Capitolo 51

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Tom
Chissà, chissà se ve ne ricordate, ma non ha importanza, perché sarò morto prima ancora che possiate realizzare cosa sta succedendo.
Da quando il mio spirito si era rifiutato di abbandonarmi alla Morte, quel giorno, in quella radura, oppresso dal freddo e drogato dalla visione di Julia, dovevo rimanere nell'ombra, non dare nell'occhio, essere invisibile come sempre: facile a dirsi, ma non troppo a farsi, vista l'infinita quantità di mangiamorte che davano la caccia a me e agli altri ribelli. Sì, dovevo rimanere nell'ombra, non dare nell'occhio, essere invisibile come sempre, ma mi era bastato vederla di nuovo in quel fottuto labirinto e in pericolo, aggiungerei, per mandare tutto a puttane. La tenevo d'occhio da quando si era separata da Mattheo per addentrarsi nel labirinto, era stata cauta, attenta, brava, ma non si era accorta che due mangiamorte le stavano col fiato sul collo, perciò, feci l'azione più impulsiva che potessi compiere: la strattonai con me all'interno dei cespugli del labirinto, le misi una mano sulla bocca e la avvicinai al mio corpo per proteggerla, ma anche per averla più vicino. Dio, se mi era mancata, Dio, se era stato difficile non rivelare l'identità di colui che aveva salvato lei e Mattheo su quella dannata isola, ma cosa ci avrei guadagnato, se avessi detto loro che ero io e che avevo fatto quello che avevo fatto per amore di una donna che non avrebbe mai provato per me ciò che provavo io per lei? Dopotutto, agire nell'ombra era sempre stato il mio forte, ero bravo, mi divertivo, ma, per una volta avrei voluto vedere come ci si sentiva ad essere l'eroe acclamato da tutti, che, poi, io non avrei mai voluto la stima di tutti, mi bastava quella di Julia, ma voleva dire chiedere troppo. 
All'inizio, Julia cercò di divincolarsi dalla mia presa salda, ma, quando mi riconobbe, strabuzzò gli occhi e prese a respirare più lentamente. La lasciai andare, ma le feci segno di fare silenzio e di restare nascosta. Annuì. Poco dopo, sentimmo i passi dei mangiamorte farsi sempre più vicini. Trattenemmo il respiro, ci passarono davanti senza accorgersi della nostra presenza e svoltarono entrambi a destra. Aspettammo ancora qualche istante, prima di proferire parola.
"Julia." Sussurrai, guardandola negli occhi... quei maledettissimi occhi! Quelli di una stella strappata dal cielo per camminare quaggiù, in questo Inferno. 
"Tom - accennò un piccolo sorriso - perché sei qui?" Deglutii: dovevo andarci piano.
"Dobbiamo distruggere l'horcrux." Tagliai corto.
"Mattheo sa che sei qui?" Scossi la testa. Quanto odiavo il fatto che lei pensasse sempre a mio fratello, era qualcosa che proprio non potevo tollerare, provavo ad incassare il colpo giorno dopo giorno, a mandare giù il nodo in gola giorno dopo giorno, a essere razionale giorno dopo giorno, ma era dannatamente impossibile! 
"Ora andiamo, non c'è tempo da perdere, se non ti fidi di me puoi proseguire da sola, Piton, ma senza il mio aiuto sarai sola contro due mangiamorte." Mi fissò per qualche istante.
"Va bene, andiamo." Disse a denti stretti e imboccammo la strada di sinistra. 

