Capitolo 5

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P.O.V. Katherine

Suona la sveglia, mi alzo di malavoglia. Fortunatamente il dolore alla spalla è quasi sparito, ma un po' di fastidio c'è ancora. Mi preparo e metto i libri nello zaino ma mi manca quello di matematica. Ripenso a Christian e alle sue parole. Non posso dargli torto ma ho le mie ragioni. La verità è che temo mi possa far del male come gli altri. Soprattutto dopo aver sentito le voci che circolano per i corridoi su di lui. Cavolo devo fare in fretta, così posso andare in classe sana e salva. Arrivo davanti al mio armadietto, prendo il mio libro e vado nell'aula di matematica, ma mentre sto camminando inciampo in qualcosa e cado davanti a tutti gli studenti. Qualcuno mi ha fatto lo sgambetto e non serve sapere chi è.
"Guarda dove vai sfigata" dice Vanessa. Mi rialzo, tutti stanno ridendo. Ormai non esiste giorno in cui mi lascino respirare tranquillamente. Entro in classe, dove posso rilassarmi. L'aula si riempe; matematica è la mia materia preferita, già a 4 anni riuscivo a fare la somma e la sottrazione. La professoressa entra in aula seguita da una ragazza mora.
"Ragazzi, date il benvenuto alla vostra nuova compagna. Presentati pure"
"Ciao a tutti, mi chiamo Elizabeth Cooper e vengo da New York" dice. È una bella ragazza. Ha i capelli neri, lunghi e mossi. La sua pelle è più scura della mia e a primo impatto sembra latina. A vederla pare una brava persona ma la mia esperienza mi ha insegnato a non basarmi sull'aspetto esteriore.
"Vai pure a sederti là" dice indicando un banco vicino a un ragazzo. Lei guarda la classe ma quando vede il posto vicino a me vuoto sorride
"Se non le dispiace vorrei stare vicino a lei" dice Elizabeth indicandomi. La professoressa annuisce e lei si mette vicino a me. Tutti la guardano sorpresi. Nessuno si era mai seduto vicino a me di spontanea volontà... tutti tranne Christian, che ancora non capisco perché l'abbia fatto.
"Io sono Elizabeth, tu?" Dice porgendomi la mano. Spalanco gli occhi sorpresa...
"Io... io sono Katherine" dico stringendole la mano.
"Bene, proseguiamo con i limiti..."

La campanella suona ed è ora di pranzo. Prendo il vassoio e mi siedo al solito tavolo. Oggi si mangia riso ai funghi e cheesecake alle fragole. Wow, vedo che stiamo migliorando. Mi guardo attorno ansiosa, ho paura possa succedere qualcosa, come ieri. Inizio a mangiare. Improvvisamente una mano si poggia sulla mia spalla. Sussulto spaventata ma mi tranquillizzo quando vedo che è Elizabeth
"Mi hai spaventato" dico mettendomi una mano sul cuore. Ho temuto il peggio...
"L'ho notato" dice ridendo. Si siede e inizia a mangiare. Tutta la mensa ci sta guardando
"Perché ci guardano tutti?" Chiede Elizabeth
"Vedi... ecco... nessuno si siede a questo tavolo" dico balbettando.
"Perché?"
"Perché..."
"Ma cos'abbiamo qui! L'orfanella ha fatto amicizia" dice una voce interrompendomi. Sento il sangue gelarsi all'istante. Aaron... "alzati dal tavolo, io e i miei amici vogliamo sederci" dice riferendosi a me. Non ho voglia di subire il solito perciò prendo lo zaino ma una mano mi ferma, Elizabeth.
"Non vedi che è occupato?" Dice lei. Non ci voleva.
"E tu chi sei? Nessuno ti ha detto di parlare" Urla Aaron attirando di nuovo l'attenzione su di noi.
"Vedi di non rompere le palle e vattene." Risponde. Wow Elizabeth non ha peli sulla lingua.
"Come diavolo ti permetti? Ora ti faccio vedere" dice Aaron arrabbiato. Cerca di prenderla per i capelli ma lei è più veloce. Lo afferra dal braccio e glielo gira sbattendogli la faccia contro il tavolo. Mi alzo immediatamente scioccata. Che cavolo sta succedendo?!
"Con me non attacca imbecille" dice lei stringendo la presa. "Ora alza il culo e vattene" lo molla spingendolo. Lui ci guarda con la faccia rossa dalla rabbia.
"Me la pagherai!" dice, ma riferito a me. Ma cosa cavolo ho fatto? Va via seguito dai suoi amici. Gli altri studenti iniziano a bisbigliare increduli poi tutto torna alla normalità. Come sempre. Elizabeth si siede e torna a mangiare
"Che cavolo è appena successo?" dico nervosa
"Ha attaccato con la persona sbagliata, piuttosto dimmi una cosa, chi è quel ragazzo davanti a noi che ci sta guardando?" Dice senza alzare gli occhi dal piatto. Non capisco a chi si sta riferendo ma quando capisco mi pento subito di aver guardato. È Christian.
"Ehm... io ora vado, devo fare molte cose. Ci vediamo domani" dico di fretta
"Ma non hai nemmeno mangiato!" Dice Elizabeth ma io ormai ho già preso lo zaino e vado in camera. Finalmente posso stare in pace, mi butto sul letto e rimango a guardare il soffitto.
Allora, sta mattina ho rischiato di rompermi l'osso del collo inciampando grazie a Vanessa, poi arriva Elizabeth e si siede vicino a me nonostante la presenza di un banco vuoto e poi, come se non bastasse, umilia Aaron davanti a tutti perché mi aveva detto di andare via. La cosa che mi preoccupa è quel "me la pagherai" detto da lui, riferito a me ovviamente. Il punto è che io non c'entro nulla in questa storia. Uffa devo distrarmi, oggi è una bella giornata e non mi va di sprecarla stando in camera. Prendo il mio blocco da disegno, le cuffie ed esco. Vado nel giardino del campus, che a quest'ora è vuoto. Mi appoggio a un albero e chiudo gli occhi riempiendo i polmoni di aria. È così piacevole... prendo le cuffie e ascolto Without me di Halsey. Inizio a disegnare, senza pensare. Che bello rintanarsi nel proprio mondo, per scappare da questa crudele realtà. Questo è il mio modo di farlo: disegnando. Sono banale lo so, ma è la mia ancora di salvezza; insieme al canto, solo che questa dote la coltivo di meno. Una mano mi toglie la cuffietta
"È da prima che ti chiamo" dice Elizabeth
"Elizabeth. Scusa non ti ho sentita" dico
"Ti prego, chiamami Beth o Liz, ma non con il mio nome completo" dice ridendo. "Prima sei letteralmente scappata via"
"Si ehm... non dovresti essere a casa?" Chiedo
"No, alloggio qui. Vedo che siamo in due" risponde. Cala un silenzio imbarazzante. Torno a disegnare consapevole che Beth mi sta guardando.
"Non sei una che parla molto vero?" Chiede
"No."
"Okay" dice sedendosi accanto a me. Cerco di ignorarla ma non ci riesco
"Perché sei qui... con me?" Dico
"Perché non si può?" Risponde alzando le spalle " Ah volevo capire una cosa, perché quel babbeo ce l'aveva con te?"
"Non è l'unico ad avercela con me." Rispondo senza giri di parole. Ma non intendo dire altro, meglio per tutte due. Non voglio che prendano di mira pure lei.
"Se hai bisogno chiama" dice dandomi il suo numero. Mi saluta e va via. Mi rimetto le cuffiette e finisco di disegnare.

È tardi, devo tornare in camera. Mentre sto salendo le scale, mi arriva un messaggio da mia zia.
Tesoro come stai? Mi manchi un sacco
Digito la risposta ma proprio quando stavo per alzare la testa mi scontro contro qualcosa di duro. Il piede scivola sul gradino facendomi perdere l'equilibrio. Chiudo gli occhi preparandomi all'impatto ma una mano mi afferra dal braccio prendendomi al volo.  Guardo il mio salvatore e rimango di stucco quando vedo che è Christian. La sua presa è ferrea, la sua mano enorme avvolge il mio polso. Non mi sono scontrata contro di lui ma contro il suo amico.
"Cavolo, scusa davvero non volevo" mi scuso immediatamente con lui. Meno male che non sono finita di nuovo addosso a Christian, sarebbe stata la fine. Noto che mi sta ancora tenendo
"Grazie" dico diventando rossa. Non riesco nemmeno a guardarlo negli occhi, le voci che girano su di lui mi mettono paura e disagio. La sua mano si poggia sotto il mio mento e mi alza il viso. Quel contatto è come se bruciasse la mia pelle. Mi guarda negli occhi. Azzurro contro verde. Sono gli occhi più belli che abbia mai visto.
"Quando parli con qualcuno devi guardarlo negli occhi ragazzina" dice stringendomi il mento senza farmi male. Quelle parole mi colpiscono come acqua fredda. Deglutisco, ho la lingua paralizzata. L'amico di Christian tossisce, svegliandomi da uno stato di trance. Devo sparire da qui. Mi libero immediatamente dalla sua presa e vado via a passo veloce. Stupida Katherine, stupida stupida. Potevi guardare dove stavi andando? Che figuraccia!

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