È quello che penso?

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CAPITOLO 32

Quando la ruota a Yule giungerà, accendi il ceppo e il Cornuto regnerà.

TRIXIE'S POV

"Che cos'è che ho appena detto? Perché nel mio cervello da qualche parte ho un neurone chiacchierino? E perché ora mi guarda come un salame?"

«Maledizioni?»

"Non dirlo, non dirlo, non dirlo!"
Questo invece è ciò che mi suggerisce l'unico neurone sopravvissuto allo sterminio di massa. E gli do retta! Improvvisamente prendo coscienza e devio l'attenzione a un'altra maledizione.
«Conosci la storia di Giles Corey?»
«Poco fa ho chiesto di te o di questo Giles come si chiama? Cosa vuoi che me ne freghi di questo tizio!»
«Quando vuoi sai essere proprio sprucido, lo sai?»
«Succede quando c'è qualcosa a darmi sui nervi. Non sbrocco senza causa.»
«Beh! La sua storia potrebbe interessarti e potrebbe renderti le idee più chiare.»
«Vado a vestirmi.»
«Ma se in casa giri solo con i boxer?»
«Vado a mettermi le mutande! così va meglio?»
«Speravo non servissero.»

Beh! Perlomeno sembra che si sia un po' scazzato. Ne è la prova il suo sorriso sbilenco che cerca di nascondere mentre mi dà le spalle e si avvia in camera. Il mio piccolo appunto deve averlo divertito.
Felice per essere riuscita a evitare una discussione che sarebbe potuta degenerare in una lite vera e propria, mi alzo e vado anch'io in bagno per una doccia veloce... da sola! Perché non penso proprio che sia sua intenzione seguirmi.

Al mio ritorno lo trovo al PC intento a scrivere gli ultimi dei suoi pensieri. Si blocca quando mi vede arrivare, per poi riprendere indisturbato il suo lavoro. Cerco allora di sbottonarlo un po' e di fargli riprendere l'uso della parola che in questo momento è praticamente assente.
«Come procede la tua storia?»
«Procede.»
«Hai intenzione di ignorarmi fino a quando?»
«Cos'è adesso quest'altra storia sulle maledizioni? Cosa hanno a che fare con te?»
«Vuoi sentirla o no la storia di Giles?»
«Mi aiuterà a capire?»
«Aprirà a nuovi orizzonti.»
«Sentiamo.»
«Giles Corey era un uomo che aveva ben ottant'anni, faceva il pastore ed era stato implicato nel processo per via di sua moglie Martha già in attesa di giudizio per l'accusa di stregoneria. Nel processo si avvalse della facoltà di non rispondere, cosa che gli avrebbe permesso di passare i suoi beni ai suoi eredi comunque fosse finita la strana faccenda.»
«Fu implicato pure lui nel processo?»
«Il 13 aprile del 1692 Giles Corey venne accusato di stregoneria da alcune ragazze che sostennero che il suo spettro si presentò a loro per costringerle a porre una firma per un patto col demonio. Dichiararono inoltre che per fare ciò subirono aggressioni da parte del suo spettro. In seguito, una certa Putman, aggiunse che le era apparso un fantasma, il quale accusava Corey di assassinio, e il 18 aprile, con questo pretesto, fu arrestato insieme a Bridget Bishop, Abigail Hobbs e Mary Warren.»
«Praticamente un'altra storia di ordinaria follia.»
«Il giorno seguente i prigionieri furono interrogati dalle autorità. Abigail Hobbs accusò Giles di essere uno stregone. Corey si rifiutò di parlare, fu imprigionato e poi rinviato a giudizio per l'udienza di settembre. Negli archivi della Corte vi è la deposizione, datata 9 settembre 1692, rilasciata da Mercy Lewis.»
«E la sentenza fu?»
«La morte per impiccagione, come il resto delle accusate, sarebbe stata una liberazione, ma per lui avvenne la morte più straziante di tutti.»
«Come è morto?»
«Giles Corey si rifiutò di dichiararsi colpevole o innocente. Per farlo parlare la gente di Salem mise sul petto dell'anziano uomo dei pesi tanto gravosi che alla fine morì schiacciato.»
«E dove sarebbe la maledizione?»
«Ora ci arrivo. Prima di morire scagliò una maledizione contro lo sceriffo di Salem e su tutti i suoi pari grado che gli sarebbero succeduti negli anni.»
«Come?»
«Si narra che Giles, prima di esalare il suo ultimo respiro, abbia puntato il dito contro lo sceriffo di Salem lanciando una maledizione su di lui e sui suoi successori. Il caso volle, che il trentenne sceriffo George Corwin, morì esattamente a distanza di quattro anni dall'esecuzione per infarto ed emorragia interna. I suoi successori poi hanno sofferto tutti di gravi problemi cardiaci.»
«Non capisco che tipo di maledizione sia.»
«I fatti si svolsero così: dopo che fu fatto sdraiare all'aperto sul terreno davanti alla prigione e schiacciato con grossi massi dai suoi aguzzini, l'anziano contadino Giles Corey, accusato di negromanzia, gridò contro l'uomo che l'aveva condannato, che non era altro che lo sceriffo di Salem: "Corwin, io maledico te e Salem!", estendendo la maledizione anche ai suoi successori alla stessa carica.»
«Quindi dici che le sue parole abbiano avuto un riscontro?»
«Salem adesso è il paese senza sceriffo. E sai perché? La sede dello sceriffo è stata spostata in una città vicina per evitare problemi poiché dietro c'è una reale motivazione.»
«Cosa è successo?»
«Nel 1970 lo sceriffo di Salem Robert Cahill fu costretto a rassegnare le dimissioni per improvvisi problemi cardiaci. Incuriosito dai fatti di Salem e volendo verificare se vi fosse un legame tra ciò e quanto era successo meno di 300 anni prima, decise di consultare l'Albo degli sceriffi che si erano succeduti dalla morte di Corey e appurare se ci potessero essere delle attinenze. Questa sua ricerca portò alla luce una verità sconvolgente. Scoprì con sgomento che tutti avevano avuto problemi tali da condurli alla morte. Da George Corey a lui, tutti gli sceriffi avevano avuto gravi problemi cardiaci sul lavoro, erano morti per improvvisi malanni o dovettero lasciare l'incarico a causa di gravi emorragie interne.»
«Ma ora non è così! O mi sbaglio?»
«Non è più così perché non c'è più nessun sceriffo. La maledizione si protrasse fino al 1991, anno in cui la stazione venne trasferita da Salem a Middleton. Da allora, gli sceriffi hanno potuto svolgere il loro dovere di tutori dell'ordine senza più alcun problema.»
«Ok! È una storia interessante, ma... cosa c'entra con te? Perché dovrebbe farmi pensare?»
«Ho già detto abbastanza.»
«Fammi capire? Stai indorando la pillola a piccole dosi?»
«Dylan, ti ho già detto e non mi stancherò mai di dirti, che ci sono cose che possono essere dette, altre no. Non è questione di fiducia... ti assicuro che quella non manca. Se non l'avessi avuta neanche starei qui con te in questo momento.»

Le nuove streghe di Salem Where stories live. Discover now