Capitolo 27

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P.O.V. Christian

Non ho per niente voglia di cenare con William e i suoi genitori ma mia zia mi ha obbligato. Mi metto una camicia bianca e dei pantaloni neri per sembrare presentabile. Spero non notino le occhiaie. Ho un aspetto terribile, sembro in after. Per non parlare del mal di testa che mi porto da sta mattina, riassumendo il tutto: odio la mia vita. Scendo in garage, devo per forza usare una delle macchine di mio padre, la mia é dal carroziere. Prendo la Mercedes-Benz GLE, non la usa spesso perció non si lamenterá se la prendo in prestito. Vado a casa di William e suono il campanello, la porta viene aperta da mia zia
"Tesoro, che bello vederti" dice abbracciandomi, non la vedo da settimane. Facendo il medico é sempre impegnata in ospedale e ogni tanto è pure fuori cittá.
"Entra pure, William si sta ancora preparando." Mi siedo sul divano e aspetto
"Allora come stai?" Mi chiede
"Bene grazie, te invece? Ti vedo in forma"
"Come sempre, sono stati giorni duri ma non si deve mollare" risponde. Io l'ho sempre ammirata, é una donna forte, determinata e coraggiosa. È bravissima nel suo lavoro e non teme gli ostacoli. Non a caso é la sorella di mia madre. Sono identiche, sia nel carattere sia nell'aspetto fisico. Spesso la rivedo in lei.
"Ti vedo stanco" dice d'un tratto
"Giá, lo sono."
"Ho saputo da Sebastian quello che é successo a scuola"
"Non doveva dirtelo. Non ti preoccupare zia, é tutto apposto" rispondo, non voglio che si preoccupi per me.
"Mmmhh... non mi preoccupo per i guai ma per te. Devi stare attento alle tue azioni Christian."
"Zia ti prego, non iniziare anche te a farmi le prediche. In questi giorni ne ho sentite di tutti i colori. Basta per favore" ma perché tutti vogliono farmi da strizzacervelli? Cavolo, non sono un pazzoide. Sono stanco di sentire le stesse cose, si avvicina a me e mi abbraccia
"Tranquillo, non ti faccio nessuna predica... sei mio nipote, è normale che mi preoccupi per te. Promettimi solo che starai fuori dai problemi" dice prendendomi il viso con le sue mani. La guardo dritto negli occhi, improvvisamente nella mia testa compare mia madre. Sento un brivido lungo la schiena, e mi trema la mano. Ma che mi sta succedendo? Chiudo un attimo gli occhi e prendo un respiro, l'immagine di mia madre scompare.
"Farò il possibile" rispondo, non posso promettere qualcosa che sicuramente non succederà. Mi sorride
"Come promessa lascia un po' a desiderare." Guarda l'orologio "WILLIAM! MUOVITI O TI LASCIAMO QUI" urla chiamando mio cugino, quel ragazzo é peggio delle femmine. Per mettersi un pantalone e una maglietta ci mette secoli
"Sto arrivando!" Dice scendendo dalle scale correndo.
"Papá?" Chiede
"Gli hanno messo un paziente da operare all'ultimo. Non so se riuscirá a raggiungerci dal ristorante."
"Ah... volevo festeggiare anche con lui" dice William con occhi tristi. Non voglio vederlo così.
"Tranquillo, vedrai che ne avrai l'occasione" dico dandogli una pacca sulla spalla.

Arriviamo al ristorante e ci sediamo al tavolo riservato per noi.
"Dovevi esserci alla partita mamma" dice William
"Mi dispiace tesoro ma sai che il mio lavoro non finisce mai. Ti prometto che alla prossima partita ci saró", i suoi genitori fanno l'impossibile per liberarsi dei loro impegni per stare con lui ma ultimamente è sempre da solo a casa. Mi viene in mente un ricordo di quando ero piccolo. Mio padre mi aveva iscritto a nuoto, all'epoca mi piaceva.
"Mamma! Papá! Domani ho una gara, ci venite?" Dico saltellando dalla felicitá
"Ma certo tesoro" risponde mia mamma
"Miraccomando battili tutti" dice mio papá incoraggiandomi.

Era la mia prima gara, ero cosi contento per essermi qualificato. Ero il piú piccolo, avevo 6 anni e non vedevo l'ora di entrare in acqua.

Salgo sul trampolino, cerco i miei genitori tra le persone e vedo mia mamma salutarmi con la mano con mio padre accanto. Oggi vinceró per voi. Quando il giudice fischia mi butto in acqua e nuoto il più veloce possibile. Ero primo ma all'ultimo giro non mi sono dato la spinta abbastanza forte e ho perso il mio vantaggio. Manca poco alla fine e non riesco a superare il mio avversario
"Avanti Alexander, fai vedere chi sei" urla mio padre
"Non mollare tesoro." Dice mia madre, i loro incoraggiamenti mi danno forza, ho promesso a loro di vincere. Non posso deluderli. Uso il massimo delle energie e riesco a superare il rivale per poco. Infatti arrivo primo superandolo solo per una bracciata. Riemergo dalla piscina ridendo e saltellando dalla gioia. Mia mamma corre da me con l'asciugamano e mi copre abbracciandomi.
"Bravissimo amore, sono fiera di te" dice dandomi un bacio sulla fronte.

Avere i miei genitori con me, che mi sostenevano... era la cosa più bella
Dopo neanche 4 mesi se n'era andata e da li ho smesso di nuotare. Era tutto diverso. Ho scelto di dedicarmi al kick-boxing, nonostante la disapprovazione di mio padre.
"Christian tu invece?" Cavolo non ho sentito nulla di quello che stavano dicendo
"Si?"
"Cosa mangi?" Chiede William, non mi sono accorto della cameriera accanto a me. Ordino e aspettiamo.
"Contro chi avete giocato oggi?"
"Contro la nostra vecchia scuola" risponde William
"Davvero? Quindi hai incontrato i tuoi vecchi compagni"
"Già... e che incontro..." borbotta William, arriva la cameriera con il nostro ordine. Incominciamo a mangiare
"E tu Christian, fai ancora kick-boxing o altro?" Domamda mia zia
"Sempre kick. É l'unico sport che mi piace"
"Ma non hai paura che ti facciano male?" Chiede, ah zia... se solo sapessi. Non mai avuto paura, sapevo a cosa stavo andando in contro quando decisi di allenarmi. Le cose sono diventate interessanti quando ho partecipato al mio primo incontro illegale. Da li tutto era cambiato.
"All'inizio si ma quando affronti molti avversari poi quella paura svanisce" rispondo
"Quando hai una gara dimmelo che voglio vederti", lei pensa che io faccia incontri normali ma non sa che ho fama nell'illegale.
"Ehm... certo" se vedesse quello che succede ogni volta che salgo sul ring mi ucciderebbe. Finiamo di mangiare e chiacchieramo un po'. D'in tratto mio telefono suona, chi é ora? Guardo il numero, é Evan. 
"Scusate arrivo subito", esco fuori e rispondo
"Dimmi"
"Dove sei Christian?"sembra agitato
"Perché?"  Spero che non si sia messo nei guai
"Cazzo ti sei dimenticato l'incontro?"
"Merda, era oggi?!!" Ecco che cosa mi ero scordato, e ora come faccio?
"Muoviti o qui perdiamo a tavolino"
"Arrivo"
Entro dentro, devo inventarmi una cavolata subito e dev'essere credibile.
"Scusatemi ma devo andare via. Brian ha avuto un problema con la macchina e ha bisogno di aiuto" ma con tutte le cazzate che potevo inventare, proprio questa ho usato? William mi guarda accigliato, sa che la macchina di Brian è dal carroziere insieme alla mia.
"Motore guasto come l'altra volta?" Chiede per rendere la cosa credibile, il lato positivo di avere un cugino che sa tutto è che ti può coprire sempre.
"Si"
"Oh vai pure, non ci sono problemi. Tanto stavamo per andare via. Passa ogni tanto va bene?" Dice mia zia. Meno male che si é bevuta la cazzata
"Certamente, scusami ancora. Ci vediamo" le do due baci sulla guancia ed esco a passo veloce. Prendo la macchina e raggiungo ad alta velocitá il cosmo. Chiamo Evan
"Dimmi che hai la mia roba"
"Ho tutto, dove sei?"
"5 minuti e sono li". Ma porca miseria, come cazzo é possibile che mi sia scordato di un incontro? Non era mai successo. Parcheggio ed entro correndo
"Eccoti finalmente, muoviti!" Urla Evan. Mi cambio alla velocitá della luce e arrivo appena in tempo. Avessi tardato di un minuto avrei perso per no show. Salgo sul ring e combatto

Scendo dal ring trionfante. Questa volta è stato difficile, era davvero forte.
"C'è mancato poco" dice Evan
"Giá. Scusami non so come sia potuto succedere". Non presentarsi ad un incontro é un problema. Oltre a farsi una figura di merda, si perdono anche parecchi soldi. Per combattere bisogna mettere una somma, come una caparra per garantire la presenza. Se vinci, ti danno il 30%, se perdi, si tengono il 60% ma se non ti presenti, si tengono il 100%. E per il ring, i soldi da mettere sono tanti
"L'importante é che hai vinto"
"Si, ora vado a casa. Ci vediamo a scuola"

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