Capitolo 13 ♠️ Nothing Else

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Fui accolta da un lupo dal pelo chiaro, aveva uno sguardo inespressivo, che vagava nel vuoto della stanza spoglia in cui si trovava.

Ray.

Si girò verso di me, ringhiando di conseguenza. Il mio accompagnatore tentò di calmarlo, con pochi risultati.

«Ray, so che abbiamo iniziato col piede sbagliato, ma vorrei rimediare al danno che ti ho fatto.» Mi portai una mano al petto, in segno di sincerità. «Dico davvero. Sei importante per questo branco e per Christopher, non voglio altri screzi con nessuno di voi.»

Dallo sguardo che mi lanciò, non sembrava molto convinto.

«Dobbiamo essere una squadra. Tutti.»

Il ragazzo lo fissò negli occhi per qualche secondo, rimanendo immobile sul posto. Capii che stavano comunicando attraverso il canale mentale che accomunava i membri di uno stesso branco. Era una cosa da pazzi, ma a quanto pare non era solo una leggenda.

«Chiede quanto tempo ci vorrà per riavere la sua forma umana.» 

«Non lo so ancora. Ma spero di trovare un rimedio il prima possibile.»

Mi mostrò i denti. «Sta dicendo che ti conviene sbrigarti... e che vederti in questo momento gli provoca un istinto omicida involontario.»

«Prenderò l'ultima frase come un complimento. Adesso devo andare.» Risposi. Lui si sedette e mi guardò corrucciato, o almeno così sembrava: non riuscivo mai a capire le espressioni dei licantropi quando erano nella loro forma di lupo.

Mi girai e corsi via, imboccando un altro corridoio e mi fermai solo quando mi ritrovai davanti ad una porta ben precisa.

Bussai, ricevendo un "avanti" in risposta. Allungai una mano e abbassai la maniglia, aprendo la porta.

«Ehi, tutto bene?» Chiesi quando vidi sul suo volto un'espressione corrucciata, mentre guardava il suo computer.

«Mhm, potrebbe andare meglio.» Mormorò, non distogliendo lo sguardo dallo schermo.

«Senti, dovrei chiamare Max per la questione del vampiro...»

«Non credevo che ti servisse il mio permesso.»

«Non ti sto chiedendo il permesso, ti sto informando. È una cosa completamente diversa.»

«Se lo dici tu.» Fu la sua unica risposta.

Presi il cellulare dalla tasca posteriore dei miei jeans e digitai il numero di Max. Dopo qualche squillo rispose.

«Sì?»

«Max, sono Alexys.»

«Alexys! Mi ero scordato che avevi il mio numero!»

«Ma se ci siamo sentiti già altre volte?» Con la coda dell'occhio vidi Christopher farmi un cenno con la mano, per chiedermi cosa stesse succedendo. Scossi la testa. Va tutto bene.

«Ho catturato un vampiro oggi–»

«Grande! Sono molto fiero di te!»

«Ma è morto.» Conclusi la frase.

Seguì un silenzio imbarazzante che sembrò durare un'eternità. Deglutì rumorosamente dall'altro capo del telefono.

«Oh.» Fu tutto quello che disse, poi aggiunse, «Beh, direi che la situazione ci sta sfuggendo di mano.»

«Tu dici? E da cosa lo hai capito? Forse questo può dipendere dal fatto che qualunque piano tu proponga non ha fondamenta abbastanza solide da poter essere portato a termine. Ma forse sono io quella da biasimare: mi sono fidata di un uomo che non ho mai visto e che non ha la minima idea di come affrontare una situazione del genere!»  Stavo urlando, incurante di essere davanti a Christopher, che nel frattempo si era alzato e avanzava verso di me.

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