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«Sicuro di voler giocare?» gli chiese Sirius mentre Draco stava facendo stratching. «Remus non lo sa ancora, puoi ancora cambiare idea.»

«Sirius andrà tutto bene! Mi sento più carico che mai, io giocherò e vincerò anche!»

«Non puoi stare in panchina e basta?»

«No.»

Harry si avvicinò ai due, Draco sentiva che era ansioso ma non sapeva se era per la partita o perché credeva che avrebbe ucciso qualcuno. «Tutto bene?» chiese a Draco.

«Sì, tutto apposto.» rispose. «Iniziamo prima che Remus mi possa fermare.»

«Troppo tardi. Mi sa che sta arrivando.» disse Harry guardando dietro i due. Draco e Sirius si voltarono per vedere Remus avvicinarsi a loro, ma non era solo. Era con James, il padre di Harry. Harry infatti, li raggiunse e abbracciò con affetto il padre che non vedeva da almeno due mesi. «C'è pure mamma?» sorrise.

«Sì, è seduta con Taylor.» gli rispose ma non ebbe tempo di girarsi a guardarla che Remus e Draco si stavano già urlando addosso.

«Non mi puoi fermare! Non sei mio padre!»

«Ma lo vedi che i tuoi occhi sono già gialli!» gli disse abbassando la voce, ma comunque ricambiando l'energia del ragazzo. Draco sentiva la rabbia crescere dentro di lui ad ogni parola.

«Io gioco!» disse, anche se doveva stringere i denti per non saltare addosso a Remus e staccargli la testa. Forse davvero non ce l'avrebbe fatta: la gente tra gli spalti urlava, Remus e Harry che non lo mollavano un attimo, Sirius che provava a fargli cambiare idea e l'alta probabilità che un branco di lupi mannari sadici li avrebbero attaccati.

Tutto ciò lo faceva impazzire.

Draco voleva dire qualcos'altro, ma non lo fece.

Decise di allontanarsi da tutti, per provare a calmarsi e tornare a giocare.

Andò nella galleria che collegava il campo e gli spogliatoi, dove non c'era nessuno. Si appoggiò al muro e chiuse gli occhi, facendo respiri profondi. Ogni volta che inspirava ed espirava si sentiva più vicino al trasformarsi. Credeva di potercela fare dopo già quattro mesi, ma si sbagliava.

«Harry vattene.» disse appena sentì dei passi, accompagnati dall'odore del ragazzo. Inizialmente non ricevette nessuna risposta. «Harry ti ho detto di andartene!» esclamò, e finalmente aprì gli occhi, e si voltò verso di lui.

Era arrabbiato e si sarebbe trasformato in poco tempo, se ciò che aveva davanti agli occhi non lo avesse scioccato tanto, distraendolo dalla sua trasformazione.

«Non sono Harry.» un ghignò apparì sul volto, dell'uomo.

«Che ci fai qui?» chiese, spaventato.

«Volevo fare una bella chiacchierata con te.» disse l'uomo che aveva davanti, con un certo sarcasmo. Draco iniziò ad indietreggiare mentre l'uomo andava avanti alla sua stessa velocità.

Era Fenrir Greyback, con il mantello da quidditch di Harry in mano. Indossava il suo sguardo inquietante, da brividi.

Tabitha aveva ragione.

«Perché hai il suo mantello?» gli chiese, prendendo coraggio.

«Potrei averlo accidentalmente rapito e portarto nella Foresta Proibita. Giochiamo a trova Potter?»

L'uomo indietreggiò e Draco si voltò, aveva sentito il respiro pesante di due persone e, infatti, se non si fosse voltato, due dei uomini di Greybeck lo avrebbero ucciso prima che lui potesse rendersene conto.

Just the Two of Us - DrarryWhere stories live. Discover now