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Lunedì mattina Draco stava dormendo beatamente nel suo letto quando un movimento lo fece svegliare: un braccio attorno alla vita.

Con un sorriso languido Draco accarezzò il braccio, ma si bloccò quando sentì una risatina provenire dietro di lui:

"Non sono Harry, mi dispiace"

Draco aprì gli occhi, voltandosi e incrociando gli occhi blu dell'amica che lo stava fissando divertita, i capelli biondi sparsi sul cuscino.

Si ricordò improvvisamente del perché Thea era nel suo letto e perché l'aveva invitata la sera prima a dormire da lui.

Si voltò e la strinse tra le braccia, Thea non si fece pregare e posò il viso nell'incavo tra la spalla e il collo di Draco. Restarono in silenzio in quella posizione a lungo, con Draco che passava una mano tra i capelli dell'amica.

Quella mattina non sarebbe andato al lavoro, avrebbe passato tutto il giorno a tirare su l'umore di Nott, soprattutto dopo quello che la giovane aveva appena passato.

Ripensare alle parole di Blaise gli fecero desiderare ardentemente di vestirsi e raggiungere la sede della Gazzetta del Profeta, raggiungere gli uffici e tirare un pugno sul naso di Blaise. Non aveva proprio idea di cosa avrebbe fatto l'indomani. Probabilmente qualcosa di molto stupido. Harry nemmeno ci sarebbe stato per tutta la settimana. Blaise era letteralmente il capo. Poteva benissimo licenziarlo e Draco non avrebbe potuto fare o dire nulla per non essere cacciato. Ma le lacrime e il viso devastato dell'amica erano state troppo da sopportare per riuscire a non pensarci o a dimenticarle. Blaise doveva capire che le sue parole avevano un peso enorme. Si pensa sempre che solo le botte possano ferire le persone, invece no, molte parole avevano lo stesso effetto, se non peggio: potevano portare alla morte. Draco aveva scritto e letto notizie simili dove ragazzi, donne e uomini perdevano la vita, o se la toglievano del tutto, per via di messaggi o parole d'odio.

Non capiva come le persone riuscissero a togliersi la vita in modo cosi semplice, perché non fossero in grado di ignorare i commenti, soprattutto su internet dove si poteva benissimo bloccare la persona che diceva cattiverie. Adesso aveva in parte capito cosa si provava: non riusciva a smettere di pensare alle parole transfobiche di Blaise.

Anche lui non era stato molto gentile in passato nei confronti di Thea, continuando, fino a pochi mesi prima, a considerare Thea un maschio. Si sentiva in colpa per quello, ma mai e poi mai l’avrebbe umiliata. Si sarebbe fatto ammazzare piuttosto. Per lui era stato difficile solo abituarsi a considerare quello che per diciannove anni aveva chiamato Theo, con la o, Thea, con la a.

Era oggettivamente una ragazza già da due anni, prendeva gli ormoni, indossava sempre abiti femminili, si truccava, si faceva le unghie, si depilava le gambe, cosa che Draco ammirava tantissimo perché una volta aveva chiesto all’amica di provare a togliergli i peli con la ceretta e aveva avuto la gamba piena di puntini rossi per due settimane, oltre ad avere strillato come un’aquila per tutto il tempo. Thea si era sempre riferita a se stessa come ragazza sin da quando erano a scuola. Ma lo aveva confidato solo a Draco. Sapeva e vedeva che Thea soffriva a dormire in un dormitorio maschile. Quando gli aveva mostrato il primo reggiseno, era di pizzo bianco, a Draco per poco non aveva preso un colpo. Era cominciato tutto li, da un semplice reggiseno di pizzo bianco, fino a diventare la ragazza meravigliosa che era oggi. Nonostante il sesso biologico. Thea era molto più di quello, andava ben oltre.

Peccato che Blaise Zabini non lo avesse capito. Draco si chiese che cosa ne pensasse Harry di tutta quella situazione. Era proprio un peccato che si fosse preso una settimana di ferie in quel periodo.

“Ho caldo” disse Thea allontanandosi dall’amico che a sua volta stava sudando. Gettò le lenzuola ai piedi del letto con uno sbuffo e fissò il soffitto in silenzio, pensieroso, una mano posata sullo stomaco.

~Drarry~ Risk It All (Omegaverse)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora