Capitolo 42

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Tom

Mi fermai qualche istante per riprendere fiato.

Correvo da ore se non da giorni, ma non mi importava.

Non sentivo più i muscoli delle gambe bruciare, né la pelle del viso screpolarsi, né la testa scoppiare, né il respiro smorzarsi.

Chiusi gli occhi per qualche secondo e rividi quelli confusi e impauriti di Julia.

Julia era il mio fàrmakon.

In greco fàrmakon significa sia "medicina" sia "dolore".

Ecco, lei era il mio fàrmakon.

La medicina per ogni mio dolore.

Il dolore per ogni mia medicina.

Il confine è sottile, quasi invisibile.

Impercettibile, eppure così indelebile.

Buffo, vero? Come lei, la causa del mio dolore, fosse anche la mia sola medicina?

Scossi la testa e ripresi a correre più veloce di prima.

Senza meta.

Senza speranza.

Senza vita.

Julia

"Bene, bene, bene, ma chi abbiamo qui? Julia Scribonia Piton, quale onore!"

Deglutii.

Voldemort.

Presi a sudare freddo, ma mi alzai in piedi e sostenni il suo sguardo di ghiaccio.

"Lurida traditrice, vieni con me, avanti!" Ghignò, mentre tre servitori mi conducevano in quello che sembrava il salone di una villa.

Opporre resistenza non sarebbe servito a nulla.

C'erano mangiamorte ovunque.

A occhio e croce ne contai circa una decina.

Il Signore Oscuro emise una risata isterica e, quando batté le mani, i servitori mi lasciarono cadere sul pavimento ghiacciato, come un peso morto.

Mi feci coraggio e mi rialzai in piedi, ma, quando Voldemort batté le mani per la seconda volta, dal pavimento spuntarono delle catene che mi bloccarono le gambe e le braccia.

Urlai per il dolore e mi accasciai a terra, mentre l'ammasso di ombre mi circondava, minaccioso.

"Non mi sembri più così sicura di te, adesso!" Disse il Signore Oscuro.

Un brivido mi corse lungo la schiena.

"Ti sbagli." Alzai la testa in segno di sfida.

Rise ancora.

"No, Piton, io non mi sbaglio mai e, fidati, se dico che farai la stessa fine di tuo padre."

Sentii una fitta allo stomaco, ma mi costrinsi a non mollare.

"Dici così perché hai paura di me? Solo perché non hai ancora trovato l'ultimo horcrux?" Chiesi.

Improvvisamente, si fece scuro in volto e il ferro delle catene sembrò prendere fuoco, tanto mi bruciava la pelle.

Mi imposi di rimanere in silenzio, ma il mio corpo stava urlando pietà.

Subito dopo, sentii una mano serrarmi il collo, quasi fino a soffocarmi.

Per un attimo, temetti che sarei svenuta, ma resistetti.

Dopo ancora, vidi una sagoma avvicinarsi e puntarmi la bacchetta sul braccio destro.

Love me, Riddle | Mattheo & Tom RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora