Capitolo 7

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Julia

Mi svegliai infreddolita. Ci misi un po' a realizzare che non mi trovavo nella mia stanza. La camera di Mattheo era singola e molto più spaziosa della mia, ma le pareti erano molto più scure e dalle finestre troneggiavano delle tende strappate. Involontariamente, sorrisi e mi girai verso... Mattheo che, però, sembrava sparito. Mi stropicciai gli occhi e mi diressi verso il bagno, magari si stava facendo una doccia, poggiai delicatamente la mano sulla maniglia e... quello che vidi dopo mi lasciò senza parole.

Mattheo aveva i pantaloni calati e la camicia aperta, era seduto sul bordo della vasca e stava tirando i capelli di una ragazza che era inginocchiata davanti a lui... Astoria.

Sbattei le palpebre.

Era un sogno, vero?

Non poteva essere reale.

Non dopo quello che avevamo condiviso la notte precedente.

Mi ero aperta con lui e cosa avevo guadagnato? Nulla, se non un cuore spezzato.

Appena Mattheo si accorse della mia presenza spintonò via quella gallina strozzata e mi guardò con un sorrisetto compiaciuto.

"Buongiorno, bambolina, vuoi unirti a noi?" La sua voce era glaciale, ma dentro di me sentii il freddo dissiparsi e l'ira bruciare come acido.

Astoria si mise a ridere, ma la ignorai.

Tenni lo sguardo fisso su Mattheo: mi sentii morire, avevo la nausea.

Dovevo allontanarmi da lui: subito. Feci un passo indietro e inciampai sul tappeto, Mattheo mi fu accanto in un istante, ma lo allontanai bruscamente.

"Non toccarmi, mi fai schifo!" Cercai di trattenere le lacrime. Raccolsi la mia roba e mi sbattei la porta alle spalle, sotto il suo sguardo impassibile. Corsi veloce verso il dormitorio delle ragazze, sperando che nessuno mi vedesse, ma, sfortunatamente, mi scontrai con qualcuno.

Mattheo

Non toccarmi, mi fai schifo.

Mi fai schifo.

Mi fai schifo.

Mi fai schifo.

Le sue parole continuavano a rimbombarmi nella testa.

Quando se ne andò, iniziai a tirare dei pugni al pavimento.

"Theuccio, vieni che continuiamo quello che stavamo facendo prima dell'interruzione di quella troia?"

Sbuffai, consapevole che tutto questo teatrino per allontanare Julia lo avevo inscenato io stesso.

"Sparisci dalla mia vista, prima che ti uccida. Va'. Ora." Sputai.

La vidi sbiancare e, finalmente, mi lasciò solo.

Julia sarebbe rimasta.

Lei mi avrebbe urlato in faccia che non potevo darle ordini.

Si sarebbe arrabbiata nera e avremmo finito per litigare.

Dovevo smetterla di parlare di lei come se la conoscessi da sempre, eppure era così.

Scossi la testa: dovevo smetterla di pensarci.

Non volevo che la mia vita dipendesse da una sola persona.

Non volevo provare dei sentimenti, non dovevo.

Il mio cuore stava bene, lì, ghiacciato e fermo nel petto: il necessario per farmi esistere, ma non abbastanza per farmi vivere.

Love me, Riddle | Mattheo & Tom RiddleOnde histórias criam vida. Descubra agora