Capitolo 62

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P.O.V. Katherine

Il taxi è in ritardo di un quarto d'ora, si fa sempre più tardi e sto seriamente pensando di ritornare in camera a dormire. Mentre aspetto sento la suoneria del mio telefono, guardo lo schermo... è un numero nuovo. Chi è che chiama a quest'ora?
"Pronto?", non ricevo nessuna risposta. Controllo di aver risposto alla chiamata e vedo che è in corso
"Pronto???!! Chi è?" Dico, ancora silenzio. Mmmhh... magari non prende bene... strano. Riattacco, magari è Beth. mi aveva detto che il suo telefono non funzionava e che mi avrebbe contattato con quello di sua madre. Se è lei richiamerà di sicuro. Vedo il taxi arrivare, finalmente! Non si torna più indietro.

Sono quasi arrivata, quando ho dato l'indirizzo al tassita mi ha guardando in modo strano. E ora capisco perchè. Siamo in periferia, c'è qualche casa ma è tutto deserto. In lontananza vedo una specie di capannone, è il posto che mi ha detto Xavier. Se mi ricordo bene si tratta di un vecchio deposito abbandonato... non ha molto senso, cosa dovrei vedere lì?
"Mi può lasciare qua per cortesia?" Chiedo al tassista. Annuisce, pago e scendo. Preferisco farmi l'ultimo pezzo a piedi, nel caso ci fosse qualcosa posso nascondermi o darmela a gambe levate in fretta. Però ammetto che non sono molto convinta della mia scelta, mi sta venendo l'ansia. È buio ma riesco a vedere la strada. Il taxi se ne va lasciandomi da sola, forza e coraggio Katherine. Mi incammino, più mi avvicino e più divento nervosa. Ci sono delle luci, quindi c'è qualcuno. Allora, le possibilità sono due: o è un covo di mafiosi, assassini, drogati eccetera oppure sarà il solito posto di incontro tra ragazzi che non hanno niente di meglio da fare la sera che stare lì a cazzeggiare. Spero vivamente che si tratti della seconda opzione. Sto pregando in tutte le lingue che vada tutto bene, mi sto veramente buttando in mezzo al fuoco. Sento delle voci sovrastarsi; c'è molta gente radunata attorno a macchine, moto... sembra una festa. Mi tengo a distanza e osservo per capire che dove sono finita, non sembra pericoloso. Cioè c'è qualcuno che beve e fuma ma non mi sembrano dei tossici. Non riconosco nessuno e dei miei amici non c'è nemmeno l'ombra. Mi cade una goccia sulla testa. Guardo il cielo, ne cade un'altra centrando il mio occhio, fantastico... tra tutti i giorni possibili proprio oggi doveva piovere. Meglio andare via prima che peggiori. Sono un po' arrabbiata, ho perso tempo per niente. A quanto pare Xavier si stava solo prendendo gioco di me, mi sento un po' in colpa. Non mi sono fidata di Christian ma di Xavier, non so cosa mi sia preso. 
"I nostri concorrenti sono vicini al traguardo. Chi si aggiudicherà la vittoria?!" Dice qualcuno al microfono. Mi fermo subito, traguardo? Non è possibile. Oh cavolo! Perché non ci sono arrivata prima? Questo è un raduno di gare clandestine! Mi avvicino lentamente, tiro su il cappuccio della felpa per coprirmi dalla pioggia. Ho già preso freddo durante la settimana, se non mi metto al riparo mi verrà un accidente.
"Manca poco!!! Allontanatevi!" Dice di nuovo il tizio di prima, è in piedi su dei bancali. Tutta la gente che mi sta attorno si sposta ai lati perciò li seguo anch'io. Ripenso alle parole di Xavier ma continuo a non collegare le cose, cioè non capisco che cosa io ci faccia qui e che cosa devo vedere. È da prima che sto cercando tra la folla qualcuno che conosco ma non ho trovato nessuno. Sono qui, nel mezzo di una gara clandestina... senza saperne il motivo. La gente inizia a urlare più forte e guardano dalla stessa parte. Vedo delle luci, sembrano dei fanali anteriori. Stanno arrivando delle macchine a velocità elevata. Una delle due è in testa e  mi sembra famigliare... più si avvicina e più riesco a vederci siccome la strada è buia. Spalanco gli occhi scioccata. È una maserati nera, e in questa città l'unico che la possiede... è Brian. Riesce a tagliare il traguardo per primo, la folla lo segue e circonda la sua macchina. Lo vedo scendere, con un sorriso trionfante e viene acclamato da tutti. Lo sollevano in aria come se fosse un campione. Io sono ferma, scioccata da quello che sto vedendo. Ma quello che mi ha lasciato davvero senza parole è vedere William che si congratula con lui. Sapevo della passione di Brian per le macchine etc... ma non avrei mai pensato di vederlo gareggiare nelle corse clandestine. Era questo che mi stava nascondendo Christian? E poi... dove diavolo è lui? Non riesco a pensare, c'è il caos nella mia testa. Con le gambe che tremano raggiungo Brian e William
"Incredibile, quel ragazzo vince sempre"
"E ci credo, guarda la macchina che ha"
"No no, quello ha talento. Batterebbe chiunque anche con un rottame. Ha vinto tutte le gare!" Dice un ragazzo. Quindi questa non è per niente la prima volta perciò lo facevano anche prima di conoscere me e Beth. Mi chiedo che farebbe Beth se lo scoprisse perchè sono sicura al 100% che William non le ha mai detto nulla.
