Capitolo 7 ♠️ Day & Night

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Quella notte non dormii affatto. Mi svegliavo continuamente di soprassalto, sognavo vampiri, licantropi... streghe. Non cessavano di sussurrare parole sconosciute finché non aprivo gli occhi e non mi ritrovavo di nuovo nel mio letto. Al limite della sopportazione, mi alzai per prendere una candela e mi risistemai sul materasso a gambe incrociate. Tenni la candela appoggiata sui palmi delle mie mani unite e la fissai intensamente, pensando ad una scintilla, un qualcosa da cui potesse scaturire il fuoco. Nulla.

Sospirai, ma il fiato che uscì dalla mia bocca era condensato, come se le temperature fossero precipitate all'improvviso. Un sussurro mi arrivò all'orecchio con una brezza gelata. Era una parola che avevo sentito pronunciare spesso da mia madre. La parola chiave.

«Incendia.»

Il fuoco divampò dalla candela e illuminò la stanza. Mi guardai attorno. La camera aveva preso un aspetto del tutto nuovo, perché non avevo acceso solo la candela.

Delle piccole fiammelle danzavano dappertutto. Le finestre riflettevano la luce, creando un gioco di colori impressionante.

Mi alzai con foga e mi vestii con la prima cosa che trovai nell'armadio.

Non resistivo più.

Uscii di casa con foga e, con una rinnovata energia, iniziai a correre. Mentre guardavo gli alberi attorno a me venire scossi da una brezza notturna, gridai.

«Incendia!»

E la notte divenne giorno.

Il bosco sembrava popolato da migliaia di lucciole, gli stessi fuocherelli che erano apparsi poco prima dentro casa. Erano sospesi nell'aria, illuminando il bosco nella sua oscurità.

Una folata di vento fece staccare le foglie più fragili dai rami circostanti e mentre cadevano leggere queste si incendiarono, creando una pioggia di fuoco intorno a me.

Arrivai al lago in un lampo e, mentre mi trovavo di fronte allo specchio d'acqua, mi resi conto di aver sollevato una mano.

«È tempo di aprirti alla tua magia.»

Una voce femminile mi sussurrò all'orecchio. Non avevo bisogno di altro, l'avevo riconosciuta immediatamente. Inclinai leggermente la testa cercando, senza volerlo, di seguire il suono.

Un movimento davanti a me catturò la mia attenzione, facendo scattare il mio sguardo. Era una bolla d'acqua, innalzatasi al movimento della mia mano. La osservai, muovendo il braccio da destra a sinistra, mentre quella seguiva ogni mia mossa.

D'istinto serrai le dita in un pugno, l'atto fece congelare la sfera, di fatto si solidificò, diventando fredda come la neve. Allungai la mano verso di essa, ma non appena mi avvicinai si allontanò. Proprio come una persona che se ne va nel momento del bisogno, frustrante e deludente.

Girai su me stessa e questa si frantumò contro il tronco di un albero. Soddisfatta e incredula, sorrisi, decidendo che per una sera era sufficiente così.

Tornai a casa e finalmente mi addormentai, sognando la mamma quando mi mostrava i suoi incantesimi.

* * * *

«Vedo che qualcuno si è svegliato di buon umore.» Il mio compagno di banco, Will, mi salutò sorridendo mentre si sedeva al suo posto. Ci eravamo presentati ufficialmente alla fine della lezione del giorno prima.

«È impressionante quello che può fare una bella dormita.»

In classe chiacchierammo tutto il tempo, stando attenti a non farci beccare dai professori.

Non eravamo così bravi.

«Voi due là in fondo,» Ci bloccammo entrambi. «volete rendere partecipe anche il resto della classe?»

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