Capitolo 21

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P.O.V. Christian

Le mie nocche colpiscono la faccia del bastardo che ha osato toccare Brian e William, nessuno si deve permettere di alzare le mani sui miei amici, specialmente William. Le persone urlano, sembra di essere a un incontro e questo mi fa continuare. Qualcuno mi chiama, probabilmente Evan. Si avvicina cercando di tirarmi via ma non ci penso due volte e lo spingo via. Una voce nella mia testa mi dice di colpire sempre più forte. Uno di loro è scappato via mentre l'altro non si difende più ma non mi basta. In questo momento non sto più connettendo, il cervello è annebbiato dalla rabbia. Delle braccia forti mi tirano via da loro, è la sicurezza. Mi ribello come un leone impazzito ma niente, sono in quattro a tenermi e sono il doppio di me. Vengo portato fuori tra le urla, gente che grida di chiamare l'ambulanza, altri la polizia.
"Che diavolo ti passa per la mente ragazzo? Sei nei guai lo sai vero?" Dice uno dei buttafuori
"LASCIATEMI CAZZO" urlo ma invece di essere libero mi ritrovo con la faccia a terra.
"Prima ti calmi". Respiro rumorosamente, sembro tornare padrone del mio corpo... é come se fossi entrato in uno stato di trance. Alzo le mani in segno di resa e finalmente mi lasciano.
"Vattene prima che arrivi la polizia". Vedo i miei amici correre verso di me.
"Ma ti ha dato di volta il cervello? Lo stavi uccidendo! Cazzo sappiamo difenderci anche da soli!" Urla William. Quando vedo il suo zigomo gonfio e il labbro spaccato ho una voglia matta di rientrare e finire quello che avevo iniziato. Mi guardo le nocche, sono piene di sangue e le mie mani tremano incontrollate.
"Andiamo via prima che ti vedano" dice Evan. Le mie orecchie stanno fischiando, troppo nervosismo... troppa rabbia. Mi sento scoppiare.
"State zitti cazzo!" Urlo, ho bisogno di silenzio per calmarmi ma non ci riesco. Inspiro e espiro, ma nulla. E il fatto che la situazione è sempre la stessa mi fa arrabbiare ancora di più. Solo ora mi accorgo che mancano le ragazze e Brian. Da lontano vediamo le sirene della polizia e dell'ambulanza.
"Merda! Muoviti, dammi le chiavi" dice William. Saliamo in macchina e andiamo via da lì. Picchietto l'indice sulla portiera, mi sono rotto le palle di stare così.
"Dove sono?" Chiedo con un tono di voce profondo e rauco
"Non ti sei accorto di cos'hai fatto?" Rispone William. Chiudo gli occhi e appoggio la testa allo schienale.
"Che cosa gli ho fatto?"se non ho spinto Evan allora é Brian. Sanno che non devono mettersi di mezzo quando sono cosi, eppure lo fanno sempre.
"L'hai spinta e ha sbattuto la testa, Brian l'ha portata in ospedale per assicurarsi che stia bene" risponde. COSA?! lei? No ti prego... ditemi che non l'ho fatto davvero.
"Katherine voleva solo aiutarti, devi farti vedere Christian. Non stai bene, e lo sai anche tu. Credo che tu debba tornare dal dottor Turner".
"Cazzo..." sussurro, l'ho spinta... e io che volevo proteggerla da Aaron. Alla fine sono stato io a farle del male. Conoscendola sarà terrorizzata da quello che ha visto. Dannazione. William ha ragione, non sto bene. Tutta questa rabbia... ero a conoscenza dei miei problemi peró ora non fanno altro che peggiorare. Senza un motivo logico. Ma da Turner, col cavolo che ci vado. Sì, mi avrá pure aiutato con mia madre ma non voglio farmi fare il lavaggio del cervello una seconda volta. In silenzio arriviamo a scuola

