Capitolo 31

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Tom

Aprii gli occhi di scatto: fuori era ancora buio, ma il materasso era troppo duro e i pensieri erano troppo soffocanti perché io dormissi ancora, perciò mi alzai con fatica e raggiunsi la scrivania. Come guidate da un incantesimo, le mie mani afferrarono un pezzo di pergamena, la piuma e l'inchiostro e si mossero da sole, cercando di alleviare il dolore che mi squartava il petto e che minacciava di schiacciarmi il cuore.

Sono in crisi. Vedo solo il buio. Il cielo fuori presto diventerà azzurro e brillerà di una luce accesa, ma sarà come se non lo vedrò davvero.

Mi sento come se i miei sentimenti mi stessero uccidendo, lentamente e in modo straziante, quasi insopportabile. Quasi.

In amicizia, come in amore, c'è sempre una persona che ha il carattere più forte e che finisce per "schiacciare", se pur involontariamente, l'altra persona. Ecco, per me con lei è così. Lei è quella più forte, io quello che deve portare il peso. Io sono quello che si terrà tutto dentro, che ignorerà la voglia di piangere, che fingerà di stare bene. Per lei.

È chiaro che lei non soffra, perché non può capire o nemmeno lontanamente provare quello che provo io. Lei non soffre perché è quella che ha le redini del gioco. Io davanti a lei mi sento piccolo. Indifeso. Trasparente. È come se lei mi leggesse dentro, ma, pur facendolo, non me lo fa pesare, perché mi capisce in silenzio, senza che io debba spiegarmi.

È questo nostro legame così bello ad uccidermi, a succhiarmi via la vita, come un dannato parassita... È questa linea invisibile che ci unisce a opprimermi.

Ho deciso di portare questo peso, l'ho fatto per mia volontà, per lei, per la sua felicità. Spero tanto che lei non capisca quello che sento, ma mi risulta impossibile nasconderle qualcosa di così forte... Perché è come se lo sapesse da sempre. È come se una parte di me ci sarà sempre in lei. E una piccola parte di lei ci sarà sempre in me... Porterò con me il suo ricordo e lo custodirò, come si custodisce un tesoro.

Ecco, lei è il mio tesoro. Ma non saprà mai di esserlo. Mai. E va bene così.

Strizzai gli occhi per evitare che le lacrime macchiassero il foglio, ma era troppo tardi.

Troppo tardi per il foglio.

Troppo tardi per l'amore.

Troppo tardi per i sentimenti.

Troppo tardi per costruire un "noi".

Troppo tardi per lottare.

Troppo tardi per me.

Mattheo

Mi svegliai con un mal di testa allucinante: mi ero addormentato sul tappeto e la mezza bottiglia di incendiario rimasta si era rovesciata sul gelido pavimento, merda. Con un incantesimo pulii il tutto velocemente e, poi, mi buttai sotto la doccia.

Feci un respiro profondo e mi fiondai sotto il getto bollente, sperando di far passare il mal di testa e il dolore opprimente che mi schiacciava il cuore.

I sogni.

Quanto sono belli i sogni?

Quanto sono appaganti?

Quanto sono vivi?

Quanto sono incredibili?

Mi insaponai con gesti meccanici.

Nei sogni si può essere tutto.

Nei sogni si può andare ovunque.

Nei sogni si può diventare chiunque.

Love me, Riddle | Mattheo & Tom RiddleWhere stories live. Discover now