Capitolo 15

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Julia

Mi svegliai accaldata, mi sembrava già mattina, ma, in realtà, le altre non erano ancora tornate e, quando controllai l'orologio, erano solo le 23.30. Non avevo sentito Mattheo andarsene via, ma mi mancava già, così, pur cosciente del coprifuoco delle 23, mi addentrai nel corridoio del dormitorio maschile e mi diressi verso camera sua. Una volta entrata, sbattei le palpebre per assicurarmi che la scena che avevo davanti non fosse reale: Astoria era sdraiata sul letto con addosso solo le mutandine e il reggiseno e, poco dopo, Mattheo uscì dal bagno con solo un asciugamano in vita. Il suo stupore era evidente, ma non gli diedi il tempo di parlare.

"I miei complimenti, Mattheo." Lo guardai con occhi sbarrati.

"Ma Julia, non è come pensi..." Sbiancò.

"No, no, è esattamente come pensi!" Ridacchiò Astoria. Che gallina strozzata, avrei voluto cruciarla, ma il dolore prese il sopravvento.

"Non avete bisogno di dire niente: è tutto chiarissimo."

Vidi Mattheo inorridire e venire verso di me.

"Julia." Fece per prendermi la mano, ma la ritrassi di scatto.

"Lasciami stare, cazzo! Ogni volta che quella noiosa di Julia non c'è tu te ne approfitti per scoparti un'altra, no?!" Le lacrime cominciarono a sgorgare senza sosta.

Schizzai fuori dalla camera, seguita a ruota libera da Mattheo, ma non sapevo dove andare: tutti i miei amici non c'erano. Senza preavviso, mi avviai verso la stanza di Tom e pregai di trovarlo sveglio. Grazie al cielo, aprì la porta quasi subito.

"Julia, che succede?" Aveva la faccia assonnata.

"Tom, lui..." Ma non feci in tempo a finire la frase, perché Mattheo mi prese per un braccio.

"Cazzo, ascoltami: non sapevo che lei fosse entrata in camera mia!" Cercò di giustificarsi.

"Ovvio che no, ci è entrata per sbaglio!" Gli risi in faccia: sembravo un'isterica.

"Mi spiegate che succede?" Ci interruppe Tom.

"Tom, posso dormire da te? Mattheo mi dà fastidio." Piagnucolai.

"Non dire stronzate, devi credermi!" Urlò Mattheo. Ero stufa di cadere vittima delle sue bugie.

Entrai in camera di Tom e lo ignorai.

"Vattene." Tom si rivolse al fratello con un tono a dir poco agghiacciante.

"No, cazzo!" Mattheo aveva le lacrime agli occhi: un perfetto attore.

"Non costringermi a chiamare il prefetto di ronda."

"Sapessi quanto cazzo me ne frega. Julia, esci e parliamo!" Continuò Mattheo, rivolgendosi a me.

"No!" Urlai.

"Mattheo, sparisci dalla mia vista: mi fai schifo!" Aggiunsi e avrei tanto voluto che fosse la verità.

"No!"

"Sparisci. Ora." Disse Tom a denti stretti.

"Scordatelo."

Allora, Tom spintonò via il fratello e chiuse la porta con un incantesimo, poco prima che scoppiassi di nuovo in lacrime.

"Ehi, Juls, non piangere." Mi abbracciò. I rumori contro la porta continuarono incessanti per molto tempo, accompagnati dalle imprecazioni di Mattheo e, poi, il silenzio più assoluto, spezzato solo dal mio respiro irregolare e dai battiti accelerati del mio cuore.

Mattheo

Una volta uscito dalla camera di Julia, mi avviai verso l'aula di pozioni: era tardi, ma sapevo che vi avrei trovato il professor Piton e così accadde, infatti.

Love me, Riddle | Mattheo & Tom RiddleWhere stories live. Discover now