Sono seduto su questa sedia da mezz'ora e fisso la finestra con lo sguardo perso. William invece sta parlando al telefono con qualcuno. Che mi sta succedendo? Perché sono cosi? Mi hanno sempre detto di essere un po' brusco... ma ultimamente... sono fuori controllo. Mio padre ha ragione. Sto diventanto ingestibile. Però, non mi capiscono. Avessero vissuto un quarto di ciò che ho vissuto io mi capirebbero. William chiude la chiamata e si siede sul mio letto
"Sei fuori dai guai per oggi. Nessuno ha sporto denuncia, l'hai scampata" dice. Sai quanto me ne frega di una denuncia? Avevo ragione io. Ho difeso i miei amici. D'un tratto vedo una maserati nera parcheggiare fuori dalla scuola: é Brian. Per colpa degli alberi del cavolo non riesco a vedere bene.
"É arrivato Brian" dico a William. Apro la porta di camera mia e aspetto il loro arrivo. Sono preoccupato per lei, potessi tornare indietro e cancellare ció che ho fatto... li vedo arrivare. Brian la tiene in braccio, si ferma davanti a me. Mi avvicino e la guardo. Sta dormendo, le scosto i capelli per controllare e trattengo il respiro quando vedo la sua fronte gonfia. Elizabeth apre la camera e fa entrare Brian per posare Katherine sul letto. Mi sento male, l'ho colpita... avrei potuto fare di peggio.
"L'antidolorifico come lo prende adesso?" Chiede Brian
"Staró io con lei, se si sveglia che ha male glielo do. Ci penso io, ora... tutti fuori, lasciatela riposare" risponde Elizabeth. Tutti escono dalla camera, tranne me. Io rimango lì, a guardarla mentre dorme. Ogni tanto fa qualche smorfia di dolore quando si sposta.
"Vado a prendere del ghiaccio, non peggiorare la situazione" dice Elizabeth fulminandomi con lo sguardo. La ignoro, ne ho abbastanza di litigate per oggi. Ora ci siamo solo io e lei. Le accarezzo la guancia, non so come ma questo contatto mi fa rilassare.
"Scusami" sussurro.

P.O.V. Katherine

"Adesso controlliamo i battiti". Brian e Elizabeth hanno insistito per portarmi in ospedale. Ho un livido sulla fronte dovuto alla caduta, fa male ma sto bene. Cioé, credo di star bene. Quello che ho visto... il modo in cui stava picchiando il ragazzo. Non voleva solo difendere William e Brian. È come se... volesse sfogarsi. Mi ha fatto paura, e tanta. Non credevo che fosse capace di fare una cosa del genere.
"Signorina ha il cuore che sta battendo troppo forte, le daremo un calmante per farla rilassare. Per la testa invece non ci sono problemi, applichi del ghiaccio e prenda questo antidolorifico. Se il dolore non passa non esiti a tornare. Puó andare a casa." Dice il dottore. Usciamo dall'ospedale e saliamo in macchina. Mi sembra di avere la testa spaccata in due. Quando Christian mi ha spinto non sono riuscita a trovare qualcuno a cui aggrapparmi e siccome io ho giá problemi a tenermi in piedi senza cadere, ho sbattuto direttamente la fronte sul pavimento. Ho avuto un giramento e non fosse per William che mi ha tirato su mi avrebbero calpestata. Me lo sentivo che dovevo tornarmene a scuola e invece... se solo avessi fatto di testa mia tutto questo non sarebbe successo davanti ai miei occhi e io starei bene.
"Ve l'avevo detto che non avevo niente. Tu piuttosto come va l'occhio?" Faccio finta di star bene ma é come se avessi un martello pneumatico che mi batte sulla testa. Brian ha l'occhio leggermente gonfio, fortunatamente si é difeso bene altrimenti gli avrebbero fatto molto male.
"Niente che un po' di ghiaccio non possa risolvere" risponde Brian sorridendo. Sbadiglio, il calmante mi sta facendo rilassare e gli occhi diventano sempre piú pesanti. Cerco di stare sveglia ma é difficile
"Siamo arrivati?" Chiedo dopo venti minuti di viaggio
"Sì". Brian parcheggia fuori dalla scuola per non far rumore e attirare l'attenzione. Di solito il guardiano é sempre in giro, ma dalla parte delle aule perciò il dormitorio dovrebbe essere libero. Apro la portiera per scendere ma quando mi alzo vengo colpita da un forte capogiro. Elizabeth mi prende a braccietto per tenermi in piedi ma niente, non vuole passare.
"Riesci a camminare?" Chiede Brian preoccupato. Guardo in giro, per vedere se la vista si stabilizza ma continua tutto a girare. Rispondo di sì ma quando Elizabeth mi lascia andare traballo e le gambe diventano pesanti. Brian senza esitare mi prende in braccio, sussulto sorpresa. É la seconda volta che vengo presa a mo di sposa da un ragazzo.
"É il calmante che la fa stare così, l'ha calmata ma non fa passare il dolore alla testa. Deve prendere l'antidolorifico." Dice Elizabeth a Brian
"Portiamola in camera sua". Appoggio la testa sulla spalla di Brian e chiudo gli occhi con la speranza che tutto passi. Finisco con l'addormentarmi tra le sue braccia.

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