Capitolo 30

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Mattheo

Provai ad andare in Sala Grande per mangiare qualcosa, ma non avevo per niente fame. Mentre buttavo giù, controvoglia, del puré di patate con l'arrosto, mi cadde l'occhio sul tavolo di Julia e una fitta mi attraversò lo stomaco, facendomi venire il batticuore.

Solo una sbirciatina: non sarà mica la fine del mondo.

Vidi Zabini, Malfoy, la Parkinson e la Greengrass cenare tranquillamente, ma di Julia nessuna traccia.

La preoccupazione prese il sopravvento.

Aveva mangiato qualcosa?

Anche lei stava soffrendo senza di me?

Aveva pianto?

Le mancavo? Egoisticamente, sperai di sì.

Mi pensava? A cosa pensava?

Anche lei passava in rassegna nella mente tutti i nostri momenti più belli come se fossero un film?

Mi salirono le lacrime agli occhi per la centesima volta e cercai di sbattere velocemente le palpebre per scacciarle via, ma senza successo.

Allora, mi alzai di scatto e mi diressi verso camera mia, ma in Sala Comune venni fermato da una voce famigliare.

"Theuccio, mi cercavi?"

Astoria.

Sbuffai e cercai di oltrepassarla, scocciato.

"Sei triste perché tu e Julia vi siete lasciati e la vostra patetica storia è andata in frantumi?" Nel sentire il nome di Julia, mi venne voglia di scoparmi Astoria fino a perdere la ragione, ma mi trattenni dal farlo: non ne avrei mai avuto il coraggio, perché nessuna era come Julia, nessuna e sarebbe sempre stato così.

"Sparisci dalla mia vista, perché questa volta ti uccido davvero." Le rivolsi uno sguardo gelido almeno quanto il mio tono di voce e questo bastò per farla andare via.

Avevo la nausea e le lacrime avevano ripreso a scendere più numerose di poco prima: odiavo dovermi trovare in quello stato, ma era più forte di me, per questo preferii andare in camera mia per non essere visto da nessuno e per annegare in santa pace nel mio dolore.

Aprii la porta con il cuore a pezzi e quello che vidi dopo mi parve surreale.

Julia.

In piedi davanti alla porta.

Con il suo libro di Catullo in mano.

Struccata.

Con la felpa serpeverde e dei pantaloncini di velluto nero.

I capelli raccolti in una crocchia disordinata.

Lo sguardo afflitto e gli occhi rossi.

Il Paradiso perfetto nel maledetto Inferno che stavo attraversando.

Era sorpresa quanto me.

"Julia." Sussurrai: dovevo assicurarmi che fosse reale e non solo il frutto della mia immaginazione.

Sussultò leggermente nel sentirmi pronunciare il suo nome.

"Mattheo."

I nostri occhi si incontrarono e, per qualche secondo, il tempo si fermò e la terra parve mancarmi da sotto i piedi, ma non mi importava, perché ero con lei.

Tossì leggermente e distolse lo sguardo.

"Ehm, ero venuta a riprendermi il libro e pensavo fossi a cena..." Le tremava la voce.

"Sì, cioè, ero a cena, ma non avevo fame e, quindi, sono tornato qui..." Presi a torturarmi i capelli in modo frenetico: non sapevo come comportarmi, né cosa dire.

Love me, Riddle | Mattheo & Tom RiddleNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