"Dai amico!! Entriamo a vedere l'incontro!!!" Sento dire da altri ragazzi. Li guardo mentre entrano nel capannone, mi sono dimenticata della sua esistenza. Che cosa sta succedendo lì? Un signore si fa largo tra la folla e consegna dei soldi a Brian. Si mette a contarli e annuisce, tutti applaudono. Il mio cervello sta esplodendo di domande senza risposta, se non l'avessi scoperto... mi avrebbero detto di questo loro "hobby"? Sono sicuramente coinvolti tutti e quattro, perciò dove sono gli altri due? Voglio entrare nel capannone ma prima devo affrontare Brian e William. Sono stanca di essere la stupida di turno a cui vengono sempre dette le cavolate, non solo a me... ma anche a Beth. Mi avvicino a loro, stanno ridendo, sembrano davvero contenti e fieri di quello che hanno appena fatto. Non sembrano notare la mia presenza siccome sono entrambi di schiena.
"Dunque è questo quello che fate" dico, si girano immediatamente. Sono entrambi sbiancati
"Katherine... tu... come... che ci fai qui?" Chiede William sconvolto. Non si aspettavano di vedermi qui, dopo tutto... sanno di aver fatto la cosa sbagliata e di avere la coscienza sporca, altrimenti non rieagirebbero così
"Possiamo spiegarti tutto" dice Brian agitato.
"Non ho bisogno di spiegazioni, ho visto abbastanza. Dov'è Christian?" Chiedo, dopo tutto... io sono qua per lui.
"Aspetta parliamo" dice William prendendomi dal braccio. Tolgo subito la sua mano
"Vi ho fatto una domanda" dico seria. Non mi rispondono.
"Ti prego, andiamo a parlare in un posto più tranquillo" insiste Brian. Stanno cercando di portarmi via, questo mi fa pensare che la situazione è più grave di quello che pensavo. Vuol dire che questa non era l'unica cosa che mi stavano nascondendo.
"Parlare? Cosa c'è ancora da dire?! Se non volete dirmi dov'è, lo troverò da sola!" Dico perdendendo la pazienza. L'unico posto in cui non sono stata è il capannone, è li dentro. Ne sono più che sicura. Mi dirigo verso l'entrata.
"NO ASPETTA!" Urla William, si piazza davanti a me bloccandomi la strada. Come sospettavo, avevo ragione.
"Spostati" dico a denti stretti
"Non posso lasciarti entrare, lo faccio per te" dice William. È bastata una frase per farmi perdere la ragione. Sono grande abbastanza per decidere cosa va bene o no per me. Mi sono rotta le scatole di sentire la stessa cosa
"Voi... non siete nessuno per prendere decisioni al posto mio. Non avete il diritto di decidere cosa mi fa bene o cosa mi fa male. Ora, spostati" dico, dovevo farlo. William mi guarda con occhi tristi, Brian lo stesso. Non sento nessun senso di colpa perchè ho detto semplicemente la verità.
"Vi ho per caso ferito? Ora sapete come ci si sente" aggiungo, sposto William ed entro. Mi pietrifico all'istante, vedo un ring con due persone dentro che combattono. Sento il mio corpo irrigidirsi dallo shock, lo riconosco subito dai suoi tatuaggi. Mi avvicino lentamente, le gambe sembrano di piombo. Ho il cuore in gola, vorrei che tutto quanto fosse frutto della mia immaginazione. Sta combattendo con aggressività, come se il suo obiettivo fosse quello di distruggere il suo rivale. Mi sento come se fossi io su quel ring, ogni pugno che tira... lo sento sulla mia pelle. In un angolo ci sono due persone che lo stanno incitando a combattere, li riconosco subito. Sono Evan e l'allenatore di Christian. Come possono fare una cosa del genere? Hanno idea di quanto sia sbagliato tutto questo? Spalanco gli occhi, non avevo visto bene il suo avversario. Non è altro che Xavier. Ora... ora mi è tutto più chiaro. La loro rivalità, il perché Christian veniva a scuola con i lividi in volto, perchè non si è presentato all'appuntamento... tutto. È come se mi fosse caduta la benda dagli occhi. Le mie orecchie stanno fischiando, non sento più nulla. Perchè mi hai fatto questo Christian, perchè?! Tutte le bugie, sapeva che detesto le prese in giro, sapeva che faccio fatica a fidarmi delle persone. Mi sono aperta con lui... credevo che... i miei occhi si riempiono di lacrime. Se le stanno dando di santa ragione, ho già visto Christian picchiare qualcuno e si mi ha sempre spaventato. Ma questo è troppo. Ho paura, di quello che tiene nascosto. Mi gira la testa e fatico a respirare, sto avendo un attacco di panico. Non c'è la faccio più a guardare, fa male. Per un attimo le forze mi abbandonano, mi appoggio al pilastro per non cadere per terra. La mente si è spenta, mi sento disorientata e non capisco più nulla. Ho gli occhi che non riescono a mettere a fuoco.
"Katherine! Guardami!" Dice Brian tirandomi su il volto per controllare le mie condizioni. Non pensavo che fosse ancora con me. Vedo la sua espressione spaventata, appoggio le mie mani tremanti sul suo petto e lo sposto da me. Le gambe stanno funzionando da sole, sembro uno zombie. Mi ritrovo fuori, la pioggia fredda mi cade sulla testa. All'improvviso sento di nuovo le voci, respiro rumorosamente. Il mio cervello è tornato di nuovo attivo, che cavolo mi sta accadendo? Le lacrime non vogliono più fermarsi, il corpo trema ancora. Perchè mi hai fatto questo? Sto impazzendo. Qualcuno mi afferra bruscamente e mi ritrovo a guardare due occhi azzurri allarmati.
"No no no! Non dovevi scoprirlo così!" inizia a dire, sembra afflitto. Guardo il suo volto, ha il sopracciglio e il naso pieni di sangue mentre lo zigomo sinistro si sta gonfiando. Ti piace così tanto ridurti in questo modo? Non lo capisco, non esiste una ragione per giustificare quello che ha fatto.
"Katherine! Rispondimi ti prego!!" Dice mettendomi le mani sulle guance. Le fasce che indossa sono insanguinate, appena le vedo qualcosa scatta dentro di me. Mi allontano subito cogliendolo di sorpresa
"NON MI TOCCARE" Urlo in preda al panico, si avvicinano anche gli altri ragazzi "NON PERMETTETEVI DI AVVICINARVI A ME. IO HO CHIUSO CON VOI! NON NE VOGLIO SAPERE PIÙ NULLA" punto il dito su Christian
"Tu... hai tradito la mia fiducia... mi hai sempre mentito... io stupida che c'ho creduto" dico con la voce che trema. Voglio andarmene via, non sopporto più la loro presenza.
"Ferma!" Urla prendendomi dal polso, mi dimeno. Non riesco a sopportare il contatto fisico in questo momento, dopo quello che ho visto... Aumenta la presa e cerca di avvicinarmi a lui.
"LASCIAMI!" Urlo, la mia mano si muove da sola e finisce sulla sua guancia. Lo guardo sconvolta, gli ho tirato uno schiaffo. Gli altri sono impietriti e sconcertati, non credevo che sarei arrivata a tanto. Christian mi fissa senza emozioni, non riesco e non voglio sapere come si sta sentendo. La sua mano libera il mio polso. Indietreggio mantenendo il contatto visivo con lui, guardo tutti per un'ultima volta e me ne vado lasciandomi tutto alle spalle. Aumento il passo fino a quando non mi ritrovo a correre. Sto scappando dalla realtà, dalle bugie, dai sentimenti. Sento solo il rumore delle mie scarpe che percorrono il terreno fradicio. Continuo a correre fino a quando il mio corpo raggiunge il limite. Mi fermo per riprendere fiato, i polmoni stanno bruciando. Crollo sul prato bagnato, respiro lentamente mentre guardo il cielo notturno. La pioggia scende picchiettando sul mio viso, chiudo gli occhi per sentire il suono della natura. Ho combinato un casino, dovevo farmi gli affari miei e non dare confidenza a nessuno. Come sempre, avessi fatto così fin dall'inizio non starei soffrendo per delle bugie. Mi sono fatta coinvolgere, e niente... eccomi qua a congelare sull'erba dopo aver avuto una crisi isterica e attacchi di panico. Mi tiro su e tolgo le foglie che si sono appiccicate ai miei vestiti. Non voglio più pensare a loro perchè ora la mia priorità è quella di tornare a scuola e ho molta strada da fare quindi sarà meglio andare. È tardissimo ma spero di trovare un taxi che gira ancora. Dopo 20 minuti di camminata faccio di nuovo una pausa. Mi sento troppo stanca e ho i brividi. Appoggio una mano sulla fronte, è bollente. Sbuffo, solo la febbre mi mancava; sapevo che mi sarei ammalata, dopo tutto sono io che me le cerco. Tiro un calcio contro un ramo, la mia vita fa davvero schifo. Me ne succede una dietro l'altra. Vedo un taxi arrivare, mi sbraccio per fargli capire che ho disperatamente bisogno di lui. Fa inversione e si ferma vicino a me. Chiunque tu sia, brav'uomo, sei la mia salvezza.

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