Capitolo 31

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P.O.V. Christian

Apro le tende, come vista preferisco quella della scuola. I grattacieli coprono i raggi solari per non parlare dei fastidiosi clacson delle macchine. Che bel risveglio... ci prepariamo per andare in hotel, speriamo che vada tutto bene.

Mentre siamo in auto mi arriva un messaggio da Josè. Finalmente!
"Sono arrivate le nostre macchine" dico a Brian
"Cavolo era ora, non ne potevo piú di usare quella di mio padre". Chiamo William al telefono
"Si?"
"Avrei bisogno che tu vada a casa mia per firmare dei fogli. É arrivata la mia macchina"
"C'è anche quella di Brian?"
"Si, mettile entrambe nel garage.
"Va bene"
"Sei a casa?"
"No sto andando a mangiare fuori con le ragazze"
"Katherine e Elizabeth?"
"Si"
"Se puoi passa prima da me e poi vai"
"Okay va bene, come sta andando li?"
"Stiamo per arrivare in hotel, quando sono più tranquillo ti aggiorno. Grazie amico"
Parcheggiamo nell'area riservata ai clienti. Chiudo la chiamata, sono contento che William sia con lei. Prendiamo i nostri bagagli, dobbiamo essere credibili e non testare sospetti. Mi sono messo pure una camicia per coprire i tatuaggi cosi da non attirare l'attenzione. Entriamo nella hall.
"Inizia già a tirare fuori i tuoi documenti NATHAN" dico marcando il nome cosi che capisca che adesso si inizia la copertura.
"Buongiono, vorremmo una camera doppia per 3 notti." Dico, la receptionist mi guarda, un po' troppo per i miei gusti
"Salve, un momento che controllo le nostre disponibilità". Spero che ci sia altrimenti mi tocca pensare ad altro.
"Bene... si abbiamo una camera, posso avere i vostri documenti?". Brian li appoggia sul bancone. La receptionist li prende e li controlla, compila i fogli e c'è li ridà.
"Nella vostra camera troverete il balcone, il frigo bar e l'aria condizionata. Inoltre con le chiavi potete accedere alla spa, alla piscina e alla palestra. Il mio collega vi accompagnerá nella vostra stanza. Buon pernottamento signori." Dice la receptionist, bene siamo dentro. Arriviamo davanti alla stanza, entriamo e ci sediamo sul divanetto.
"Per essere una stanza doppia è bella grande" commenta Brian
"Ti ricordo che questo è un hotel a 5 stelle lusso quindi é ovvio che sia cosi. Ora mettiamoci al lavoro" dico. Tiro fuori i fogli che ci ha daro il signore di ieri e li mettiamo sul tavolo.
"Okay, questo è il direttore" dice indicandomi la sua foto sul curriculum. É un uomo di mezz'etá, abbronzato con un taglio giovanile. Ha la bocca un po' violacea... scommetto che é un fumatore.  "questa... é la sua assistente" mmhh... è una bella e giovane donna, le darei 30 o 32 anni. "invece questo... è il capo magazziniere" quindi gestisce lui le consegne.
"Qui ci sono tutte le spese finanziate direttamente da mio padre" leggendo noto però una cosa che non quadra "Aspetta un secondo... come mai ogni anno vengono comprati macchinari da cucina nuovi? Guarda qua... giusto una settimana fa é stato comprato un forno nuovo ma qui risulta che in tutti gli hotel ci sono forni che hanno almeno... 1 anno. Troppi soldi spesi per attrezzatura che puó durare per anni." Dico
"Dobbiamo controllare in magazzino e l'ufficio del direttore" consiglia Brian
"Esatto, ma fará difficile"
"Non ti preoccupare, ho un piano" dice Brian facendo l'occhiolino. Ogni volta che dice così finiamo sempre nei guai...

