Alla ricerca di pace.

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CAPITOLO 1

Osservare la Rede noi dobbiamo, con tutto l'Amore e Fiducia che abbiamo.

DYLAN'S POV

"Era un pomeriggio uggioso"
«Uggioso? Cominciamo così, e uggioso sarà tutto il libro.»
"Era una deliziosa mattina di primavera"
«Certo, perché adesso le mattine le classifichiamo con un apprezzamento sul gusto? È lo stesso che dire appetitosa... una mattina deliziosa? Appetitosa? Bah! Proviamo con la sera.»
"Era una fredda serata di dicembre"
«Fredda? In che altro modo poteva essere? Siamo a dicembre cazzo! Fa freddo a dicembre! È banale! Scontato!»
"Niente mattina, pomeriggio o sera... è un giorno... solo un giorno! Ricominciamo"
"Un giorno di pioggia Andrea e Giuliano"
«Andrea e Giuliano? Sì vabbè! Incontrano Licia per caso?»
«Ancora a parlare da solo?»

Distolgo l'attenzione dal PC al suono della voce di Carrie che ora si è piazzata proprio davanti a me con la solita espressione da "adesso te le rompo", ma prima che inizi a farlo, rispondo a tono. «Non rompere!»
«Si risponde a questo modo?» «Rispondo come mi pare!»

Ogni volta è così! È sempre la stessa storia! Aspetto una settimana per stare comodamente rilassato sul divano cercando di imprimere qualcosa sullo schermo bianco di yWriter, ma arriva lei! E come un martello pneumatico perfora timpani, comincia la sua solita tiritera.
«Te ne stai buttato lì tutto il giorno senza fare niente! Ma ci sei o no in questa casa? Avrei bisogno di una mano e tu invece te ne stai sempre davanti a un computer a fare cosa? Niente! Niente di utile! Ma quando scenderai dalle nuvole? Metti i piedi a terra e comincia a crescere!»
«Sto cercando di concentrarmi cazzo! Devi per forza scassare i cosiddetti ogni volta?»
«Sei un cafone! Un giorno di questi me ne vado!»
«Aspetterò quel giorno con ansia, credimi!»
«Sei sempre il solito! Sempre così indisponente, sempre menefreghista, sempre immaturo e per niente serio. Questo è tutto quello che hai da dire?»
«Guarda che ho detto sul serio. Se te ne vai non mi taglierò le vene.»
«Stronzo! Questo è un colpo basso!»

Mi strofino il viso con i palmi delle mani in un gesto esasperato, nella speranza che questo cancelli la visione di una casalinga frustrata in preda a una crisi di nervi; e in tutto questo, penso che non riuscirò a farcela se non mi dileguo immediatamente come al mio solito. Cancello per l'ennesima volta il rigo solitario che fa da contrasto a tutto lo schermo ancora immacolato e, chiudendo il portatile, lo infilo sotto il braccio prima di alzarmi e dirigermi in camera da letto, sperando che, almeno lì, possa trovare un po' di pace. È una chimera anche questa. Mi vedo rincorrerla con le braccia protese in avanti, cerco di raggiungerla, di afferrarla, di trattenerla, ma la pace e il silenzio che cerco trova il modo di sfuggirmi...
e il suo modo è sempre lei!

«L'avevo appena rifatto il letto! Non hai per niente rispetto!»
«Te lo risistemo dopo, ora per favore vuoi fare silenzio? Sto cercando di buttare giù qualche rigo!»
«E devi farlo in camera da letto?»
«Se avessi avuto uno studio me ne sarei andato lì, non ti pare?»
«In soggiorno non stavi bene?»
«No! Non stavo bene! C'era una rompicoglioni che ha deciso di seguirmi pure qui.»
«Sei sempre più stronzo! Io ti lascio per davvero questa volta, e ti lascio nella merda! Senza di me non sapresti neanche allacciarti le stringhe delle scarpe.»
«Volesse il cielo!»

Non credo che la mia esclamazione l'abbia presa bene, perché dopo un urlo che avrebbe fatto concorrenza a quello di Tarzan appeso alla liana, mi sbatte la porta in faccia e, prima che si chiudesse, ho visto anche le sue guance diventare di un rosso acceso.

Le nuove streghe di Salem Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora