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«hey, amico? Stai bene?» Remus si avvicinò, camminava a fatica, lentamente, non era affatto lucido. «ti sei fatto?»

«Jo lascialo stare, è un drogato.» Remus si voltò verso l'amico, aveva i capelli biondi, lunghi fino alle spalle e una frangetta.

«magari ha bisogno di aiuto.»

«scusate.» disse Remus, con tono colpevole. Una lacrima gli rigò il viso e immediatamente si trasformò. I suoi occhi divennero gialli e il suo volto era diventato come quello di una specie di ibrido tra un lupo e un uomo.Il ragazzo sussultò, ma Remus non diede tempo a lui e ai suoi amici di scappare...

***

«quindi...» Remus si fermò, da quando era tornato dal coma viveva continuamente piccoli flashback, si era distratto e aveva perso il filo. «quindi...» picchiettò sulla lavagna col gessetto, per ricordarsi dove fosse arrivato, ma la sua testa era vuota.

«professore, tutto bene?» chiese Harry, sapeva che stava passando.

Remus annuì, appoggiò il gessetto sulla cattedra e si rivolse verso la classe. «quindi...lo Yale oggi è estinto...» Remus si risedette alla cattedra, guardò il suo libro e iniziò a sfogliarlo, come se stesse cercando qualcosa, ma non stava cercando proprio niente. Harry guardò Draco, la spiegazione era stata abbastanza breve. C'erano altre cose da dire sullo Yale, una creatura magica. «a pagina 205...leggetela nella mente. Io torno subito.» lui si alzò, uscì dall'aula a passo veloce e una volta fuori chiuse la porta e si fermò, si appoggiò al muro e si mise una mano sul petto per calmare il suo cuore che batteva più velocemente del solito e il suo respiro affannato. Questo gli ricordò l'ospedale, quando era da sua mamma, il modo in cui uscì dalla sala d'attesa, era forse lo stesso. Ma il ricordo che era al centro della sua mente era uno solo: l'errore più grande della sua vita.

***

Remus prese il ragazzo dalle spalle e con una mossa veloce riuscì ad avvicinarsi a lui e morderlo: affondò le sue zanne da lupo nel collo del ragazzo e morse più forte che poteva, poi lo lasciò cadere a peso morto sul terreno. I suoi amici erano scioccati, erano rimasti fermi immobili, pietrificati. Remus si avvicinò a uno di loro, quello che aveva avvertito l'amico di stargli lontano, era scioccato, senza pensare gli squarciò la cola e lui cadde a terra, morto, anche se un sacco di sangue ancora usciva dalla sua gola. In quel momento, i suoi amici capirono che se non sarebbero scappati gli sarebbe toccata la stessa sorte, ma Remus li fermò, si mise davanti a loro, che provarono a cambiare strada, ma ancora una volta li fermò, ne prese due e infilò gli artigli nelle loro gole allo stesso momento, quattro buchi da cui usciva una marea di sangue, ma l'altro continuava a scappare, Remus lo raggiunse e lo spinse, lui cadde ma si rialzò subito, anche se ormai era troppo tardi per scappare, lo morse sul collo, sentiva il sapore del suo sangue nella sua bocca, gli piaceva. L'adrenalina che il suo corpo scatenava mentre faceva a pezzi degli innocenti, era come una droga, ma l'effetto svaniva dopo che la luna piena tramontava. Remus affondava le sue zanne sempre di più, talmente tanto che arrivò a staccargli la testa e quando lo fece, sospirò, era finita. Li aveva uccisi.

Usando il suo udito da lupo, si accertò che i loro cuori non battessero e che non stessero respirando. Poi si sedette a terra, su un tronco intorno al falò che era quasi spento. Avvicinò le mani a questo, per riscaldarsi, anche se in realtà non sentiva freddo e lasciò perdere quando capì che quella piccola fiamma rimasta non avrebbe riscaldato niente. Poi rivolse uno sguardo alla luna, stava per venir coperta da delle nuvole e quando venne del tutto coperta, Remus realizzò: si alzò dal tronco e si guardò attorno, erano tutti morti, pieni di ferite, si guardò le mani, erano ricoperte di sangue che si era leggermente asciugato. Poi si avvicinò a quello a cui aveva staccato la testa, strizzò gli occhi nel pensare a quanto gli fosse piaciuto.

Con le mani tremanti gli prese la testa, i suoi occhi erano ancora aperti, era come se ancora gli stessero chiedendo pietà, la avvicinò al suo collo e provò a riattaccarla. Ma non si sarebbe magicamente riattaccata, nemmeno la magia arrivava a tanto. Iniziò a piangere, era disperato. Le lacrime gli scendevano a cascata, voleva urlare. Ma poi iniziò a sentire un mal di testa allucinante, che lo distrasse dal dolore che provava prima, per quello che aveva fatto.

Urlò, il dolore era troppo forte. Strinse i denti ma poi mollò la presa, stava stringendo talmente forte che si sarebbero potuti spaccare. Urlò ancora e ancora, pensò che fosse la sua punizione, pensò di star per morire, si accovacciò a terra, si mise una mano sulla fronte che si era bagnata di sudore e il dolore, improvvisamente, finì. Si chiese se fosse semplicemente morto, perché non era possibile che la sua punizione fosse così breve, non dopo tutto quello che aveva fatto. Si rialzò, era tutto uguale a prima. Poi capì: i suoi occhi erano diventati blu, questo succedeva quando uccidevi degli umani innocenti, gliel'aveva detto sua zia, quando lui le aveva chiesto perché gli occhi dei lupi mannari di Greyback fossero diversi dai suoi. Si sedette di nuovo, riiniziò a piangere, si rese conto che i suoi stessi occhi sarebbero stati il ricordo eterno di ciò che lui aveva fatto.

***

Harry si inginocchiò, prese l'estremità dei suoi due lacci e provò a legarli in un fiocco e nel frattempo guardò Draco. «mi dispiace per lui.» disse.

«pure a me.» rispose Harry, poi ritornò a guardare i sui suoi lacci.

«Mike doveva chiedere direttamente a me, sapeva che Remus aveva un nuovo alpha.» Harry annuì, poi si alzò dal pavimento.

«comunque, quand'è l'amichevole?»

«quando tornano i ragazzi.» rispose. «mi piace l'idea di allenarci insieme. Siamo pochi, ha senso.»

«ma non ha senso fare una partita quando manca mezza scuola.» Draco annuì. «se poi se ne vanno quelli di quarto.»

«forse la facciamo prima.»

Lo spogliatoio lentamente si svuotò, loro non erano ancora pronti, avevano passato tutto il tempo a parlare. Harry si alzò e si levò la maglia. Draco abbassò lo sguardo, d'istinto poi, però si ritrovò a guardarlo. Si avvicinò al suo borsone e aprì la cerniera, prese una maglia azzurra e se la infilò in fretta solo per rendersi conto di quanto gli andasse stretta.

Draco fece un sorrisetto e Harry gli lanciò un occhiataccia. «ti va piccola.»

«davvero? Non l'avevo visto.» rispose con sarcasmo. «grazie...» continuò con un finto tono disperato, scanenadno una risatina da Draco.

«ho una felpa nella borsa, se la vuoi.» gli disse, indicando con la testa il suo borsone, alla sua destra.

«sì...» rispose Harry, avvicinandosi a questo, aprì la cerniera e prese la felpa grigia, che aveva, però, il cappuccio con i colori dei serpeverde. Harry la guardò, schifato, poi guardò Draco in cerca di risposte.

«la tua maglia è tutta rossa e gialla, io amo la mia casa.» gli disse.

«va bene, la metto comunque!»

Just the Two of Us - DrarryWhere stories live. Discover now