Ritorno a Salem

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CAPITOLO 7

Deosil segui la Luna in crescendo, e Runa di Streghe vai ripetendo.


TRIXIE'S POV

Se dovessi paragonare la zia Sophia a un oggetto, senz'ombra di dubbio direi: un giradischi rotto incantato sempre sulla stessa traccia. È da mezz'ora ormai che non fa altro che ripetere la stessa cosa in continuazione, insistendo e persistendo sempre di più sulle sue idee e cercando in tutti i modi di farmi ragionare. Ma io in nessun modo le do ascolto; nel vero senso della parola! Vedo solo due labbra che si muovono a ritmo di suoni non meglio identificati.

Ogni tanto annuisco per farle credere che sto ascoltando ciò che dice, ma la realtà è un'altra; la realtà è che sto su un altro pianeta dove lei parla un'altra lingua a me sconosciuta e di cui non capisco una cippa. Dopo un po', stanca di parlare a vuoto, schiocca due, tre, quattro volte, le dita davanti alla mia faccia per richiamare la mia attenzione.
«Signorina insomma! Ci sei? Vuoi rispondermi almeno?»
«Mhmm, sì... che dicevi?»
«Sei un caso disperato! Ma mi stavi ascoltando sì o no?»
«Sì, sì, certo!»
«E cosa ho detto?»
«Ooooh, adesso basta! Ne ho le scatole piene di questa storia!»
«Tu non ti rendi proprio conto di quanto sia importante! Sei un'irresponsabile!»
«Diventerei responsabile se invece andassi via giusto?»
«È per il tuo bene.»
«Tu sai per certo cosa per me sia un bene?»
«Non sono certa di niente, ma non voglio neanche rischiare. Ascoltami. Allontanati da lui. Non permettere che prenda il tuo cuore, perché, con quello, prenderà anche la tua vita.»

Discutere non servirà a niente, ma zia Sophia questo non vuole proprio capirlo. Peggio per lei, che si sta sgolando inutilmente per una cosa che ormai ho già deciso.
Che lei lo voglia o no, andrò in fondo a questa storia, ma non sarò di certo una sprovveduta. Prenderò prima tutte le precauzioni del caso per non soccombere a un destino nefasto, in fondo tra le mie aspirazioni non c'è il desiderio di diventare un angioletto che ci lascia le piume, e poi, se ci sarà anche una sola piccola speranza, tenterò nell'impresa che è costata la vita a tante sorelle compresa mia madre. Lo devo a lei, lo devo a tutte le sorelle che hanno provato a ripristinare un equilibrio, e lo devo a me, che voglio essere libera di amare senza restrizioni.

Questo è diventato il mio pensiero fisso da quando ho finito di leggere il libro. Non so neanch'io cosa abbia scatenato questa volontà, in fondo, fino a poco prima, ero terrorizzata all'idea di aver incontrato colui che mi porterà sull'orlo del baratro, anche se, sfidando la sorte, avevo pure deciso di avvicinarlo. Ma mi rendo anche conto che questa paura, così radicata nel mio essere, è sempre stata coltivata da zia Sophia, che tutt'ora continua a volerla inculcare.
Ma ora basta! lo ce l'ho una testa con cui ragionare, e sarebbe anche ora che la usassi senza tutte le pulci che vuole infilarmi a forza.

Prendo i libri da sopra il tavolo e li porto al petto stringendoli tra le braccia conserte. Sono pagine preziose, come è prezioso tutto il contenuto che voglio studiare nei minimi particolari. Due libri speciali che saranno miei per i prossimi giorni, settimane, mesi o per tutto il tempo necessario.
Lascio mia zia a parlare con l'aria dirigendomi nella stanza a me riservata, e mentre lei mi segue cantando sempre la solita solfa, prendo lo zainetto che mi ero portata dietro e ci infilo i due tomi mentre zia Sophia ritorna alla carica.
«Che intenzioni hai?»
«Non si vede? Ho intenzione di portarli via.»
«Non ti do il permesso di farlo! Non sei tu la custode!»
«E invece mi darai il permesso, perché se questi due libri non verranno con me, scenderò di sotto e farò la mia scelta seduta stante!»
«Tu sei impazzita! Hai preso delle droghe per caso?»
«Mai stata più lucida di così! La presa di coscienza sta scorrendo davanti ai miei occhi come un bagliore di luce.»

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