Capitolo 10

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Draco

Volevo uccidere a mani nude quella testa di cazzo di Mattheo Riddle, volevo farlo con tutto il mio cuore!

Per l'ennesima volta, ritrovai Julia in lacrime, piegata in due dal dolore.

Per l'ennesima volta, le rimboccai le coperte e le portai il pranzo.

Per l'ennesima volta, la coprii con Pansy e Daphne che fortunatamente erano andate ad Hogsmeade con Blaise. "Se lo sapessero, lo vorrebbero morto." Aveva detto Julia. E io no? Non l'avrei ucciso, secondo lei? Povera illusa.

Aspettai che si addormentasse e, poi, mi diressi verso la porta, ma non volevo andarmene. Con passi felpati tornai a sedermi sul letto accanto a lei e la osservai dormire: il respiro si era fatto più regolare, gli occhi erano un po' meno gonfi e il suo volto che prima era contorto dal dolore, ora era più rilassato. Sorrisi nel vedere in che posizione si fosse addormentata: rannicchiata con le ginocchia al petto, come un bambino nella pancia della mamma. Era veramente bella. Non sapevo cosa mi stesse succedendo, ma lei tirava fuori il meglio di me e non sapevo ancora se fosse un bene o un male.

Dopo averla fissata come un pazzo maniaco per quelle che mi sembrarono ore, le diedi un leggero bacio sulla fronte e uscii dalla sua stanza.

Tom

Il grande giorno era arrivato.

Quella mattina, nostro padre aveva allontanato Mattheo da Hogwarts con una scusa che lo avrebbe occupato per circa due settimane, quindi non mi sarebbe stato d'intralcio.

La Greengrass, la Parkinson e Zabini erano ad Hogsmeade e Malfoy probabilmente a scoparsi Astoria o un'altra troietta.

Potter, Weasley e la Granger erano in biblioteca e Piton a correggere compiti anche di domenica.

Non mi restava che trovare Julia, doveva essere in camera a studiare.

Senza dare troppo nell'occhio, mi avviai verso il dormitorio delle ragazze e, poi, verso la sua stanza, ma trovai la porta socchiusa. Buttai l'occhio nella camera e inorridii: Malfoy era seduto sul suo letto e la fissava, mentre dormiva, come se fosse un bocconcino appetitoso. Dovetti fare appello a tutto il mio autocontrollo per non cruciarlo, ma avrei fatto saltare il piano e non potevo permettermelo.

Aspettai, nascosto dietro a una colonna dipinta, che quel verme uscisse dalla stanza e, poi, ci entrai a mia volta.

Respirai profondamente, era meglio non guardarla: rapido e indolore. Tirai fuori la bacchetta, bastava un "imperio", lei sarebbe uscita con me dal castello, ci saremmo smaterializzati da mio padre e, forse, tutto sarebbe andato nel verso giusto.

Forse.

Senza accorgermene, i miei occhi, come attratti da una calamita, si posarono sul suo viso perfetto: le ciglia lunghe la facevano sembrare una bambina indifesa, ma le labbra carnose e leggermente aperte le conferivano l'aria di una donna. Non potevo farci niente, ma questa ragazza, arrivata nella mia vita da meno di due settimane, mi era entrata nel cuore.

Non potei fare a meno di domandarmi se fosse la cosa giusta seguire il piano... Magari mio padre le avrebbe fatto del male. Julia avrebbe sofferto per causa mia e non mi avrebbe mai perdonato. Non potevo permettermelo.

Segui il piano, Tom, non fare lo stupido.

Ci stavo provando davvero a mantenere i nervi saldi.

Non la conosci nemmeno e di sicuro non sente quello che senti tu, lei vuole tuo fratello.

Mattheo. Quello stronzo.

Love me, Riddle | Mattheo & Tom RiddleWhere stories live. Discover now