e so che se fossi stata io al suo posto non avrebbe mosso un dito per me. Ma io non sono come lei, sono migliore. Le faccio cenno con la testa e cala il silenzio.

Quando vedo Christian aprire la porta dell'ambulanza e gli altri che sbirciano dietro di lui, ho tirato un sospiro di sollievo. Sono stata un sacco in pensiero. L'infermiera mi dice che posso pure andare a riposare "Vieni ti accompagno in camera" dice Elizabeth. Salutiamo i nostri amici. Beth mi prende a braccietto e ci incamminiamo versocil dormitorio.
"No aspetta... voglio stare qui" dico indicando l'albero dietro di noi. Non voglio stare chiusa in camera, ho bisogno di aria e tranquillitá.
"Va bene" risponde Beth. Mi corico sull'erba e chiudo gli occhi. Ho ancora il cuore che batte fortissimo.
"Ti ammiro sai?" Dice d'un tratto Elizabeth
"Come? Tu ammiri me?"
"Dopo tutto quello che ti ha fatto Vanessa... hai rischiato la tua vita per salvarla"
"Non potevo stare li a guardare" rispondo.
"Avresti potuto chiamare aiuto. Non dovevi fare tutto da sola"
"Sarebbe stato troppo tardi. In situazioni come quella... alle persone importa solo della propria salvezza. La paura... oscura le nostre menti... c'è chi sta fermo a guardare, chi reagisce o chi scappa" dico, sento il petto diventare pesante. Mi ricordo mia mamma che gridava di scappare dalla finestra, mio padre che urla i nostri nomi... io in mezzo alle fiamme che piangevo, terrorizzata. Mi metto una mano sul petto per tranquillizzarmi
"Hey tutto bene?" Chiede Beth allarmata
"Si... ora passa" rispondo. Devo smettere di pensare a quella notte... mi sembra di impazzire
"Katherine! Scappa! La finestra!" Urla mia mamma. Le fiamme danzano intorno a me, piano piano avanzano. Vogliono divorarmi...
"Papá! Mamma! Ho paura!" Dico piangendo. Mi porto le ginocchia al petto. Continuo a ripetermi che é un brutto sogno, che tutto questo non sta accadendo davvero.
"Katherine, Charlotte! Dove siete?" Urla mio padre. Vorrei urlare e dirgli che sono qui ma la mia voce sembra scomparsa. Sono bloccata. Riesco solo a guardare le fiamme che mi circondano, il calore che penetra nella mia pelle. Le travi del soffitto cadono sollevando un fumo che mi fa lacrimare gli occhi. Non riesco più a respirare...

"No, basta" Dico prendendomi la testa fra le mani
"Katherine mi stai facendo preoccupare!" Dice Beth alzando la voce

Non sento piú l'odore di fumo. Sono coricata su qualcosa di morbido. Apro lentamente gli occhi e mi guardo attorno. Le pareti sono bianche... accanto a me c'è un monitor che fa un rumore strano. Sono attaccata a dei tubicini e ho qualcosa sulla bocca. Sembra una mascherina; una mano é appoggiata sulla mia ma non riesco a riconoscere la donna accanto a me. Mi muovo per farle capire che mi sono svegliata ma sento un dolore sul fianco destro. Che cos'é?
"Oh tesoro mio! Finalmente ti sei svegliata" la donna solleva il viso e ora riesco a capire chi é. Zia Elena.
"Chiamo il dottore". Due signori con un camice entrano e mi tolgono la mascherina per farmi una serie di controlli. Mia zia rientra e si siede
"Mamma? Papà? Dove sono?" Chiedo. Zia Elena trattiene il respiro e i suoi occhi si riempiono di lacrime.
"Amore, quello che ti sto per dire ti fará molto male. E mi dispiace un sacco, volevo essere io a dirtelo e non i dottori..." il mio cuore sembra spegnersi. Ho capito.
"Sono morti" dico con la voce che trema. Mia zia spalanca gli occhi e annuisce. Una lacrima riga la mia guancia. Non ho la forza per urlare... é come se il mio corpo si fosse spento. Chiudo gli occhi, rassegnandomi a ció che il destino ha deciso di far accadere.

"Basta!" Urlo piangendo.
"Aspetta vado a chiamare qualcuno" dice Beth
"No... sto bene" rispondo asciugandomi le lacrime.
"Che ti sta succedendo?"
"Troppi ricordi... ho la testa che scoppia" dico. Lei mi abbraccia forte
"So che non ti piace parlarne, ma se ti puó aiutare ad alleviare i pensieri... io sono qui" dice. Ora basta, non posso tenermi dentro tutto. Sto diventando pazza e mi sto facendo del male da sola. Deglutisco.... é la prima volta che ne parlo con qualcuno ma so che di Elizabeth posso fidarmi e non mi farebbe mai del male
"Ti ricordi quando ti avevo detto che i miei genitori sono morti?"
"Si"
"Non ti ho detto come. Quando ero piccola, per cause sconosciute, è scoppiato un incendio nella notte. Io mi sono salvata per miracolo ma loro no. Ecco, mi ricapita sovente di ricordare quella notte ma non come oggi. Quando eravano nel laboratorio e ho visto Vanessa... Non ho potuto salvare i miei genitori, non doveva succedere una seconda volta. "
"Ora è tutto piú chiaro. Mi dispiace per quello che é successo" dice Beth
"Anche a me dispiace. Ogni volta penso che se fossi scappata come diceva mia madre, se avessi chiamato aiuto... forse le cose sarebbero andare diversamente. Ma non posso cambiare ciò che è successo, nessuno puó. Ora basta pensarci. Grazie per avermi ascoltato. Sei la prima persona a cui lo racconto. Grazie di cuore"
"Sono io che devo ringraziare te. Ti sei aperta con me, vuol dire che ti fidi. E sono grata della tua fiducia. Inoltre, che tu ci creda o no... sto imparando molte cose da te. Per questo ti dicevo che ti amiro, e ora che so la veritá... ti ammiro ancora di piú. Perché nonostante tutto, sei riuscita a rialzarti in piedi e sei andata avanti. Sei una persona eccezionale" e dire che sono io che l'ammiro. Queste sono quelle persone che bisogna tenersele strette e combattere per loro. Sento il cuore calmarsi lentamente e il peso che diminuisce.
"Direi che é ora di rientrare" dice Beth guardando l'orologio.

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