Capitolo 37

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Tom

Dicembre era sempre stato il mio mese preferito.

Dicembre era il periodo dell'anno che maggiormente rispecchiava il mio carattere: freddo, apatico e insensibile.

Dicembre era glaciale.

Dicembre rendeva monotono e inesistente anche il paesaggio più bello.

Dicembre era l'ultimo per ordine, non per importanza.

Dicembre non era come gli altri e non lo sarebbe mai stato.

Dicembre era una mosca bianca come i fiocchi di neve che danzano dalle nuvole per atterrare al suolo con un leggero tonfo.

Dicembre era come me: triste e malinconico.

"Tom." Parlò una voce famigliare.

Scossi la testa per scacciare ogni pensiero.

Mi voltai di scatto.

"Professor Lumacorno." Dissi in un sussurro.

Restai in silenzio, mentre il nervosismo mi attanagliava lo stomaco.

"Cosa ti turba?" Prese a camminare avanti e indietro nel cortile interno della scuola.

Feci un respiro profondo e mi passai una mano tra i ricci scuri per scostare i fiocchi di neve che vi erano impigliati.

"Perché dovrei essere turbato?" Mi difesi.

Lumacorno scosse la testa, accennando un sorriso.

"Conosco quello sguardo, sai?"

Fissai il pavimento punteggiato dalla neve.

"Quale sguardo, professore?" Cercai di assumere un tono neutro e distaccato, ma sentivo che una parte di me stava per cedere.

"Lo sguardo di chi si è arreso e l'ha lasciata andare. Lo sguardo di chi è morto dentro e ora striscia tra i viventi, accontentandosi semplicemente di esistere."

Le sue parole mi colpirono.

Alzai la testa, titubante, e incrociai i suoi occhi grigi e vivaci.

Deglutii.

"Sì, ma non ho scelta." Conclusi semplicemente.

Scosse la testa e mi mise una mano sulla spalla.

"Abbiamo sempre una scelta, sempre."

Aveva ragione.

Sorrisi debolmente.

"Cosa posso fare se ciò che è giusto da compiere non corrisponde con quello che voglio realmente fare?" Chiesi, pensando al piano di mio padre e a... Julia. Mi vennero i brividi: era da troppo tempo che non pronunciavo o pensavo quel nome. Si era ridotto semplicemente a "lei", almeno avrei sofferto di meno, pensavo.

"Sei tu che scegli cosa è giusto e cosa no, Tom."

Feci per rispondere, ma era già sparito tra le mura del castello.

In preda alla confusione, mi accasciai a terra, permettendo ai fiocchi di accarezzarmi il viso e alla neve gelida di infradiciarmi i vestiti.

Julia

Da piccola odiavo dicembre, perché era il mese in cui era morta la mamma.

Odiavo dicembre perché c'era il Natale.

E trascorrere il Natale senza di lei era insopportabile, per non parlare del fatto che mio padre era sempre ad Hogwarts.

Odiavo dicembre perché presupponeva l'inizio di un nuovo anno che sarebbe stato monotono come quello precedente, pensavo.

Love me, Riddle | Mattheo & Tom RiddleWhere stories live. Discover now