Abbiamo trovato l'ufficio del direttore, devo aspettare il segnale di Brian per poter entrare. Aspetto cinque minuti, sto incominciando a preoccuparmi, spero che riesca ad arrivare al generatore di corrente. D'un tratto la luce si spegne, e bravo Brian. L'ufficio del direttore è pieno di telecamere e se entro mi vedranno per questo era necessario far saltare il quadro elettrico. Questa volta Brian ha avuto una bella idea. Vedo il direttore uscire mentre parla al telefono
"Cosa significa che il pannello é saltato?" Urla, va via lasciando la porta aperta... che stupido. Entro e cerco negli archivi tutti i fogli che potrebbero essermi utili. Una busta attira la mia attenzione, é intestata al direttore, faccio una foto e continuo a cercare. Ed ecco che trovo quello che volevo. Il registro delle spese interne, faccio più foto possibili. Nella fretta colpisco la sedia e cade la giacca che era appesa. La raccolgo velocemente ma dalle tasche cade una chiavetta. Bene bene... uno non tiene una usb con se se non fosse di vitale importanza... anche se è un rischio la prendo. Per fortuna appena esco dall'ufficio torna la corrente, devo prendere l'ascensore immediatamente. Ma c'è un altro problema: il direttore sta tornando. Mi nascondo dietro a una colonna peró sono sicuro che mi vedrá lo stesso. Per una volta vorrei davvero essere mingherlino. Cazzo devo inventarmi subito qualcosa. D'un tratto esce Brian dall'ascensore che si trova davanti a me. Sta per dire qualcosa ma quando vede il direttore spalanca gli occhi e capisce il che situazione di merda mi sono messo. Mi fa l'occhiolino e poi cade a terra urlando. Che diavolo....?
"Aiaaa... di nuovo... i miei occhiali" fa finta di cercare per terra. Il direttore si avvicina a Brian e lo aiuta ad alzarsi
"Oh chi é? Non vedo nulla! I miei occhiali dove sono?" Dice muovendo le braccia a caso
"Signorino si calmi ora l'aiuto io. Come ha fatto a perdere gli occhiali?" Chiede
"Ehm... ero in bagno quando la luce si è spenta. Pensavo fosse il mio compagno di stanza a spengnerla ma... aihmé... non c'era nessuno. Sono inciampato e gli occhiali sono volati." Colgo l'occasione e mi fiondo nell'ascensore. Devo dire che Brian é stato furbo ora però mettiamo fine a questo teatrino. Faccio finta di uscire dall'ascensore e metto il telefono sull'orecchio
"Nathan sono io... dove sei non ti.... oh eccoti. Cavolo non ti trovavo da nessuna parte. Ma dove sono i tuoi occhiali?" Dico
"Thomas amico mio, non sai cos'è successo. Questo signore mi stava giusto per aiutare ma ora che ci sei te..." dice Brian prendendomi a braccietto. Io ora lo picchio, sta di nuovo facendo lo scemo.
"Grazie signor..." dico
"Luke Evenson. Vi chiedo scusa per il disagio, c'è stato un problema con il pannello elettrico ma ora è tutto apposto. Probabilmente si sarà sovraccaricato. Ehm... mi perdoni la mia curiosità ma vorrei porvi una domanda signor..."
"Johans"
"É mai stato qui? Non so perché ma ha un aspetto famigliare" chiede il direttore. Oh merda, avevo dimenticato questo piccolo dettaglio. Sono praticamente la fotocopia di mio padre...
"No è la prima volta. Ora mi scusi ma il mio amico ha bisogno dei suoi occhiali. Arrivederci" afferro Brian dal braccio "delicatamente" e andiamo via. Appena entriamo in camera gli tiro la prima cosa che trovo, una scarpa.
"Ma ti ha dato di volta il cervello? Con tutte le scuse possibili dovevi usare proprio quella?!"
"Sei proprio un ingrato, mi ripaghi così? È stata la prima cosa che mi é venuta in mente. E poi se l'é bevuta no?" Dice Brian
"Non osare mai più a prendermi a braccietto. Capito?" Dico
"Peggio di una donna ciclata" borbotta Brian ma riesco a sentirlo lo stesso
"CHE COS'HAI DETTO?"
"chi? Io? Nulla. Chi ha parlato? Io?" Dice nervoso. Per colpa sua quasi dimenticavo della chiavetta
"Comunque... questo é ciò che ho trovato." Dico, avvolte sembro bipolare lo so. Ammetto che l'idea di un blackout è stata geniale e che la cazzata di prima ci ha salvato il culo però ha dei modi che... praticamente lo prenderei a schiaffi tutto il giorno ma quando vuole sa essere furbo. Brian controlla le foto mentre io invece metto la chiavetta nel pc e guardo i contenuti uno a uno. Dopo aver cliccato ovunque trovo una cartella nascosta. La apro e dentro c'è un'immagine.Ma che diavolo é questo? Sembra una mappa... oh merda. Qui sono segnati tutti i posti di Miami dove viene spacciata la droga e come punto da dove parte la roba é proprio questo hotel. Peró questo non spiega dei soldi usati per le attrezzature
"Bingo!" Dice Brian "Guarda qua. Le attrezzature sono solo un modo per nascondere le spese reali. Vengono dall'estero e se quella è la mappa degli spacci allora la conclusione è solo una. Il direttore é colui che gestisce questi scambi e sta prendendo i soldi da tuo padre con la scusa di voler usarli per l'hotel. E guarda qua.. una volta a settimana la stanza 78 viene occupata da qualcuno per 2 ore. Ora mi viene da chiedere: perché un hotel da 5 stelle lusso concede una stanza a un cliente per 2 ore?"
"A uno spacciatore. Abbiamo bisogno di altre prove. Dobbiamo andare in magazzino ma lo faremo domani, abbiamo già dato all'occhio. Servono solo un paio di divise da magazziniere." Dice
"So dove trovarle"

P.O.V. Katherine

Domani ricominciamo le lezioni, perció ho intenzione di godermi questa giornata di riposo. Ho proposto a Beth di pranzare fuori, non mi va di mangiare a scuola. Prendo la borsa ed esco, davanti alla mia porta trovo William con il pugno alzato, stava per bussare.
"Oh buongiono come stai?"
"Ciao William, bene grazie. Tu?"
"Tutto apposto, siccome oggi siamo liberi che ne dici di uscire?"
"Stavo giusto andando da Beth, pranziamo fuori. Vuoi unirti a noi?"
"Se per voi va bene volentieri."
"Fantastico"
Aspettiamo Elizabeth fuori dalla scuola e quando esce ci guarda interrogativa
"Ciao ragazzi"
"L'ho invitato io. Non ti dispiace vero?" Dico
"Figurati andiamo altrimenti perdiamo il pullman"
"Pullman? Ma no andiamo in macchina. Dove volete andare?" Chiede William.
"Io ho voglia di mc donald"
"Idem"
"E mc sia" dice William ridendo. Durante il tragitto abbiamo riso come dei matti, ci ha raccontato tutte le sue avventure con Brian e davvero... non credevo che fosse cosi simpatico. D'un tratto il suo telefono suona e risponde
"Si?.... c'é anche quella di Brian?.... si va bene.... no sto andando a mangiare fuori con le ragazze.... si.... come sta andando li?..... figurati, ciao" e chiude la chiamata
"Scusate ma prima devo fare una cosa, non vi dispiace vero?" Dice William
"No no vai tranquillo" rispondiamo all'unisono io e la mia amica. Cambia strada e dopo un paio di minuti arriviami davanti a un cancello enorme. Un signore viene da noi
"Ah William, ti apro il cancello. Sono già arrivate". Il cancello si apre rivelando una villa enorme. Mai visto una casa cosí lussuosa, al centro c'é una fontana spettacolare per non parlare del gigantesco giardino e della piscina. Davanti al garage ci sono due autorimesse con due auto dall'aria famigliare. Sono di Christian e Brian. Scendiamo dalla macchina e aspettiamo William che sta firmando dei fogli.
"Wow, sarebbe un sogno vivere qui dentro" commenta Beth.
"Non pensavo che William fosse cosi ricco" dico. Il nostro amico mette le due auto nel garage e consegna le chiavi al signore che ci ha aperto il portone
"No mi avevi detto di avere una casa cosi" dice Beth a William
"Magari fosse mia, questa é la casa di Christian" dice. Quasi non mi strozzo con la mia saliva
"Chr...christian?" Dico incredula. Mi aveva detto che suo padre é un uomo d'affari ma non credevo che fosse cosi ricco
"Già."
"Ma scusami, ha tutto questo e vive in una camera da 16 metri quadrati?" Dice Beth, in effetti ha ragione.
"Suo padre è sempre in viaggio, pensa che non ha senso stare da solo qui" risponde
"E sua madre?" Chiedo
"Andiamo, altrimenti arriviamo in ritardo." Dice ignorando la mia domanda. Ma... nessuno ha detto una parola fino a quando arriviamo davanti al Mc, sono ancora senza parole per prima. Christian a prima vista non sembra per niente ricco, sa nasconderlo bene. L'unica cosa che potrebbe attirare l'attenzione é la sua macchina ma ora che ricordo bene da quando si è trasferito nella mia scuola ha sempre usato una moto. Approposito, perché é andato William a ritirare le macchine al posto dei proprietari? Maledetta curiosità. Prenotiamo e andiamo a sederci.
"Ma guarda un po' chi c'è qui" dice una voce, ci giriamo e rimango sorpresa nel vedere Evan che tiene per mano una bambina.
"Willyy" dice la bambina correndo ad abbracciare William
"Jessica, come stai?"
"Bene bene, dove sono Brian e Chris?" Chiede guardandosi attorno. Questa bambina è troppo bella e tenera, è bionda con gli occhi verdi, é la fotocopia di Evan. Ma... aspetta un momento? Jessica? Ho già sentito questo nome... ahhh ecco chi era! Che stupida che sono. Pensavo fosse la sua ragazza e invece è sua sorella
"Sono andati a fare una cosa, torneranno presto. Che ci fate qui?"
"Jessica voleva a tutti i costi mangiare al mc e non potevo non accontentarla." Dice Evan ridendo
"Fratellone, possiamo stare con Willy per favore?" Chiede Jessica, solo ora mi rendo conto che ha chiamato William Willy. É troppo carina
"Ma certo, hai salutato le ragazze?"
"Oh no, scusate! Io sono Jessica, tu come ti chiami?" Dice rivolgendosi a me.
"Katherine mentre lei é Elizabeth"
"Posso chiamarvi Katy e Betty?" A sentire quel soprannome vi viene la pella d'oca. Era cosi che mi chiamavano i miei genitori quando ero piccola, solo loro. Non posso... non riesco a farmi chiamare cosi.
"Mmmhh... meglio Kat, i miei amici mi chiamano cosi" dico, non voglio sembrare fredda e meno male che lei mi guarda e sorride dicendomi che le piace. Mangiamo tutti insieme, sono contenta di essere uscita con loro. E proprio quando credevo che sarei rimasta senza amici ecco che compaiono Beth e William. Con Brian ed Evan non ho cosi tanta confidenza come con gli altri peró sto bene quando sono anche con loro. Poi c'è Christian... con lui è difficile. Quando sento che ci stiamo avvicinando succede qualcosa che azzera tutto. É strano, non capisco mai cosa prova o cosa vuole. E non so nemmeno perché sono attratta da lui. Sotto quell'atteggiamento scontroso, lo sguardo freddo e quei tatutaggi che metterrebbero a disagio chiunque, si nasconde un'altra persona. Vorrei poterlo capire di piú perché stranamente... mi interessa sempre di più.

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