Capitolo 23

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Julia

Le cose tra me e Mattheo andavano a gonfie vele e non potevo essere più felice e... innamorata. Per la prima volta in vita mia, capii che il vero amore esiste sul serio anche nella realtà, non solo nei film o nei romanzi.

"Riddle, non riesci a starmi lontano, eh?" Lo stuzzicai, quando mi trascinò nel bagno delle ragazze, una volta finite le lezioni.

"Nah..." Sorrise e si fiondò sulle mie labbra. Il bacio si fece via via più intenso e mi persi completamente nelle sue labbra invitanti e carnose che non ne avevano mai abbastanza di me.

"Cosa vuoi, Julia?" Mi sussurrò all'orecchio, facendomi venire i brividi.

"Te." Arrossii.

"Non mi basta." Mi lasciò una scia di umidi baci sul collo che mi scossero tutta.

"Beh, cercherò di essere più chiara: voglio, voglio che tu mi prenda ora, su questo lavandino." Le sue pupille dilatate mi fecero eccitare ancora di più e, poco dopo, mi ritrovai con la gonna alzata e con le gambe strette attorno alla sua vita, mentre lui entrava e usciva da me.

"P-più, più veloce, ti prego, Mattheo." Affondò più velocemente in me e, questa volta, non riuscii a trattenere un gemito.

"Ssssh..." Disse, passandomi un dito sulle labbra. Ghignai e accompagnai le sue spinte con le mie, mordendogli il lobo e strattonandogli i ricci corvini. Pochi secondi dopo, entrambi avevamo appena raggiunto l'orgasmo e stavamo riprendendo fiato.

"Mi piace così..." Confessai.

"Oh e non hai ancora visto niente!" Mi sorrise, furbetto.

"Dai, andiamo a pranzo, ora!" Gridai, prendendolo per mano e voltandomi per nascondere l'imbarazzo.

"Ancora una cosa." Mi fece voltare verso di lui.

"Questo pomeriggio ti porto in un posto..." Mi fece un sorrisetto.

"Si può sapere quale?"

"Eh no, è un segreto!" Mi diede un rapido bacio e, poi, ci avviammo nella sala grande: avevo il cuore a mille.

Tom

"Ti ero mancata, vero?" Osservai la corvonero che mi ero appena sbattuto nell'aula di trasfigurazione.

"Sparisci dalla mia vista." La spinsi via e mi diressi verso il giardino interno della scuola, che all'ora di pranzo era vuoto di solito.

Non era servito a niente distrarmi con un'altra, cazzo: continuavo a pensare a lei e non mi sarei mai messo il cuore in pace.

Mi passai una mano tra i ricci scuri e chiusi gli occhi per qualche secondo, lasciando che il vento autunnale mi accarezzasse il viso.

"Salve, Tom!" Mi salutò il professor Lumacorno: ero il suo cocco, modestamente parlando.

"Buon pomeriggio, professore." Cercai di assumere un tono cordiale almeno quanto il suo.

"Ragazzo, noto che c'è qualcosa che ti turba da alcune settimane a questa parte..."

Era davvero così evidente?

Rimasi in silenzio per qualche secondo, prima di parlare.

"Beh, ecco..." Non sapevo se fosse il caso di raccontargli qualcosa, in fondo era pur sempre un professore.

"Non c'è bisogno che tu dica niente, sappi solo che, se la ami davvero, devi lottare per lei fino alla fine, così non dovrai vivere con i rimpianti, perché sono molto peggio delle delusioni. Se, invece, non è la tua lei, non abbatterti, sappi solo che un giorno anche tu troverai qualcuno che ti guardi esattamente come lei guarda lui." Mi sorrise, mettendomi una mano sulla spalla.

Love me, Riddle | Mattheo & Tom RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora