Capitolo 32

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Julia

"Buon pomeriggio, ragazzi, e benvenuti al corso di babbanologia avanzata! In particolare, ci concentreremo sulla letteratura babbana e sui suoi principali autori." Disse la professoressa Burbage con un entusiasmo che mi diede la nausea.

Tenni lo sguardo incollato sul banco: mi sentivo vuota e non vedevo l'ora di tornarmene in camera mia a piangere o a scrivere.

"Bene, che ne dite di presentarvi, dato che siete di anni diversi, e di dire perché siete qui? Signorina Piton: cominci." Avevo avuto la brillante idea di mettermi in prima fila e, quindi, ero stata la prima interpellata.

Mi alzai in piedi, ma il mio sguardo era ancora perso nel vuoto.

"Salve a tutti, mi chiamo Julia Scribonia Piton. Sono qui perché mi affascinano i babbani e vorrei studiarli in modo più approfondito." Le parole mi uscirono di bocca meccanicamente e il dolore che provavo nel petto non accennava ad attenuarsi.

Come un automa, tornai a sedermi e tirai fuori un quaderno sgualcito, la piuma e il calamaio, mentre il resto della classe si presentava.

"Salve a tutti – una voce dolorosamente troppo famigliare catturò la mia attenzione, facendomi sussultare – io sono Mattheo Marvolo Riddle. - fece una pausa - Sono qui perché alla ragazza di cui sono innamorato piacciono i babbani e, quindi, vorrei saperne qualcosa anch'io." Anche se non lo stavo guardando, sapevo che i suoi occhi bruciavano su di me.

Le sue parole mi colpirono come una pugnalata.

Mi si gelò il sangue nelle vene.

Era una bugia.

Una grandissima bugia.

Fu come se il mondo si fermasse: gli altri ragazzi continuavano a parlare, ma io non sentivo niente, se non il battito accelerato del cuore che mi martellava troppo forte nelle orecchie.

Ben presto, però, la tristezza lasciò lo spazio alla rabbia.

Perché si era permesso un'altra volta di prendermi in giro?!

Strinsi i pugni.

Non ne aveva abbastanza di calpestare i miei sentimenti?!

Il mio volto era una maschera d'odio, ma mi imposi di assumere un'espressione di indifferenza.

Non aveva capito che doveva lasciarmi in pace una volta per tutte?!

Le nocche mi bruciavano.

Perché non aveva scelto un altro corso?!

Scossi la testa e feci un respiro profondo: il profumo dell'inchiostro mi invase le narici e mi tranquillizzò per qualche secondo.

Mi costrinsi a seguire la lezione: non potevo piangere davanti a tutti o fare una scenata, non gli avrei mai permesso di averla vinta. Mai.

Mattheo

Una volta finita la lezione, aspettai Julia all'uscita dell'aula con lo stomaco sottosopra.

Appena mi vide, la sua espressione si fece più severa, ma mi ignorò, sorpassandomi.

"Julia." La chiamai, ma continuò a camminare, senza voltarsi.

"Julia." Nessuna risposta: mi sentii un idiota.

Decisi di seguirla, mentre si avviava verso la nostra Sala Comune.

"Julia!" Urlai, prendendola per un braccio e trascinandola in un'aula vuota.

"Lasciami." Il suo tono di voce era a dir poco glaciale.

Love me, Riddle | Mattheo & Tom RiddleOnde histórias criam vida. Descubra agora