Mattheo 
Sentivo freddo, tanto freddo, un freddo cane, uno di quei freddi che ti permeano le ossa, che ti entrano dentro fino a raggiungere il midollo, che si insinuano nelle tue membra di mortale per annientarle una volta per tutte. Camminavo a passi veloci, svoltai a destra e, poi, a sinistra, imboccai una strada colma di fumo rosso, il colore preferito di Julia, e pensai che mi avrebbe portato fortuna. In un certo senso, così accadde, perché il fumo rosso era tiepido e invitante, ma non sapevo ancora cosa mi aspettava. Mi addentrai nella nebbia a passi lenti, perché non vedevo nulla se non rosso, rosso e ancora rosso. Passo dopo passo, il mio respiro si faceva sempre più pesante e gli occhi presero a lacrimarmi, cercai di avanzare il più velocemente possibile, ma la testa prese a girarmi pericolosamente: dovetti fermarmi. Mi accasciai a terra e chiusi gli occhi per qualche secondo.
Comparve ancora quella fottuta visione, la stessa che tormentava i miei sogni da settimane.
Un soffitto bianco e la voce di mio padre. 
Ora riuscivo a scorgere anche i bordi di una culla, la mia? E le parole di mio padre: "Adesso basta, Manila!"
Aprii gli occhi di scatto: la mia visione era legata al mio destino e non potevo farci niente. Mi alzai in piedi, in preda a un forte mal di testa, ma non mi ricordavo più da che parte fossi arrivato e verso dove stessi andando. Guardai in alto per scorgere il cielo, ma non vidi altro che rosso, ancora. Feci dei respiri profondi: dovevo scegliere e in fretta.
"Mattheuccio?" D'improvviso una voce, dolorosamente troppo famigliare: Bellatrix.
"So che sei qui e anche il tuo paparino: sta venendo a prenderti." Sembrava ancora lontana, così presi a correre dalla parte opposta rispetto a dove mi sembrava che provenisse. Corsi veloce fino a uscire dalla nube rossa per ritrovarmi davanti... due mangiamorte, diamine, questa non ci voleva. 
"Guarda un po' chi abbiamo qui - ghignai - due lecchini del mio papino adorato: fatevi sotto, stronzi!" Schivai i loro incantesimi con facilità e, poi, presi a sfidarli uno dopo l'altro: me la sbrigai con due "Crucio" e in pochi istanti ero di nuovo a piede libero. Qualsiasi piano avesse architettato mio padre, avrei fatto di tutto per farlo cadere in frantumi e Julia con me. Svoltai a sinistra, a destra, a sinistra e, poi, a destra di nuovo, fino a quando non mi ritrovai davanti la rosa di cristallo, splendente in tutta la sua bellezza e pura nella sua semplicità, al centro del labirinto. Sorrisi, fiducioso: non mi restava che aspettare Julia. 
Ma stavo cantando vittoria troppo presto, perché, all'improvviso, fecero capolino nel mio campo visivo Bellatrix e tre mangiamorte.
Strinsi i denti: le cose non si mettevano per niente bene.

Julia
Ci addentrammo in una nube color caramello che emanava un forte odore di... sangue? e la cosa non mi piacque per niente. Pregai con gli occhi Tom di restarmi vicino e così fece. Non volevo pensare a cosa mi aveva detto l'ultima volta che ci eravamo visti, eppure fu inevitabile.
"Tu mi ami, Tom?" Era una domanda così insensata nella mia testa, che, senza volerlo, la avevo cacciata fuori e questo era il risultato.
Si irrigidì e mi maledissi di aver fatto una domanda tanto insensata in un contesto tanto pericoloso e inappropriato.
"Sangue - disse - guarda." E indicò ai nostri piedi: si era formato un lago di sangue che si protraeva a perdita d'occhio e sopra vi galleggiavano quelle che sembravano... teste? 
Mi venne il voltastomaco.
"No, io di qui non passo!" Sussurrai con enfasi. Tom sbuffò.
"Piton, smettila di fare la bambina, non abbiamo alternative."
Alzai gli occhi al cielo e lo guardai, in attesa che facesse qualcosa. Non si mosse di un millimetro per qualche secondo, dopodiché me lo ritrovai a un palmo dal naso.
"Riguardo a prima - mi fissò con i suoi occhi azzurri e glaciali e un brivido mi corse lungo la schiena - la risposta è sì." 
Rimasi interdetta e lui ne approfittò per attraversare il "mare" di sangue. Scossi la testa: me l'ero cercata, non volevo che mi rispondesse, eppure, lo aveva fatto, eppure, mi sentivo sollevata. Deglutii e imitai i suoi gesti, fino a raggiungere finalmente la terraferma. Svoltammo ancora a sinistra e, poi, proseguimmo dritto fino a ritrovarci davanti alla rosa di cristallo, ma anche a Mattheo, a Bellatrix e a tre mangiamorte. Il volto di Mattheo si dipinse di stupore misto a rabbia.
"Che diavolo ci fa lui qui?!" Mi guardò con gli occhi ridotti a due fessure, mentre schivavamo i malefici dei quattro maghi nemici.
"Sono qui per l'horcrux - disse Tom - e non questo qui, ma il quarto."
Un brivido mi corse lungo la schiena.
Mattheo annuì e uccise due dei tre mangiamorte, mentre Tom pensò a cruciare il terzo e io a evitare di essere ammazzata da Bellatrix.
"Bellatrix, fatti da parte." Disse Mattheo a denti stretti e, con grande meraviglia di tutti, così fece.
Feci un respiro di sollievo.
Ci dirigemmo tutti e tre verso l'horcrux per distruggerlo.
Ma Bellatrix pugnalò Mattheo alle spalle, facendolo urlare di dolore.
Ma l'horcrux era una passaporta.

*Ciao a tutti! Ci stiamo avviando verso la fine della storia, spero vi piaccia! 

Love me, Riddle | Mattheo & Tom RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora