Capitolo 13

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Mattheo

Stavo mentendo a me stesso e anche a lei. Non se lo meritava... certo che se lo meritava: si era comportata da stronza e mi faceva andare fuori di testa.

"Non dici più niente, ora? Cos'è, sei sorpresa del fatto che non me ne sia mai fregato niente?" Continuai.

Magari fosse stato così, cazzo.

Mi ignorò e... iniziò a spogliarsi.

Immediatamente, il mio corpo reagì alla vista del suo, coperto solo dal reggiseno e dalle mutandine.

"C-che stai facendo?" Un brivido di piacere di corse lungo la schiena.

Dio, non ci capivo più nulla.

Non riuscivo a smettere di guardarla: il suo corpo era fottutamente perfetto e le sue guance color vino la rendevano ancora più sexy del solito.

Deglutii e mi avvicinai ulteriormente a lei.

Non potevo farci niente: lei era l'altra metà della mia calamita, saremmo stati legati per sempre, che lo volessimo o no.

Senza preavviso, iniziò a immergersi nel lago.

Rimasi interdetto, ma ben presto la sorpresa lasciò lo spazio alla preoccupazione.

"Julia, che stai facendo? È ottobre, l'acqua è gelata e faranno almeno cinque gradi sottozero!" Avevo il cuore in gola.

"Perché dovrebbe fregartene qualcosa, eh?" E si immerse ancora di più, muovendo le gambe su e giù per prendersi gioco di me.

"Non fare la stupida: esci da lì." Il cuore mi batteva all'impazzata: se le fosse successo qualcosa non me lo sarei mai perdonato.

"Non darmi ordini e, poi, faccio schifo, quindi vattene tu, dato che la mia presenza ti infastidisce."

Ancora con quella storia! Non avrei dovuto tirare tanto la corda, così non si sarebbe sentita attaccata e ferita e non avrebbe fatto una simile sciocchezza.

"Esci e ne parliamo." Cercai di convincerla.

"No, parliamo adesso: forza, dì quello che hai da dire, Riddle." E si allontanò ancora di più dalla riva.

Oh, cazzo: non ero pronto per dirle ogni cosa in quel fottuto momento.

"Esci, potrebbero esserci le sirene o..." Ma non ebbi il tempo di finire la frase, perché venni interrotto da un urlo di Julia che, poco dopo, scomparve sotto la superficie del lago.

Cazzo. Cazzo. Cazzo.

Senza pensarci due volte, mi sfilai il mantello, afferrai la bacchetta e mi buttai anch'io, raggiungendo il punto in cui l'avevo vista per l'ultima volta. L'acqua era davvero gelida, ma feci un respiro profondo e iniziai ad addentrarmi nelle profondità del lago, dove notai tre creature intente a trascinare via Julia.

Avrei voluto fare come nei film, in cui l'eroe trattiene il fiato per minuti che sembrano ore e riesce a salvare la sua amata, ma io non ero un eroe e sentii i polmoni cedermi. Risalii velocemente in superficie, ripresi fiato e tornai giù: avrei fatto di tutto, pur di salvarla. Appena quei tre esseri si accorsero della mia presenza, uno prese con sé Julia, mentre due mi raggiunsero e iniziarono a colpirmi violentemente con quelli che sembravano degli uncini. Cercai di tenere gli occhi aperti e riuscii a lanciare un Avadakedavra, uccidendone uno, ma l'altro non accennava a ritrarsi ed era molto più veloce di me. In preda allo sconforto, ebbi un'idea: rimasi immobile, fingendo di essere morto. La creatura, allora, mi si avvicinò e, poco prima che mi trascinasse negli abissi, la colsi in contropiede e la uccisi. A quel punto, mi ricordai dell'incantesimo Testabolla e lo eseguii immediatamente, mentre cercavo con lo sguardo Julia. Iniziai a perlustrare diverse zone del lago, ma di lei nessuna traccia.

Love me, Riddle | Mattheo & Tom RiddleWhere stories live. Discover now